
Vorrei avere un Don Arlocchi accanto.
Ogni volta che non comprendo la complessità di una vita che dovrebbe essere semplice e immediata.
Ogni volta che noto quante fastidiose sovrastrutture adornano il nostro viaggio terreno.
Ogni volta che leggo arroganza, pomposa strafottenza e invidie inutili.
Ecco in quei momenti mi ci vorrebbe davvero Don Arlocchi.
Con la sua parlata veracemente spontanea, la sua umiltà genuina e un profondo senso di giustizia.
Un povero prete ignorante si definisce.
Capitato in questioni forse più grandi di lui, con quella fede semplice che rimanda a un mondo antico, un mondo con i suoi difetti per carità, ma unito e solidale.
Don Arlocchi indaga ma nel suo indagare è aiutato dai suoi paesani, che in lui confidano e con lui si confidano, sempre in confessione, per evitare ogni diretto coinvolgimento.
Perché anche in quel bucolico paesino, uscito dalla penna perfetta di Masina, con i problemi quotidiani di sopravvivenza e di denaro la volontà di essere corretti non è morta.
Non è spenta dalle difficoltà.
Dalla mancanza di opportunità e forse, diciamocelo, di cultura.
Forse hanno quella che oggi a noi manca, cosi tecnologicamente avanzati, cosi capaci di conoscere tutto: ci scordiamo la bellezza dell’altro.
La meraviglia dei valori e di una fede che si nutre e ci nutre di fiducia.
E cosi il libro si snoda con una leggerezza profonda, delicato e delizioso, irriverente e bonario, tratteggiando con estrema dolcezza e rispetto anche il carattere più astioso.
Senza però giustificare il male.
Un po’ quello che facciamo noi oggi.
Delinque ma poverino lo ha fatto per motivi validi.
E’ davvero valido un motivo per disgregare una comunità già bella offesa?
Servono davvero grande profferte di aiuti, grandi campagna di valori, grandi manifestazioni di bontà se poi, nelle cose semplici il cuore è duro, e sordo a ogni lacrima ?
Don Arlocchi non si ricorda il altino.
Il suo unico piacere è caffellatte e poveri biscotti.
Ritiene un piatto di pasta la sugo un vero lusso.
E prega con un modo semplice e immediato un dio ritenuto non lontano nei cieli, ma vicino a noi.
Si preoccupa di offendere qualcuno ma non ha problemi se qualcuno offende lui.
Offre un sorriso e offre qualcosa di molto diverso dall’acume geniale dell’ispettore tipo: la sua esperienza con le persone.
Quella concretezza tipica degli uomini di una volta, poco propensi ai fronzoli e alle quisquilie e portati a andare diretti al cuore del problema.
Don Arlocchi anche se capace di grandi esami di coscienza, capace di identificare ogni tentazione, non è certo un bigotto.
Anzi.
Lui è curioso, troppo curioso e capace di prendersi le responsabilità una volta che gli capitano davanti.
Anche quella di proteggere gli innocenti, di punire i colpevoli e di risolvere il mistero.
Ma lo fa senza presunzione.
Con una delicatezza che lo rende, nonostante piccolo prete di cmpagna, un uomo di classe.
Ci vorrebbero davvero più Don Arlocchi in questo mondo.
Un libro intrigante, soccorrevole, dolce e al tempo stesso puro, libri che raccontano non soltanto una vicenda dai toni del giallo, ma anche capaci di restituire a uomini semplici poco interessanti per il mainstream il posto che gli spetta: nel nostro cuore.
Accettami così, ti prego non guardarenella mia testa c’é un mondo da ignorareVoglio che tu sia mia complice discretaAccettami e sarai la mia bambola di setaAccettami e vedrai, andremo fino in fondoNon pensare a cosa è giusto e cosa sta cambiando
Non ho detto mai di essere perfettoSe vuoi ti aiuto io a scoprire ogni mio difettoSe ne trovi di più, ancora mi sta beneBasta che restiamo ancora così insieme
Alex Britti