
Edoardo guarda le sue gambe e trema.
Fin da piccolo, quelli che dovrebbero essere gli strumenti delle corse, delle fughe e del calcio, diventano per il bambino un intralcio alla propria autonomia. Affetto da una rara malattia, Edoardo sperimenta sulla propria pelle la diversità.
A causa di continue vertigini il bambino non riesce a camminare autonomamente.
Deve quindi essere accompagnato e nei tratti lunghi trasportato su un passeggino, anche se ormai è grande.
Spesso questo attira sguardi dai passanti, ma Edordo è fortunato, ha una mamma sempre presente che se non può proteggerlo dalla malattia, lo fa con ferocia dai curiosi.
Il piccolo affronta la malattia con coraggio, incentivato dalla mamma e dal nonno e il giorno in cui riesce ad attraversare il corridoio della scuola da solo per raggiungere i genitori, rimarrà il più bello tra i suoi ricordi.
A spossarlo sono le cure sperimentali a cui viene sottoposto, lunghe sedute di terapie che lo stancano e lo deprimono perché non si notano miglioramenti. L’unico aspetto positivo è la conoscenza con altri bambini malati che lui sente simili a sé.
Ad aggravare il suo stato d’animo è il divorzio dei genitori.
La perdita del padre lo esaspera perché non riesce a capire e accettare la sua assenza.
Ritrovare un equilibrio per lui e sua madre non è semplice, ma Edoardo è costretto a reagire.
Lo stato di disabilità nel quale si è chiuso è diventato quasi un luogo sicuro e confortevole, qui può evitare di mettersi alla prova, d’altronde a bloccarlo più dello stato fisico, è la paura.
Ci penseranno i suoi amici, sempre presenti per lui ed Elide, il suo primo amore. Un romanzo intenso che parla di diversità e inclusione sempre con rispetto e cognizione.
Il testo nonostante qualche ripetizione dovuta allo scorrere dei ricordi, spesso ricorrenti, è molto toccante perché autobiografico.
“Vai tigre” gli urla il padre per farlo reagire e Edoardo dimostra proprio la forza e la tenacia di una tigre riuscendo a realizzare se stesso, accettandosi.
La sua è una sfida continua contro i propri limiti, ma questo libro ci aiuta a capire che con forza di volontà e tanto lavoro, anche i dossi più duri possono essere superati, basta sciogliere la morsa della paura che blocca le gambe e lo spirito e affidarsi all’amore dei propri cari.
Grazie Edoardo per averci raccontato la tua storia, sei un esempio per tutti noi!