Torna la nostra Natascia e lo fa in grande stile, parlandoci di un horror terrificante “Le lunghe ombre di Ottobre” di Kristopher Triana, Dunwich. A cura di Natascia Lucchetti

Le Lunghe Ombre di Ottobre è una sensuale danza di orrore e morte. Quando ho scelto questo libro, ero consapevole di dover affrontare un horror spietato fatto di immagini crude e violente, senza veli, senza poesia. Ci sono, ce ne sono tante.

Benché la prosa dell’autore restituisca descrizioni magnifiche e musicali, la violenza brilla come una lama lucida sotto i raggi della luna. 

Tuttavia, la cattiveria di questo libro non è racchiusa nelle scene più macabre: ti aggredisce già dalle prime righe, quando vengono presentati i personaggi principali.

Joe, più degli altri, è un ragazzo delle superiori sessista, omofobo, ignorante e superficiale.

Assieme all’amico Danny, cerca di assoldare Linda – compagna di scuola, famosa per le sue prestazioni sessuali a pagamento – per far perdere la verginità al fratello minore, Robbie. 

Joe, come ogni maschio della sua risma, non accetta che il fratellino sia un nerd, che preferisca stare da solo e che non abbia ancora avuto delle esperienze.

Assecondando le voci di conoscenti e amici, teme che lui venga considerato un “finocchio”.

La sessualizzazione dei personaggi è un principio che ci accompagna in tutto il libro.

Anche le protagoniste femminili sono ossessionate dall’idea di essere “creature sessuali”.

Maxine, compagna di Danny, è rappresentata come un’adolescente disinibita, che non si fa problemi a sbattere in faccia al lettore la sua sessualità libera.

Ci sono scene molto esplicite, proprio per evidenziare questo aspetto di lei. Fa da contrappeso alla sua amica Kayla, invalidata dalla società in quanto “verginella” riservata che non ha ancora avuto modo di fare sesso con un ragazzo. 

Maxine le fa pressione per risolvere il problema, in modo da non sentirsi più a disagio con “la sfigata” accanto. 

L’occasione di risolvere tutti i problemi dei protagonisti arriva grazie alla signora Gladys che fornisce un lavoro incredibilmente remunerato a Danny e Joe: devono tenere d’occhio la villa della donna per una cifra da capogiro. A loro i soldi servono, perciò accettano prima di subito.

La casa è un posto da sogno, ideale per dare feste e invitare le ragazze.

Al primo raduno dei ragazzi, la casa inizia a farsi sentire.

Scricchiolii, tonfi e strane visioni interrompono la prima festicciola dei ragazzi, che seppur pensano sia assurdo, iniziano a vedere qualcosa nelle lunghe ombre del maniero. 

C’è uno spirito potente e vendicativo tra quelle mura.

Una creatura che trae potere dalla lussuria delle persone, che si rafforza assorbendo il desiderio.

A questo punto, il sesso diventa un’arma che vede le donne in vantaggio, in quanto oggetto del desiderio maschile.

L’autore carica la figura femminile del potere di manipolare le menti, sottomesse alle pulsioni.

Nessun personaggio rimane puro, tutti si sporcano e cedono alla malia della soddisfazione fisica, vengono irretiti, tanto che l’unico modo per sopravvivere rimane entrare a far parte del sistema e provare a dominarlo, sconfiggere il Male al suo stesso gioco.

“Aveva una rinnovata sicurezza che schiacciava i dubbi di non essere mai abbastanza brava, quelle oscure vibrazioni di odio verso se stessa che l’avevano perseguitata da quando aveva dodici anni. Adesso credeva in sé; non solo come topo da biblioteca, ma anche come una giovane donna in fiore. Alla fine si sentiva come se avesse padroneggiato la sua essenza. Adesso era un essere sessuale, non solo una goffa verginella.”

Le Lunghe Ombre di Ottobre è un libro cattivo, senza personaggi davvero “buoni”.

È un horror che punta molto sulla spettacolarità truce delle immagini e crea atmosfere asfissianti con uno stile diretto ma dettagliato e vivido.

Tira fuori uno spaccato crudo della società, iperbolizzando la sessualizzazione e la mercificazione delle persone, specialmente delle donne.

Dà un’immagine orribile del potere magico che si basa sulla capacità di attrarre sguardi, di conquistare attenzioni.

Il potere stesso non esiste per rendere più indipendente la donna che lo possiede, anzi, la affama, la trasforma in una bestia bramosa e sottomessa alla considerazione altrui. 

Questa storia è un horror perturbante che non fa paura per le immagini violente che mostra, ma per la considerazione del valore delle persone che fondamentalmente appaiono come animali feroci.

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