“Wild life” di J. Reed, Elison pubblishing. A cura di Gaia Puccinelli

Jodie Stuart è una ragazza concreta, con una vita più o meno regolare fino a quando il suo ragazzo la tradisce e (oltre al danno, la beffa) cerca pure di investirla.

La ragazza si ribella e per tutta risposta danneggia l’auto del suo ex, guadagnandosi una gita di crescita e rinascita sugli Appalachi insieme ad una comitiva di adolescenti problematici, che in cambio della partecipazione potranno ottenere la promozione.

Immerso nella natura, lontano dalla città e dalla routine, un piccolo gruppo disomogeneo e che sembra destinato a sgretolarsi nel giro di poche ore, diventa piano piano una comunità funzionale, forse anche di più, quasi una famiglia che deve imparare a condividere il peso delle difficoltà e a contare gli uni sugli altri per crescere e migliorarsi.

Ma non sarà così semplice, ostacoli interni ed esterni costringeranno i nostri escursionisti improvvisati a fare i conti con i loro demoni.

Demoni che ogni sera davanti al falò sono evocati dalle parole delle antiche leggende dei nativi americani.

Demoni che sera dopo sera si fanno più reali, più tangibili, più vicini, fino a poterne vedere le pupille infiammate.

L’unico modo per riuscire a sfuggire sarà prendere il coraggio a due mani ed affrontare una volta per tutte i propri traumi e le proprie insicurezze, ma sarà sufficiente per salvarsi la vita?

Introspezione, folklore, mistero e azione si mescolano in questo romanzo grazie ad una narrazione concisa, ma esaustiva, che tratteggia paesaggi con ampie e ariose descrizioni e risulta invece affettata e incalzante nei momenti di maggiore pathos, per accelerare il battito nei momenti giusti e lasciare invece che la mente possa vagare libera tra gli Appalachi quando le è concesso.

Oltre ad un messaggio di rinascita e di crescita personale che può avvenire soltanto grazie a sfide e a momenti difficili, ne troviamo un altro, forse meno immediato, che però può darci un’altra chiave di lettura: nelle antiche leggende c’è sempre un fondo di verità, anche se spesso non è quello che immaginiamo.

I nostri antenati sapevano bene che i veri mostri non sono altro che deviazioni della natura umana; uomini marchiati per il loro non aderire alle regole morali e civili, e proprio questa è forse la differenza maggiore che distingue gli uomini dai mostri.

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