
Che cosa fareste se un giorno vi capitasse di tornare indietro nel tempo?
Se voi poteste decidere di riavvolgere il nastro e tornare a cinque minuti prima, come utilizzereste questo grande potere?
Naturalmente fareste qualcosa per diventare ricchi.
E quale modo migliore di andare ad Atlantic City e giocarsela nei migliori casinò?
È quello che fa Massimo Roma, lo “scienziato pazzo” della famiglia, quando scopre a causa di uno spiacevole incidente domestico, che può tornare indietro di qualche minuto e evitare inconvenienti o meglio ancora cambiare le proprie scelte.
Per Massimo questa è l’occasione di rivalsa che aspetta da sempre, trattato con condiscendenza dal fratello medico e con senso materno dalla sorella, stavolta può dimostrare di valere qualcosa.
Lui sa che le sue doti intellettive sono superiori alle loro, merita una vita migliore, una realizzazione speciale, il suo piano è semplice: conquisterà il mondo.
Atlantic City lo accoglie con benevolenza, è una città che già conosce e che lo ha già ospitato in passato.
Suo zio Dino ha una villetta sul mare che gli regala splendidi orizzonti, si fermerà lì fino a quando gli zii non torneranno.
L’affinità che lo lega al consanguineo è speciale, è fratello del padre al quale era profondamente affezionato e che nonostante sia scomparso da tempo, Massimo sente ancora vicino ricordando in ogni occasioni valida le sue citazioni di film.
Appassionato di cinema, il padre decifrava la vita attraverso le storie dei film e dopo ogni visione si convinceva che la pellicola appena vista, fosse la sua preferita.
Massimo che è un calcolatore, mostra grande tenerezza verso il suo ricordo, ma il presente lo aspetta, inizia a giocare e a vincere.
Il gioco che decide di sfruttare è il Blakjack, aggirato da tanti con calcoli matematici, contando le carte o puntando tutto sulla fortuna e la propria arguzia.
Per lui è semplice barare, quando sa che la partita è vinta, riavvolge il nastro e fa una puntata più alta.
Tutto scorre regolarmente, Massimo accumula soldi e nessuno ha sospetti su di lui, fino a quando una sera, il nastro resta fermo, non riesce ad utilizzare il suo potere.
La cosa sul momento lo manda fuori controllo, ma una volta riacquistata la ragionevolezza inizia a pensare a cosa possa aver inficiato la sua facoltà, c’è un’unica spiegazione: qualcun altro ha mandato indietro il tempo.
Massimo inizia a guardarsi intorno e la vede, una donna bellissima e affascinante dai tratti orientali che come lui gioca ogni sera in un casinò diverso, forse per non destare sospetti.
Aiutato da Gambetto, un vecchio amico appassionato di scacchi, riesce a rintracciare e a conoscere la signora Parker, Haneul.
Il suo nome in coreano significa ‘cielo’, e sì, per Massimo l’incontro con lei è come toccare il cielo con un dito, l’attrazione che sente è forte e il suo corpo quando le è vicino è quasi trascinato verso di lei.
Il loro non è un interesse casuale, anche Haneul ha il suo potere e decidono di conoscersi per capire se stessi e come funziona il meccanismo del riavvolgimento del nastro.
Tutto è perfetto, pensa Massimo, soldi, la donna dei sogni, sì, è talmente perfetto da essere sospetto…
Massimo in modo sistematico inizia un confronto tra realtà, sogno e realtà parallele, ma non c’è via d’uscita fino all’epilogo sorprendente che lascia di stucco il lettore e lo porta a riflettere.
Come in tutti i libri di Santaniello, le dimensioni e le discipline si incontrano e si incastrano formando qualcosa di unico e originale.
L’UOMO CHE RIAVVOLGEVA IL NASTRO è un libro di narrativa che si affaccia alla fantascienza, in cui il cinema e le leggi matematiche fanno da cornice, poi l’amore che realizza e confonde e la ragione che spiega ma non consola.
E infine la filosofia di Schopenhauer che parla del mondo come volontà e rappresentazione e dell’uomo in costante bilico tra consapevolezza e fuga dalla realtà.
Allora non resta che riavvolgere il nastro, tornare ai riferimenti del testo e programmare come Massimo un piano bene preciso: andare in libreria e comprare il libro.
PAOLO SANTANIELLO (Caserta, 1975), docente “contrastivo” di liceo in provincia di Napoli, ama la matematica, il cinema, la letteratura, i giochi, i diritti civili e il libero pensiero.
Il suo primo libro di narrativa è Acero e Acciaio (Aporema Edizioni, 2020) un romanzo storico collocato nell’Europa di fine Ottocento.
Nel 2021 ha pubblicato racconti di narrativa di generi vari in antologie con gli editori Ivvi, Apollo, Historica, Catartica e altri; e l’audiolibro Lo strano caso del paziente M a cura di Modus Operandi, novella horror-gotica classificata al primo posto del concorso Creepypopcorn.
La conversazione tra Patrizia Baglioni e l’autore Paolo Santaniello ha fatto emergere i temi profondi del romanzo con originali aperture filosofiche. Sono interessantissimi sia gli spunti sui meccanismi del gioco sia le reminiscenze cinematografiche nei vari dialoghi tra i protagonisti, con una precisa funzione nello svolgimento narrativo.
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