“I dodici fogli” di Francesco Boschi. Keira casa editrice. A cura di Alessandra Micheli

Non è sicuramente un libro facile quello di cui mi accingo a parlare.

Quindi cercherò di riordinare le idee e lo farò con voi, voi che mi seguite per addentrarvi sempre di più nel mondo strano, complicato eppure cosi bello dell’umana miseria.

Ed è questo contrasto che emerge con forza nel testo di Boschi.

Mi spiego.

Noi viviamo sospesi tra compassione e rigore, tra misericordia e abisso cupo. Un filo sottile su cui muoversi, mentre l’orizzonte ci illude e ci seduce con mille ombre, spesso dai colori cangianti.

Sulle spalle abbiamo il nostro zaino, zeppo, pieno, a volte cosi pesante che, basta solo un attimo, un guardare giù nell’abisso curiosi e tentati per sprofondarci.

E non riuscire mai a risalire, quasi mai diciamo.

Proprio perché quello zaino nasconde il paio di ali che ci ha fornito lassù quella divinità che odiamo, bestemmiamo e spesso lasciamo in disparte.

Convinti di essere soli, di essere messi alla prova in ogni angolo di esistenza. Persino nell’amore.

Pensiamo di dovercelo meritare.

Che solo i forti, i probi, i belli, i talentuosi, gli originali possono non sfiorarlo, quello capita a tutti prima o poi.

Ma trattenerlo, stringerlo a se in un abbraccio senza fine.

Confusi in un unico respiro, in un attimo che vorremmo durasse un intera vita. Ma la realtà, quella che noi scindiamo dalla bellezza di un attimo torna a bussare lieve o vorace alla porta.

E noi dobbiamo aprirgli.

O forse non avremmo mai dovuta lasciarla fuori.

Lei con le sue complicazioni, con i suoi perché, con le perdite e le sconfitte.

Lei immagine di quella colonna del rigore che non serve tanto a limitarci quanto a farci apprezzare di più la dolcezza dell’abbandono, la meraviglia del tramonto.

Ecco queste parole trascinate dalla malinconia triste di Case of you potrebbero descrivere perfettamente il libro.

Basato sull’incontro degli incontri.

Che non è solo amore ma è vita in ogni sua sfumatura.

E’ tutto ciò che ci può rendere umani o disumani.

Che ci può elevare al rango di dei o farci diventare i peggiori carnefici di noi stessi e degli altri.

E cosi un amore descritto come ovvio, naturale, spontaneo cosi come spontaneo è il vento appare quasi di soppiatto, quasi timoroso di farsi notare.

Eppure già offrendo ai due cuori la possibilità della crepa, dell’imperfezione.

Perché amare è guardarsi in uno specchio, osservare qualcosa di più profondo delle linee del volto e guarirsi, e guarire.

Il bagaglio sulle spalle però è troppo pesante.

Fatto di macigni regalati dalla società, dalla famiglia che acuiscono l’insicurezza di chi si affaccia timido in un cielo ricco di immensità eppure cosi soffocante per tanta, troppa libertà.

Mario e Camilla possono osservarsi, guardarsi penetrare a fondo in ogni loro debolezza.

Possono crescere assieme e diventare meno terrorizzati, meno affannati a ottenere il riconoscimento che gli spetta.

Chi con il lavoro, chi con la voglia di adempiere al ruolo perfetto, prestabilito, preconfezionato di donna, madre e compagna.

Senza la libertà di creare ruoli nuovi, di inventarsi e inventare.

Ecco che le crepe da opportunità diventeranno gabbia, e con la gabbia cresce la frustrazione e con la frustrazione…rimarranno solo pochi fogli a raccontare un finale, un epilogo che mai avremmo voluto leggere.

O che forse è iscritto proprio in quelle crepe che non vengono affatto riempite d’oro, cosi come certi vasi cinesi, che seppur pieni di venature dovute a un’improvvisa rottura, sono ancora più belli.

Perché ogni riparazione è fatta con oro e argento.

E l’ultima pagina, tutta la storia si legge con il fiato sospeso, decisi a andare a scavare sempre di più dentro le vite di Camilla, dentro i sogni infranti di Mario e persino dentro noi stessi.

E se una lacrima e un sussulto d’orrore attraverserà il vostro volto, ricordatevi sempre che ognuno di noi, ognuno, ha la penna giusta e la gomma adatta per cancellarlo il finale scontato.

E ricominciare sempre da capo.

Un testo intenso e venato di dolore, ma che brilla come brillano certe stelle nella notte più buia.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...