“In fondo non era poi cosi cattiva” di Gianpiero Giordano, WritersEditor . A cura di Raffaella Francesca Carretto

Una notte come tante altre, nella Piazza d’Armi di un’Asti silenziosa e riservata.

Dei ragazzotti che la passione per la musica ha unito in un’amicizia, occhi maliziosi, attenti e anche impertinenti che studiano il via vai silenzioso in piazza.

E le donne sì poco dabbene che offrono a chi ne chiede servigi, un angolo di paradiso.

E un giovane soldato. E poi…

… inizia così, quasi come una tra le tante, la storia de “In fondo non era poi così cattiva”, il giallo dello scrittore astigiano Gianpiero Giordano.

Un’opera la cui trama si tesse di intrighi e vicende e che si muove in un crescendo di particolari, anche di una città riservata e al contempo vibrante di vita nei suoi scorci.

Un libro che ci porta in un’Asti degli anni Settanta, attraverso vicende che coinvolgono tanti cittadini perbene, protagonisti e non, e le loro vite.

Tutto ha inizio col ritrovamenti del cadavere di una di quelle donne di piacere che nella piazza d’armi svolgono “servizio”.

Un omicidio, più d’uno in verità, che dà il via a una serie di eventi e situazioni che coinvolgono la città. E ne raccontano anche i luoghi, le persone e le ipocrisie.

Un caso da risolvere nella cittadina astigiana, per l’ispettore Caracciolo che si vedrà brancolare nel buio inizialmente, e che poi attraverso un’attenta indagine ne arriverà alla risoluzione, e la cui evoluzione avrà tanti risvolti.

Emergeranno verità collaterali, ci saranno veri colpi di scena, verranno svelate verità e passioni, saranno svelati omicidi ricollegabili tra loro, e contestualmente si verificheranno anche situazioni al limite dell’ilarità.

Di fatto, ho sorriso per l’atteggiamento delle signore della città, le pie Donne.. vere bigotte.

Ma poi, lo sono davvero?

E ho sorriso a denti stretti per la scena che vede coinvolti una delle prostitute della piazza, un giovane soldato e un metronotte..

Ma a parte questi cammei che vi racconto, è la lettura nel suo complesso a dar corpo alla vicenda e accrescere l’interesse per una trama ben costruita e strutturata, che lascia indizi per venire a capo dell’indagine assieme all’ispettore e al suo vice.

Ciò che scandisce il tempo e la lettura, è proprio la scrittura dell’autore, che crea gli indizi e li lascia al lettore, contestualizzandoli nella storia ma senza dar modo di anticipare troppo la soluzione.

Al colpevole si giunge nel finale; prima, invece ci si trova di fronte a una storia ben costruita, in cui tutti i protagonisti sono parte importante a creare quei tasselli che, assieme, danno forza alla storia stessa in una trama di per sé ben articolata.

Di fatto, poi, un nuovo omicidio, con modalità simili al primo, portano l’ispettore a nuove ipotesi e forse conclusioni.

Magari un assassino seriale di prostitute.

Sta quindi all’ispettore, e al suo sottoposto, cercare indizi e testimonianze.

Cosa non semplice.

Soprattutto quando c’è da entrare nelle dinamiche di famiglie del luogo, e del gruppo delle prostitute.

Durante la lettura, incontrare come incipit di ogni capitolo, parti/brani delle canzoni di De André mi ha portata a immaginare di ascoltarne i brani mentre ero assorta tra le righe della storia.

Nelle mia mente e nelle orecchie era quasi come se riecheggiasse “Bocca di rosa”, mentre leggevo i vari passi della storia..

E in certi momenti, per similitudine, mi è quasi sembrato di “leggere” tratti del film “Caramelle da uno sconosciuto”.

È stato come catturare delle immagini, dei momenti, associati a qualcosa che ritornava ad affacciarsi alla memoria.

Mi stupiva procedere nella lettura, e amare ogni tratto di questo romanzo.

Avvincente, anche nel presentare situazioni trasgressive.

La storia è anche, in minima parte forse, lo spaccato di una società che vede grandi cambiamenti, ma che continua a ostinarsi nella sua quotidianità.

Quotidianità interrotta, frastornata da questi omicidi che gettano la comunità nel panico, e spingono a comportamenti forse irrazionali.

L’’ispettore Caracciolo scava nel sordido, cercando chiarezza dal mondo della prostituzione, e ciò che ne gravita intorno.

Come coloro che ne sono clienti… gli uomini perbene della città, o quei soldati del vicino Centro di Addestramento Reclute.

Soprattutto perché dei testimoni hanno visto un soldato, che si allontanava con la vittima del primo omicidio.

Ma perché uccidere delle prostitute?

Agli investigatori è difficile individuare il movente.

Sono allo stallo.

Passione?

Odio?

Ricatti?

O mero fanatismo?

Intanto le indagini proseguono, anche grazie ai testimoni, che nella loro disattenzione hanno però colto degli indizi.

E proprio questo, alla fine, conduce alla risoluzione del caso.

A chi sarà incuriosito e lo sceglierà, buona lettura!

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