“L’uomo nell’ombra. Mondi Paralleli” di Antonio Barbone, Bookspint. A cura di Alessandra Micheli

Eccoci di fronte a un libro davvero da consigliare.

E ammetto che, restare indifferente e conservare l’oggettività non è semplice.

Come posso non esaltarmi di fronte a libri geniali capaci di sconvolgere ogni certezza?

Barbone non delude le mie esigenze. Inizia seguendo una strada e e poi…ti mette di fronte a un bivio che giunge inaspettato e ..piacevole.

Ma iniziamo cercando di spiegare al meglio l’innovazione del testo in questione.

Ci troviamo di fronte a un thriller con cui condivide l’elemento di adrenalina che si evolve inevitabilmente in un mistero dai contorni soprannaturali.

Come ben saprete questo canovaccio ha le sue regole precise e quando si introducono gli elementi dell’esoterismo e del weird, spesso i veterani del genere sanno già verso che scenario finale si dirigono.

Barbone è un abile giocoliere, un apprendista stregone simile a quello descritto da buon Branduardi e pertanto:

Col mio cuore di matita correggerò

Gli errori fatti dal tempo

E con passo di guardiano controllerò

Che si fermi o che avanzi più lento

Ed è questo che succede.

Con quel cuore di matita corregge gli errori che il tempo ha portato nella letteratura, la convinzione di regole cosi rigida da rappresentare una prigione.

La capacità di far si che il momento si cristallizzi in qualcosa di immutabile senza evolvere e senza giungere al progresso.

L’uomo dell’ombra è un libro che riesce a vivere proprio perché esce fuori da ogni schema.

Accoglie le suggestioni prodotte dai temi cari alla letteratura e al tempo stesso li deride e li trasforma in altro.

L’ombra è la vera protagonista.

Quella che si agita nell’inconscio e che si manifesta nella creazione suprema di scenari, mondi e di realtà alternative.

In cui anche il peggiore invisibile può diventare un eroe e la linea di demarcazione tra falso e vero, tra reale e irreale sfumi con tutte la conseguenze che questa sfumatura porta.

Non a caso è citato un autore nel testo, un autore che personalmente amo è che è il simbolo di quelle bizzarie di quella follai che ci porta oltre al consueto: Lovecraft.

E’ da lui che parte questa crociata contro la consuetudine, contro quel vivere civile che esclude gli esseri umani dotati di una spiccata sensibilità.

Ovunque non riesce a allinearsi è lasciato solo con le fantasie che, oramai sono capaci di prendere il comando.

E cosi ci si trova di fronte a un monito: ciò che è nell’ombra per non diventare una belva crudele deve essere illuminato.

Deve poter entrare a far parte non della vita onirica ma della realtà di ogni giorno.

Deve diventare amico, confidente e alleato.

In fondo lo insegnava lo stesso Jung

Dentro di noi abbiamo un’Ombra: un tipo molto cattivo, molto povero, che dobbiamo accettare.

Dentro di noi abbiamo un’Ombra: un tipo molto cattivo, molto povero, che dobbiamo accettare.

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