
È Natale a Roccacupa, un tranquillo paese di montagna in provincia di Modena dove si ritirano gli anziani in pensione e la criminalità è a tasso 0.
Si i dati sono questi e il merito non è solo della comunità pacifica ma anche del Maresciallo Rocca che da bravo sceriffo, mantiene gli equilibri.
Lui conosce i cittadini e i loro segreti e dove può mettere una pezza lo fa volentieri in cambio di qualche favore. Tutti ci guadagnano e lo strato di fango cresce.
Ma l’apparenza di perbenismo del luogo è guastata da un terribile omicidio proprio nei giorni di festa: una giovane ragazza di origine Ucraina viene trovata morta in un sentiero appena fuori dal centro cittadino.
Ad indagare è chiamata il tenente Sandra Pianigiani, una donna dallo sguardo duro e dal fascino evidente.
La sua bellezza non è mai stata un punto a suo favore ma uno strumento da saper dosare, perché Sandra al corpo statuario unisce una mente attiva, riflessiva e determinata.
Il tenente quando non comprende e i punti del caso non trovano connessione, non riesce neanche a dormire.
E allora se le parti del puzzle non combaciano è lei a dover trovare le connessioni, scavando sotto la melma, affidandosi tanto alla logica quanto all’istinto.
Su questo processo di indagine qualcuno potrebbe scrivere un trattato di filosofia, e qualcuno lo ha fatto: Philippe Gagnon.
Sandra conosce il suo scritto a memoria, e anche in questo caso saranno le sue indicazioni a guidarla, e naturalmente le soffiate del suo amico giornalista Foschini.
Il caso coinvolge molte persone, nomi in vista di Roccacupa da sempre rispettabili e intoccabili e poi c’è Simone un giovane ragazzo con problemi di autismo che è scomparso proprio la sera dell’omicidio.
Il tenente non ci mette molto a collegare i due casi, mentre il Maresciallo Morra è sempre più silenzioso e scostante, purtroppo per lui, Sandra sa leggere quei silenzi.
Il passato riemerge con tutta la sua forza evocando i volti che non ci sono più e dai quali Giacomo, il fratello di Simone è scappato.
Ma da sempre i demoni vanno affrontati, eppure essi sono così fuori luogo nel contesto naturale armonico e puro di Roccacupa reso ancora più diafano dal manto nevoso.
Il male sembra lontano e invece più le indagini procedono più esso sembra incarnato in ogni creatura e anche gli abeti versano il loro sangue: una resina dal forte profumo che cola lenta lungo il tronco, ogni goccia ha un profilo unico e riconoscibile come quello dei protagonisti di questa storia.
Sono sincera, ho apprezzato molto il libro per la caratterizzazione dei personaggi, il linguaggio curato e la narrazione scorrevole, ma c’è qualcosa in più: la complessità di una trama che viaggia su più livelli.
Il caso di omicidio non ha un’unica soluzione, un tenente donna irreprensibile che è anche una mamma premurosa e fragile, la diversità intesa come limite e capacità di guardare nel profondo, la ricerca della verità a tutti i costi e l’accortezza di sapersi fermare al momento giusto.
CORRADO PELI è riuscito a bilanciare tutto con sapienza e il lettore che si addentra tra le pagine de IL SANGUE DEGLI ABETI rimane coinvolto non solo dagli accadimenti e dai colpi di scena, che vi garantisco, non mancano.
La partecipazione al testo è emotiva perché noi, quella complessità rappresentata, la abitiamo costantemente: è quella dell’ipocrisia, della menzogna e della codardia, nessuno di noi, così come nessun personaggio del testo è esente dal vizio, così come nessuno di essi manca di virtù.
Per una volta la spaccatura tra bene e male non è così netta, emblema di ciò è il Tenente Pianigiani che proietta il suo sguardo inquisitorio anche su se stessa riscontrando colpe che non sa perdonarsi.
Da qui l’impegno a combattersi e combattere menzogna e iniquità per ristabilire, almeno per un momento, una tregua di serenità e ricaricarsi per la sfida successiva.
Il Natale a Roccacupa dopo tanti sconvolgimenti non sarà più lo stesso, e se volete che anche il vostro cambi correte in libreria e seguite il profumo di resina, IL SANGUE DEGLI ABETI vi aspetta.
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Corrado Peli è nato a Castel San Pietro Terme (BO) nel 1974. Scrittore e giornalista, lavora in un’agenzia di comunicazione. Vive a Medicina, in provincia di Bologna. Autore già noto ai lettori con lo pseudonimo di Corrado Spelli per La stanza del dipinto maledetto (Newton Compton) e L’isola dei dannati (TeZLA Books); con I bambini delle Case Lunghe fa il suo esordio nel catalogo Nero Italiano. Il sangue degli abeti è il suo secondo romanzo in collana.