“Il mare senza stelle” di Erin Morgenstern Fazi editore. A cura di Alessandra Micheli

Avete mai avuto la sensazione di non essere di questo pianeta?

No?

Beh vi siete tolti sicuramente un peso.

Per chi come me si sentiva sempre a metà, fuori posto in questo universo cosi razionale era un vero tormento.

La tua mente vagava in universi sconosciuti, evanescenti eppure cosi reali più di quella cosiddetta materia in cui, pare, il tuo corpo si dimenava.

Si affannavano tutti a amarlo quel reale, cosi spento a volte, cosi grigio incapace di contenere la fantasia e quella volontà di volare.

Sentirsi nel mondo ma non del mondo, oggi lo so è un dono.

Ma parlarne con qualcuno…Oh no non era possibile.

Nel migliore dei casi ti deridevano.

Nel peggiore ti trovavi nello studio di un sapiente, che non comprovate tecniche ti faceva tornare alla ragione.

Sempre poi era possibile distinguere la ragione dall’immaginario.

In fondo, non siamo tutti acrobati che camminano su un filo sottile, convinti che cade sotto l’abisso con le sue fauci spalancate fosse il peggiore delle disgrazie?

C’erano solo pochi amici che comprendevano questo disagio per molti, ma per un dono da conservare gelosamente nel cuore: i libri.

Non solo belle copertine, ne egregi stili.

Non solo vanto di intellettuali o di colti dottori letterati.

Ma amici in carne e ossa che fingevano davanti agli altri di essere semplici oggetti di carta.

Essi erano intessuti di parole, di stelle e di emozioni.

Essi discendevano da qualche regione remota, forse l’arcadia dei poeti per parlare con me, bimba strana, adolescente particolare e oggi donna originale.

E cosi ogni storia racchiudeva altre storie, in un loop infinito che mi faceva vivere non solo avventure meravigliose, ma anche identità sconosciute che, alla fine, mi appartenevano.

Chi legge non si sente soltanto principessa, o lo diventa per un attimo. La scopre dentro di se e la richiama alla vita cantando sulle ossa scarne di quest’oggi senza passione.

E cosi, anche oggi che passo con cadenza lieve e quasi invisibile in questo mondo chiamato letterario, fatto di blog, di foto e apparenza, ancora mi rifugio nei libri.

Ancora essi restano amici di vecchia data e continuano a parlarmi.

Tomi vecchi, trame nuove, trame riviste.

Belli e alcuni malconci, disprezzati da chi dovrebbe soltanto amarli. Eppure…a volte il lira non aveva più la stessa forza di un tempo.

Sono immagini anch’essi, fatti di brillanti e di mille luci, quelle di una città che si mostra a te seducente ma che dietro il rossetto nasconde il viso stanco di chi ha perso se stesso.

Ecco il libro oggi perde se stesso.

E poi…ecco che dall’universo da me tanto amato, quell’altro mondo di arcana memoria, raccontato abilmente da Carroll, discende il libro dei libri.

E si posa lieve tra le mie mani.

Il mare senza stelle.

La parola che crea non tanto il mondo quanto te stesso e la tua storia. Perché all’interno di pagine poetiche, delicate, forti come una lontana canzone dimenticata non esiste soltanto la storia di Zachary.

Ma la tua.

E’ difficile allora raccontarvi la malia di questo splendido libro, finalmente il libro che con le parole mormorate piano a mezza bocca incanta questi tempi simili a feroci draghi, li ammansisce e li fa diventare docili. E incantevoli.

Il mare senza stelle è il fato che si innamorò del tempo.

E in questa storia d’amore intesse storie, e racconti.

E ogni storia torna all’inizio del tempo, ogni storia richiama un altra in un arazzo cosi perfetto che è poi impossibile distinguerne i fili intrecciati.

Il mare senza stelle è il sogno che scende a baciare il mondo, da troppo tempo schiavo di questa fantomatica realtà.

E racconta di tanti bambini, speciali non strani, capaci di individuare porte, passaggi, varchi per le altre dimensioni, quelle in cui un dio allegro e gioviale non fa altro che giocare con le parole fino a farne fiabe, narrazioni, miti, leggende, romanzi.

Il mare senza stelle non si racconta.

Si vive.

Non si legge si assapora, si assorbe, diventa nutrimento per il nostro io assetato.

E solo quando le parole le frasi scorrono, ti accorgi di quanta sete avevi.

Il mare sena stelle non si racconta.

Non si racconta la bellezza.

Posso riportare solo di quanto amore abbia suscitato in me.

Di quanto oggi quella bambina impertinente che disegnava fate invece di seguire la lezione di matematica, oggi si sente più forte.

E più sicura che quella strada, desidera dai più, quella fatta di parole, ritmo, e mari senza stelle, quella che dalla baia ti porta a un oceano di miele, sia davvero quella giusta.

Allora non sarà ne la notte, ne chi ha smesso di credere a fermarmi.

Avete mai avuto la sensazione di non essere di questo mondo?

No?

Allora significa che la vostra anima dorme.

E allora soltanto il mare senza stelle potrà risvegliarla.

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