
L’amore che nutro per Sherlock deriva dalla mia impostazione mentale che mi fa adorare, in modo anche eccessivo la logica.
Tutto alla fine riceve la sua scientifica spiegazione, tanto che anche la materia nebulosa, passata ai posteri sotto il nome di esoterismo, riceve nella mia fertile mente lo stesso trattamento.
Essa non è che scienza non ancora dimostrata, scienza embrionale, scienza che attende soltanto l’Einstein di turno per essere rivelata.
O svelata.
Iside, dunque non è altro che l’energia che solo adesso, grazie alla fisica quantistica possiamo iniziare a osservare.
Prima era coperta dal manto chiamato superstizione e oggi noi possiamo iniziare a farci amicizia.
Ecco perché il mio interesse si riversa sopratutto su generi che abbracciano questa visione, a volte pionieristica ma totalmente razionale.
Penso al thriller laddove è la scienza della mente e sopratutto dell’ombra a farla da padrone.
Lo steampunk per esempio o il più rassicurante mondo fantascientifico, laddove l’avveniristico teletrasporto potrebbe, un domani, essere dimostrabile e attuabile.
Anche l’horror ha una sua scientificità: attraverso archetipi spesso mostruosi noi possiamo raccontare le ataviche paure umane, quelle che in fondo dci hanno permesso di essere la civiltà evoluta che siamo oggi.
Pertanto è Sherlock, cosi come il famigerato suo discendente Poirot a stuzzicare il mio lato affettivo; il buon investigatore è per me un amico fraterno, fruitore dei miei arguti pensieri filosofici totalmente improntati alla logica.
E’ il tutto ha una sua spiegazione che mi spinge a fare le domande.
Su fatti considerati assurdi, il mio interesse ha un brusco stop.
Ma ognuno di noi ha anche un lato nascosto, un lato soffocato dalla luminosa luce del sole, che si rivela la notte, quando tutto tace e i rumori sinistri del silenzio diventano una cacofonia capace di suscitare brividi.
E’ alla luce della luna che l’ignoto si manifesta e il buon Sherlock lascia il posto al mio amato Cappellaio Matto con i suoi assurdi e inesplicabili quesiti: allora non è più la scienza a dominare ma l’impossibile che diventa il mio mantra notturno.
Ecco perché ho trovato letteralmente geniale il libro di Lois H. Gresh.
Mettere assieme il buon Doyle con il suo personaggio ingombrante e il visionario pazzo di Providence, con i suoi tentacolari mostri, i grandi antichi che sembrano dominare il lato oscuro della nostra mente.
Sherlock in questo testo incontra…Cthulhu.
Ed è un incontro devastante per lui e per me.
Vissuto in maniera sicuramente diversa: il nostro amabile ( insomma) Holmes e il prode Watson impegnati a mantenere salde le proprie certezze, tutte rette sulla scienza.
Il lettore, in questo caso me, diviso tra l’allarmismo di chi condivide con i protagonisti la stessa mentalità quindi la comprende e la sposa e quel lato folle che lo fa sorridere, seppur un sorriso invisibile ai più, nel leggere quando in fondo la famigerata scienza non può e forse non potrà spiegare tutto.
Ne la voglia dell’essere umano di risvegliare gli incubi, persuasi di poterli addomesticare per i propri scopi, ne la convinzione che le certezze non siano altro che solide fondamenta di un sistema intoccabile.
Nella Londra piena si di contraddizioni ma tutta fieramente protesa al futuro ci sono questi strani esseri, queste entità che appartengono al regno della fantasia.
Sono gli altri, quelli di fuori che ci ricordano come siamo cosi fragili davanti a un universo che resta muto dinanzi alle nostre infantili richieste di dialogo.
Ci regale sprazzi facendoci sentire evoluti.
Ci dona l’illusione di poterlo rendere intellegibile con macchine sempre più potenti che dal vapore andranno verso il nucleare.
Ci lasciano essere tronfi, arroganti e orgogliosi per poi disilluderci brutalmente mostrandoci cosa davvero cela il velo che copre Iside: entità non spiegabili.
Incubi da cui è difficile svegliarci.
Lati oscuri fatti di viscidi urticanti tentacoli che lasicano una scia bruciante nella nostra coscienza.
E anche Sherlock Holmes cadrà nonostante la sua cultura, la sua strabiliante e invidiabile logica, davanti alla minaccia di Cthulhu.
Due mondi che si urtano e che forse non possono sopravvivere senza riportare danni a questo strano incontro.
Come direbbe la Rowling: uno dei due dovrà soccombere.
Una lettura indimenticabile, coinvolgente capace di ingabbiarvi in un incubo che diventerà sempre più reale.
E che anche alla parola fine, non vi lascerà mai.