Ecco un altro capolavoro targato Dark Zone tutto per voi! “I figli della cenere. La marea rossa” di Francesca Bertuca. Imperdibile!

La voce della maîtresse gli giungeva dall’interno del bordello come un mormorio appena percettibile. Quella della ragazza, invece, era più forte, smielata; la parlata tipica di chi sta mentendo e non è cosciente di essere un disastro nel farlo.

Alec smise di ascoltare. Non gli interessava realmente ciò che quelle due si stavano dicendo al di là dell’ingresso. Se ne stava con la schiena appoggiata al muro, mentre il temporale imperversava sulla città, a fissare due scarponi appesi davanti alla soglia; un’insegna come un’altra che avvisava che, nella palazzina alle sue spalle, si offriva vitto, alloggio e qualche scopata a buon mercato.

Sospirò e si sfilò dalla tasca il tubicino che la ragazza gli aveva dato per strada. Era leggero, di un materiale ben diverso dal ferro che lui era abituato a maneggiare alla fucina. Se lo rigirò tra le mani mentre qualche schizzo di pioggia gli bagnava il cappotto. C’era un pulsantino verde, verso il centro dell’aggeggio. Lui lo sfiorò con il pollice, poi lo premette. Dall’estremità trasparente del tubicino non uscì alcun fascio di luce, nemmeno una scintilla. Alec fece una smorfia e tentò di nuovo finché non si rassegnò.

Tornò a ficcarsi l’affare in tasca e a guardare il pavé crepato sotto i suoi piedi. Era asciutto, protetto da una tettoia in legno che fuoriusciva dalla facciata del palazzo come un dente storto. Un ragno camminava verso di lui, fuggendo dalla pioggia. Era uno di quelli grossi, con le gambe sottili. Caleb li odiava da quando aveva imparato a camminare. Ogni volta che se ne trovava uno in cameretta, gridava come una bambina e Alec era costretto a raggiungerlo, anche se stava dormendo o rotolandosi con Julia sotto le lenzuola. Quella che aveva nei confronti della fobia di suo fratello era una specie di missione, la cosa più simile che avesse mai avuto a farlo sentire un cavaliere. E poco importava se ogni volta provava a spiegargli che quelle bestiole non gli avrebbero fatto niente; aveva il compito di cacciarle. Quindi non si sorprese quando, fissando la corsa del ragno, iniziò a chiedersi se anche lui provasse delle emozioni. Era probabile che fosse così. Forse, anche quel ragno ambiva alla libertà. Forse, attraversare il vialetto, per lui, era l’unico modo per non annegare; il suo personale lasciapassare per l’al di là del mare, una via come un’altra per garantirsi la salvezza.

Alec sorrise. Quando il ragno raggiunse il suo stivale, lo schiacciò. Dopotutto, non tutti i sogni si realizzano. Non tutti vincono un biglietto di sola andata per un posto senza cenere. Non tutti sopravvivono.

Quarta di copertina.

Dopo essersi riuniti, Alec, Lilienne e Caleb partono per Milano, nella speranza di trovare dei soldati di Reine disposti a scortare a castello la principessa e a offrire una buona ricompensa ai due Larsen per averle salvato la vita. Ma mentre il loro drappello si mette in marcia, l’esercito russo, capitanato da Taras Van de Lias, attraversa la falla nel Muro, sconfinando nel regno di Reine. Nel frattempo, sotto la Corazza di Hanstad, il Corsiero inizia il suo regno del terrore, minacciando le speranze di un controllo americano. I problemi dei Richter sono solo al principio; la Marea Rossa è appena cominciata.

Bio.

Francesca Bertuca nasce a La Spezia nel giugno del 1987, una manciata di giorni prima del celebre discorso “Tear down this wall!” fatto dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Ronald Reagan, a favore dell’abbattimento del Muro di Berlino. Questo, in qualche modo, deve averla influenzata. Sin da bambina, infatti, ha dimostrato una forte predisposizione alla creazione di storie, ma anche alla libertà. In seguito alla scomparsa della madre, avvenuta quando lei era ancora una ragazzina, questo bisogno si è fatto più forte. Compiuti i diciotto anni, comincia a lavorare all’estero e, poco più tardi, si trasferisce a Parigi per poi tornare definitivamente in Italia nel 2011. Quattro anni dopo inizia la stesura del suo primo romanzo e, nel 2018, con il patrocinio dell’associazione culturale la Fenice, diventa docente di scrittura creativa presso la Biblioteca Comunale di Santo Stefano di Magra. Il primo capitolo della sua saga, I figli della cenere, viene pubblicato da DarkZone Edizioni nel 2020.

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