
C’è stato un periodo della mia vita in cui proprio bene non sono stata. Non sto a scrivere i motivi, non sono importanti a meno che non siate psicologi: in tal caso contattatemi che necessito sempre di terapie, magari gratuite.
Visto che i miei amici professionisti della mente si sono bellamente rifiutati di lavorare con me.
Sarà per colpa dei folletti che vivono nel mio armadio?
Dettagli irrilevanti ai fini della recensione.
Ecco riprendo il filo del discorso, lasciato in sospeso.
Dicevamo?
Ah si insomma un periodo di guano e non quello utile per fertilizzare la terra.
E sapete cosa si fa quando si sta male, quando il dolore bussa alla porta e tu propri non vuoi aprirgli?
Ci si rifugia in una dipendenza.
La mia era il cibo.
Una bella amatriciana ( con la A oltre con il guanciale) o una bella pajata, e il dolore era cosi disgustato dalle calorie che per un istante si allontanava.
Risultato, panza piena cuore sanguinante e chili di troppo.
Tanti, circa venti.
E il problema non è stato certo estetico.
Diffidente come sono nei confronti del famoso altro e sopratutto ribelle a ogni aspettativa e ogni ideale non era certo la mia nuova fisicità a darmi problemi.
Era la salute.
Eh si perché sui 96 chilogrammi non stavo mica bene.
A parte che non riuscivo a camminare, ma sopratutto avevo strani e inquietanti disturbi: cuore con tachicardia, e il suo rumore sembrava invadermi le orecchi.
Respiro affannoso e sopratutto loro, le malvagie transaminasi che stavano per oltrepassare la soglia accettabile.
Ma il vero problema si manifesto nell’estate 2019.
Io che amo alla follia la montagna e i suoi i sentieri, rimasi per un mese sulla sdraio.
Spiaggiata.
A guardare le montagne da lontano.
Se mi muovevo era un dramma.
Quello mi fece un cavolo di male cane.
Nessun prato, nessun bosco, nessun albero da abbracciare.
E cosi ho deciso di rivolgermi a un professionista.
Per tornare a stare bene.
E la paura era tanta.
Perché il grasso non mi aveva resa stupida e sapevo benissimo che dietro i chili aspettavano come avvoltoi una serie di personaggi pericolosi, latori di buone novelle, con la soluzione magica a portata di mano.
Pronti a stimolare in modo perfido ogni insicurezza.
Diete strambe, digiuni intermittenti, dieta della frutta, del minestrone, dell’avocado, li a prometterti un Eden che forse potevi raggiungere. Come non è dato sapere, se con una flebo o in una strana cassa di mogano.
E sopratutto, la dieta mi avrebbe privato di ogni alimenti?
Della gioia del cibo?
Della bellezza del convitto?
Avrei sofferto?
Sognato pagnotte e chili di lardo di colonnata?
Era un rischio.
E cosi mi sono rivolta a un nutrizionista.
E sapete la verità?
E’ stato una favola.
Mangiare bene, sano, di gusto e soprattutto riscoprendo un piacere che nulla aveva a che fare con la compensazione.
Non mangiavo né per nutrirmi, ne per allontanare il dolore.
Mangiavo perché mi piaceva.
Mangiavo e sentivo i sapori scendermi nel palato, sedurlo e scoppiare all’improvviso in un caleidoscopio di emozioni.
Una scoperta continua.
Un piacere che stavolta, arrivava dritto al cuore.
E più mangiavo, perché mangio molto più di prima, e più stavo bene in forma.
Il fisico si adattava, cambiava e l’energia iniziava a circolare in quei muscoli stanchi.
Fino a che senza accorgermi ho perso 18 chili.
Mangiando, con il sorriso e riscoprendo…me stessa.
Perché con il gusto ritrovato, io capivo i miei stati d’animo.
Salato per un momento di energia, dolce per una coccola, amaro per un momento di sconforto.
Non ringrazierò mai abbastanza la mia nutrizionista.
E quando in montagna sono arrivata alla fine del sentiero, alla fonte magica chiamata Fonte Stefano, ho pianto.
Di gioia.
Perché ero tornata a vivere.
Ecco questo mio racconto è la sintesi di tutto lo sforzo di una grande Giulia Biondi.
Che ci insegna un segreto semplice e bellissimo: mangiare è gioia, allegria e salute.
Si possono gustare i cibi e dimagrire e tornare a essere se stessi.
Senza paure, senza bisogno di riempire chissà quale vuoto.
E il metodo bilanciamo ( che seguo pure io solo che i calcoli li fa la mia nutrizionista) è qualcosa di meraviglioso, unico e stupefacente: ti restituisce il godimento, e ti fa sentire il cibo finalmente amico.
Perché amico oggi non lo è.
Nessun amico verrebbe usato.
Nessun amico verrebbe odiato.
Nessun amico suscita invidia o rancore, ne sensi di colpa.
Un amico ti fa sorridere.
Un amico di sostiene e ti fa camminare da sola.
E cosi il metodo semplicemente ti cambia la prospettiva.
E rende il cibo il miglior alleato per una vita sana, serena e piena di meraviglia.
Perché quando il corpo non è più un ostacolo, un problema ma un aiuto possiamo scoprire meraviglie nascoste, in noi, nell’altro e in ciò che ci circonda.
E dimagrire diviene il modo con cui entrare in contatto con il vero se, oltre i cumuli di grasso che ci servono per protezione da un dolore, una delusione o la difficoltà a considerare il mondo solo un posto da scoprire.
E Giulia ci parla con una semplicità assoluta di un qualcosa circondato da tabù, da veti e da pregiudizi.
Il metodo bilanciamo è cosi immediato che tutti voi potrete provare le mie stesse emozioni.
E oggi i miei occhi brillano perché so cogliere non solo la soddisfazione del cibo ma della vita stessa.
Con Giulia potrete anche voi.
Fatelo.
La vita va presa in mano, abbracciata e amata.
Amatevi.
Siete creature cosi splendide che meritate ogni possibilità, ogni incanto e ogni tesoro.
A Floriana
Che mi ha regalato una vita nuova.
Avevo scordato quanto fosse bella
Grazie.