
Poeti e scrittori per secoli e tutt’oggi scrivono in preda di una malattia senza cura.
E’ qualcosa che illude la mente, che irretisce i sensi.
Che seduce il corpo e lo rende schiavo di un nome, di un odore o di un volto.
Schiavo felice di tramonti dorati, di cieli sconfinati, di respiri mozzati e anche di lacrime brucianti, che scendendo sul volto lasciano scie rossastre come ustioni.
Ogni uomo corre dietro al suo tormento.
Ogni essere umano, almeno una volta ha conosciuto quel veleno dolce che si beve tutto di un fiato, senza remore e dubbi.
Si chiama amore.
Amore che spesso vive pur senza essere ricambiato.
Amore che vive di sguardi labili e sogni inconsistenti.
Amore che però, nonostante ci succhia via come un vampiro energie e passione, ci rende stranamente vivi.
E’ l’unico vampiro che lungi di darci morte o vita eterna ci dona il cuore che sussulta e vive.
Per un attimo, un istante solo, un istante che vale tutta la sofferenza di un addio.
Che vale tutta una vita.
L’amore non è eterno.
E’ un battito di ciglia.
Un sogno che svanisce all’alba.
Il sole che ama la luna perché sa di non poterla toccare.
Un delirio che improvvisamente ci fa sentire il bisogno di scrivere. Poesie, pensieri, frasi forse sciocche per gli altri.
Ma che fermano quel passaggio veloce, che fotografano quest’amore che corre veloce, incontro alla prossima avventura.
E cosi Biagioli imbraccia il calamaio (non una penna ma qualcosa che scrive intingendo inchiostro dalle nostre vene) e inizia parlare a quel volto padrone dei suoi sogni e pensieri.
Lettere che sembrano senza tempo, capaci di appartenere a ogni secolo, lettere senza stile perché lo stile del parlar d’amore è eterno.
Lettere in cui egli deve raccontarsi all’altra, al volto sublime, la dittatrice suprema, perché è in quell’istante che lui semplicemente torna a vedersi. Prima dell’amore siamo solo linee, tracce nomi.
Amando diveniamo carne, sangue e lacrime.
Diveniamo creatività, materia bagnato dal sorriso di dio.
Amore.
Parola che nonostante i nostri vacui tentativi di ingabbiarla, annichilirla banalizzarla resiste fiera e orgogliosa.
A ogni vento di cambiamento, lei ci ferirà il cuore.
E illuderà la mente.
E forse ci farà scrivere e poetare. O urlare alla luna, o piangere fino a sentirci male.
Ma vivi.
Ogni lettera che Biagioli scrive è un inno al cielo, perché nessuno lo sa ma l’amore non è altro il volto di dio che si manifesta attraverso la cortina di menzogna del mondo.
E allora leggete queste lettere e intonate anche voi, il vostro canto all’amata o all’amato.
E’ la parte più importante della vostra storia.
E’ il momento in cui il nome diventa benedizione.
E’ il momento della vostra rinascita.