Eccoci qua al terzo volume della saga Luce e Tenebre. Ho aspettato parecchio per capire le evoluzioni dei personaggi e decifrare le intenzioni dell’autore.
Come sarebbe andata avanti questa dialettica tra il bene e il male?
Chi avrebbe vinto e riportato la pace in terra?
Ma sopratutto, in un mondo che si trova davanti al bivio escatologico è davvero fondamentale che…qualcuno primeggi?
Sappiamo oramai che nella nostra società la dicotomia, ossia la contrapposizione netta bene e male, luce tenebre sia fortemente radicata, non soltanto in senso religioso o sacrale, ma anche filosofico.
Siamo costantemente in preda di categoria che non riescono a dialogare tra loro o a trovare una sorta di compromesso pacifico.
E cosi le coppie divengono estranee a se stesse, non più parte di un tutto interconnesso.
E il mondo appare lo scenario di una guerra apocalittica, che ha come disegno e obiettivo, comandare su questa strana creatura uomo.
Come se il dominio sull’umanità sia una condizione necessaria per la sopravvivenza di energie e di esseri che le incarnano.
Lodato questo concetto lo esprime bene nei precedenti testi ma, una volta raccontato in modo romanzato il dilemma di questo mondo, conteso tra altri due altrettanto fondamentali per la sua sopravvivenza, si trova di fronte alla scelta somma, quella che assale ogni autore e ogni personalità riflessiva: cosa accade, dunque, quando oramai le carte sono scoperte e ognuno ha trovato la sua strada?
Quando la consapevolezza della propria natura predomina, dopo un difficoltoso percorso di conoscenza del se, necessariamente ci troviamo di fronte alla responsabilità di abbracciare una o l’altra posizione, di privilegiare una o l’altra categoria.
Ecco nascere eroi e crudeli dittatori, angeli e demoni, illuminati e conservatori. Insomma il mondo si spezza.
Ognuno intende far trionfare la propria categoria erigendola a unica verità possibile. Eppure forse il mondo è molto diverso dalla nostra immagine percettiva.
Forse il passo successivo è accettare che, le forze, sono tutte ugualmente necessarie. Forse bisogna poter accettare che ci sia il buio affinché le stelle possano rivelarsi.
Risonanze diviene comprensibile, quindi, non solo attraverso gli snodi cruciali della trama e di un finale che spiazza un lettore avvezzo a certi scontate paternali. Ma anche attraverso un titolo evocativo: perché risonanze?
Il termine ha varie interpretazioni a livello fisico, a livello musicale ma anche filosofico.
La risonanza non è altro che la reazione di un corpo di un energia stuzzicata da aventi esterni.
In fisica, è il fenomeno per cui l’ampiezza delle oscillazioni indotte da una sollecitazione esterna assumono determinati valori.
E quindi producono determinate conclusioni o influenzano determinati eventi.
MA è anche il fenomeno di assorbimento dell’energia di fronte a un campo elettromagnetico.
O ancora il fenomeno per cui una sorgente sonora, inizialmente silente, entra in vibrazione.
Riportati alla filosofia i concetti assumono una connotazione interessante: qualcosa è stabile ma colpita da una forza, o una decisione, o un evento produce cambiamenti sensitivi nella propria struttura interna.
In fisica, si parla di numeri, nel magnetismo si traduce in immagini profonde del nostro organismo ( risonanza magnetica) in musica è la vibrazione che assume il suono.
Risuona nelle valli, significa che esso compie un tragitto molto più ampio, rispetto alla sua destinazione originaria, l’orecchio umano.
Quindi cambiamento, ampiezza e effetto.
Movimento ragazzi miei, tutti questi termini possono essere racchiusi nella parola movimento.
La risonanza, in sostanza produce un cambiamento che, sembra assurdo, ma trasformando porta n avanti.
Mentre tutto è statico, silenzioso, invisibile, la risonanza lo rende attivo, sonoro e evidente.
Ecco che in questa strana lotta, tipica dei libri fantasy quello che accade è ..il movimento.
E’ la lotta per il dominio, la dicotomia, la dialettica anche feroce tra due sistemi di pensiero, fedeli a se stessi, che apporta qualcosa a ogni modo.
La morte del primo ad esempio.
La scelta del secondo.
E questo evento, traumatico del terzo.
E’ da li che qualcosa scatta.
Qualcosa ci fa comprendere che non siamo pedine, potenzialità, o coincidenze. Usiamo qualcosa di vivo, vibrante e attivo.
E in questo terzo libro, finalmente questo concetto di moto diviene reale rendendoci consapevoli che, in fondo, tutte le categoria servono a un solo scopo: creare il mondo, definire il mondo. Fa crescere il mondo.
Un libro molto particolare che potrà essere amato sia da chi cerca un’avventura, cosi come chi ha bisogno di comprendere il perché siamo cosi affezionati alla categorie.
Perché se avessimo sempre stelle brillanti sotto le nostre teste, forse inizieremo a considerale cosi scontate da non alzare più la testa.