“Il giro di vite. Il mistero di Bly Manor” di Henry James, Delos Digital. A cura di Patrizia Baglioni

Ho sempre amato leggere.

Ogni libro ha rappresentato una scoperta e un’evasione.

Ho letto tutto e di tutto senza fare discriminazioni tra i generi, nell’adolescenza poi ho iniziato un percorso tra i classici partendo dallo spirito Russo, passando per la Germania di Goethe e Mann per tormentarmi con l’esistenzialismo di Sartre e Camus.

Ho scoperto la letteratura inglese di età Vittoriana e lì si sono aperti gli orizzonti dell’ironia, della discrezione femminile e della dignità del gentlemen.

Con sommo divertimento ho cercato e approfondito passando dall’intimità dei focolai domestici dell’Hampshire al sofisticato umorismo di Wodehouse. Nel frattempo sono cresciuta, ho maturato il mio gusto e trovato autori e stili che si confanno alla mia natura.

Tra questi c’è Henry James.

Ogni classico ha per me valore imponderabile perché ha partecipato in modo diretto alla mia formazione.

Oggi viviamo trasportati dalla mutevolezza delle mode e sento spesso parlare di queste opere con pregiudizio denigrante: un classico è una cosa vecchia che non ha più valore perché riferito ad epoche passate, io non credo che sia così.

Ecco perché apprezzo doppiamente l’iniziativa di Delos Digital di pubblicare nella collana Innsmouth, alcuni autori intramontabili come Lovecraft, Ballard, Kafka, King uniti nel filone della letteratura Wired oggi molto seguita.

In questo modo il classico rivive, come in questa edizione di IL GIRO DI VITE – IL MISTERO DI BLY MANOR scritto da Henry James e risplende di nuova luce offrendo ai lettori la possibilità di scoprire ed essere scoperto.

Naturalmente non sta a me recensire Henry James,ma quando si conclude un libro fortemente emozionati e stupiti bisogna parlarne.

La storia inizia davanti a un camino di una residenza addobbata a festa, dove giovani uomini e donne approfittano del Natale per ritrovarsi e raccontare storie dell’orrore.

Un ospite si propone di riferire un avvenimento reale a lui rivelato e trascritto in un libro misterioso.

I gentiluomini fremono e le dame rabbrividiscono con grazia mentre la lettura ha inizio.

Le pagine si aprono con il racconto personale di una istitutrice di venti anni a cui vengono affidati due orfani dall’aspetto angelico.

La giovane affascinata dal tutore dei piccoli e attratta dalla nuova avventura, accetta l’incarico e tutto nei primi giorni a Bly Manor la riempie di gioia e delizia.

I bambini sono il perfetto esempio di armonia: alla perfezione fisica si accosta quella morale.

Proprio l’eccesso di impeccabilità in due menti ancora così acerbe accende il sospetto nella giovane.

All’ambiguo si unisce presto il terrificante, due presenze oscure si palesano allo sguardo dell’istitutrice e grazie all’aiuto della mesta governante ricostruisce presto la loro identità: sono l’attendente del Proprietario e l’istitutrice precedente, entrambi morti in modo ancora sospetto.

I due esseri perfidi in vita quanto dopo la morte, erano uniti da un legame immorale e condividevano un’ossessione per i bambini con i quali passavano tutto il loro tempo.

É chiaro che sono tornati per loro, li inseguono con lo sguardo torvo e possessivo, li vogliono con loro e la giovane eroina sa quale sarà il suo scopo: proteggere i bambini, prima di se stessa, ma ad ogni passo l’istitutrice si trova davanti a realtà inimmaginabili.

Si pone inoltre un nuovo problema, solo lei oltre ai bambini riesce a percepire le strane presenze.

Che esse siano una creazione della sua mente?

Tutto diventa incerto, la giovane passa notti insonni e inizia a scorgere dietro l’angelica apparenza dei bambini il male.

Non è possibile sapere se esso sia istigato o intrinseco, ma la giovane assennata non molla, deve sapere e per farlo mette alla prova tutto il suo coraggio.

Termino la lettura rabbrividendo, da tempo non mi succedeva, mi guardo intorno con la strana sensazione che le ombre si muovano, scuoto la testa e sorrido: il libro mi ha suggestionato lentamente, mi ha assorbito, per un momento sono stata a Bly Manor e ho guardato il terrore negli occhi.

Henry James è inarrivabile in questa così come in tutte le sue opere, a creare totale identificazione con i protagonisti, scende dei dettagli della psiche esaminandola e armonizzando ad essa situazioni e ambienti.

Le descrizioni del contesto sono minuziose e creano atmosfere precise, sappiamo cosa aspettarci e poi all’improvviso l’autore ci sorprende. In questo caso è la conclusione a lasciarmi stupefatta, il racconto termina senza concludere: si chiude il diario ma non la storia e molti interrogativi rimangono aperti.

L’inspiegabile prosegue nelle nostre riflessioni, IL GIRO DI VITE continua a girare e tra queste ora c’è anche la nostra.

Se dovessi descrivere il libro userei un termine ben preciso: moderno.

Con linguaggio colto e immagini evocative Henry James ci cattura tra le pagine, ci conquista con mestiere e originalità e soprattutto ci emoziona in profondità.

Ed ecco il potere del libro, non ha una scadenza esso quando è veritiero mantiene la sua validità per sempre, non importa quando sia stato scritto, il libro continua a parlarti.

Grazie Henry James, è sempre un piacere conversare con te.

Grazie Delos Digital di questo bellissimo regalo!

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