“L’aquila tra i giganti” di Luigi Mattioli, Aporema. A cura di Patrizia Baglioni

Nella Piana del Rodano nel 122 a.C. Publio Valerio Corvino, ufficiale di cavalleria a capo di uno squadrone di soldati affiatati e fidati, rimembra con una certa amarezza la sua storia personale.

All’inizio della carriera, tutto faceva pensare che avesse davanti un futuro florido e ricco di successi ma una rovinosa caduta da cavallo aveva compromesso ben presto le sue aspirazioni.

Il suo carattere caparbio, restio alle regole lo ha allontanato anche dalla sua famiglia che lo ha lasciato al suo destino.

Publio Valerio però non si sente solo, lui è parte di un esercito, anche ai confini della Repubblica, lui è Roma, nella sua grandezza bellica e nelle sue zone losche e affascinanti come la Subura dove Publio ha ancora i suoi migliori amici. La grande città, con la sua politica spietata e ambiziosa, non perdona.

Essa provoca, ammalia e quando Publio Valerio cede ancora una volta all’istinto è obbligato a scappare, perché sa che un semplice comandante non ha nessun potere, non potrà mai far valere la sua verità.

Ecco la questione: la verità.

Che cosa sta diventando in realtà la Repubblica Romana?

Il nostro cavaliere, purtroppo, non può scoprirlo, per il momento deve solo pensare ad una via di fuga e sceglie di lanciarsi all’avventura con un certo entusiasmo, da troppo tempo era un ufficiale, ma ora può tornare a vestire i semplici panni di Publio, e in parte è una liberazione.

Quello che non si aspetta è l’incontro con i grandi popoli che abitano il nord, tanto potenti e spaventosi ali occhi degli italici, quanto diversi tra loro: i celti e i cimbri.

Scampato alla morte Publio ha l’occasione di osservarli da vicino dapprima impressionato dall’aspetto imponente e dalla spietatezza e poi conquistato dal forte spirito comunitario, dal coraggio indomito e dall’orgoglio di appartenenza.

Più il romano vive tra loro, più sono forti le somiglianze con il popolo romano, ma lui resta comunque uno straniero e fa fatica a comprendere i riti propiziatori dei cimbri così come la loro superstizione. I celti poi si rivelano ancora più oscuri, il loro legame con la natura è fluido, i druidi, loro guide religiose interpretano messaggi che arrivano dal mondo animale, dal cielo e dalla terra. Publio tutto coglie e assorbe con curiosità e smania di vivere. Il suo istinto di combattente si desta, anche se il ricordo spesso vola verso la patria, i suoi occhi come quelli di un’aquila guardano lontano ma il suo cuore resta vicino ai giganti.

Un libro dove il colpo di scena non si fa attendere e il lettore si ritrova subito coinvolto nella storia, si identifica con il protagonista e senza accorgersene si ritrova a riconsiderare un periodo storico che spesso si da per scontato.

I barbari del nord sono sempre stati presentati come rozzi e incivili, il quadro che ne fa Mattioli è diverso. Emergono le tradizioni, i legami ma soprattutto i valori familiari.

I personaggi sono tratteggiati con fermezza e i dettagli storici non passano inosservati.

La ricostruzione è estremamente puntuale nonostante la difficoltà degli storici a creare un quadro completo di questo periodo. Una sorpresa attende anche gli appassionati di archeologia e rende ancora più prezioso il testo che affronta una parte della storia poco nota.

Questo non preclude nessuno, uno storico ben scritto ha una porta di accesso per tutti facendo sentire il lettore parte della storia del romanzo e della Storia.

Un epilogo sorprendente crea una chiusura che forse lascia uno spiraglio a un seguito. Incrocio le dita e spero di incontrare di nuovo Publio e viaggiare sulle sue ali d’aquila.

***

Luigi Mattioli vive a Imperia, dove è nato nel 1969. Laureato in Economia e Commercio, dopo una lunga esperienza nel mondo della formazione professionale, attualmente lavora come dirigente delle risorse umane e finanziarie nella pubblica amministrazione. Studioso della cultura classica e della storia antica, appassionato di Celti e antichi Germani, in passato ha pubblicato racconti e poesie. Per Aporema Edizioni ha già pubblicato “Gens Vaga”, un saggio divulgativo sull’epopea dei Cimbri e dei Teutoni. “L’aquila tra i giganti” è il suo primo romanzo.

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