Il sogno non finisce qua “Papillon. La casa dei giocattoli”, La ruota edizioni. A cura di Alessandra Micheli

Ah ragazzi mie, che libri vi stiamo presentando!

Atmosfere magiche e un po’ gotiche, personaggi indimenticabili, trame accattivanti e sopratutto generi che rischiano di essere dimenticati.

E ovviamente non è certo finita perché…adesso è la volta di un salto luogo arcano, uno di quelli amati dai bambini e dagli adulti.

Quanti ricordi mi suscita questo libro!

Ma andiamo con ordine.

Papillon è una storia antica perfettamente adattata alla frenetica vita moderna, una sorta di meravigliosa ristrutturazione della favola di Hansel e Gretel.

Solo che, per essere davvero perturbante deve cambiare scenario.

Non un bosco oscuro e pericoloso, luogo ideale per ogni notte terrificante.

Ma qualcosa che abbiamo sempre avvertito come rassicurante, come confortante, regno di gioia e letizia: un negozio di giocattoli.

E già la malia è compiuta.

Chi non si è mai innamorato di quel luoghi traboccanti di meraviglie?

Chi non si è mai aspettato di vedere orsi e persino schiaccianoci danzare e inchinarsi davanti a noi?

Dite la verità.

Nessuno.

Ricordo ancora il bellissimo negozio sito a Roma a piazza Navona. Quanti sguardi vogliosi di me bambina.

E ricordo le mie sortite, indifferenti, quasi casuali, con la scusa “ sa ho dei nipoti”.

E dio che senso di meraviglia!

Li regnava l’incanto e atmosfere stregate.

Li tutti i sogni erano a portata di mano e le risate cristalline di cuori puri rompevano il silenzio stanco degli adulti indaffarati.

Quindi un luogo davvero unico diviene…sostituto del bosco di Hansel.

I bambini vengono attirati quasi con un inganno, per nutrire forse non certo positive.

Anzi.

E’ il mondo degli adulti fatto di corruzione e di sentimenti che lacerano l’innocenza come vendetta e come rancori che ci rendono incapaci di perdono e quindi di redenzione.

Ecco lo scenario di Papillon.

Uno di quelli che restano tatuati a fuco nell’anima e continuano a fare capolino nei sogni, persino dei miei, che oramai di bambina non ho più nulla.

Eppure…forse dentro di me si agiuta ancora qualcosa se sono rimasta sedotta da questo libro.

O forse è il suo messaggio a tenermi ancora incatenata a quelle atmosfere…

Sapete chi è capace di spezzare gli incantesimi più malvagi e crudeli?

Un anima non corrotta dal male.

Una di quelle che vogliono restare capaci di stupirsi, di provare meraviglia, di essere un po’ come il fanciullino di pascoliana memoria.

Colui che è convinto che, in fondo, persino le bambole con i loro occhi fissi e vitrei abbiano un anima e una coscienza.

E il sortilegio ha inizio.

Un posto dove il sacro si tocca con mano e che, quindi oscilla tra il puro, simboleggiato dal bambino innocente, e l’impuro ossia dall’animo maturo corrotto dall’incapacità di perdonare.

E’ quindi una storia di redenzione?

Si anche.

Ma è sopratutto un libro che racchiude l’invito di Halloween: non lasciate che il quotidiano con le sue fatiche el a sua razionalità eccessiva, vi imprigioni il cuore. Sognate.

Credete nelle fate e battete le mani per non farle morire.

E siate un po’ dei raggi di luna, incantatrici pronte a difendere i sogni, dei piccoli cosi come degli adulti.

Un libro evocativo, delicato e al tempo stesso magico, bellissimo, seducente e perfetto.

Buona danza

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