“Zombie Gore” di Paolo Giacomelli. A cura di Alessandra Micheli

Non è la morte a spaventarci.

E’ cosa esiste e se esiste qualcosa oltre il velo.

Se il nostro corpo una volta decomposto sparirà in un soffio lasciando solo un impronta di cosa era.

O se l’anima immortale semplicemente lo farà rivivere in un altra forma, in un altra dimensione.

Se la morte è uno stato apparente o se è la definitiva cesoia che sentenzia il nostro destino: quello dell’oblio.

Ed è forse questo terrore, quello di non lasciare traccia, quello di esistere quasi come un sogno labile di qualche divinità beffarda che ha creato tanti miti sulla morte o dopo la morte.

E cosi emergono fantasmi, emergono i vampiri che continuano una pallida imitazione del nostro quotidiano vivere nutrendosi dell’essenza stessa della vita il sangue.

Ma un mito più di tutti ci terrorizza e ci affascina: quello del revenants.

Il redivivo, colui che usa la morte soltanto come una porta per divenire altro.

Noi lo chiamiamo zombie e gli doniamo tutte le peggiori caratteristiche umane: fame, crudeltà, mancanza di coscienza.

In fondo, lo zombie è l’essere peggiore che affronta la velata signora, privo di una coscienza divina, di un anima, è soltanto soggetto agli istinti basilari.

Non prova più nulla.

E’ solo un corpo che ci muove e finge di vivere.

Ecco che ultimamente, causa pandemia o forse a causa di un eccesso di modernità l’apocalisse zombie è diventato il nostro incubo fatto carta e parole.

Lasciati dietro di noi i famelici, ma senzienti, alieni stile Wells, adesso dobbiamo fare i conti con esseri privi di spirito.

E cosi zombie gore non fa altro che raccontare, un un modo totalmente originale e innovativo, la caduta della quotidianità e il piombare in un incubo senza fine.

Una gita, un qualcosa che è cosi innocente e forse banale, diviene semplicemente la perdita di ogni certezza.

Non c’è divertimento, giochi o trasgressione.

Esistono solo loro, i mostri che divorano l’umanità fino a prenderne possesso in un apocalisse che sa di punizione.

Enormi folle di cadaveri che camminano, che minacciano e vogliono solo nutrissi e creare altri come loro, ottusi e dediti tutti all’istinto primordiale, capaci di spazzare via questa creativa umanità.

Tra fughe rocambolesche e un terrore improvviso che fa palpitare il cuore, il racconto vi trascinerà con se.

Fino a farvi perdere la cognizione dello spazio e del tempo.

Eppure…perdonate questa pomposa vecchia signora.

In fondo zombie è il nostro stato attuale.

Noi, umanità creata brillante e capace di toccare il cielo, ridotta a seguire una masnada di frivole proiezioni virtuali capaci di decidere cosa farne della coscienza.

E sapete cosa ne esce?

Un altra apocalisse zombie.

Magari non mangiano cervelli, non uccidiamo.

Ma siamo privi di libertà e mente, guidati solo da istinti primordiali e da una voglia sfrenata di vanità.

Ma senza anima siamo solo gusci vuoti.

Per quanto il libro ci terrorizzi forse l’apocalisse zombie non è solo un tema letterario.

Pensateci.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...