“I peccati offuscano la mente” di Lucio Gava, Ensemble edizioni. A cura di Patrizia Baglioni

In questi giorni ho avuto occasione di leggere più raccolte poetiche e in ognuna di essa ho travato una voce ben precisa.

L’espressione poetica è tra le tante del mondo letterario, quella più singolare, capace di trasmettere non solo l’identità dell’autore ma anche le sue intenzioni.

I PECCATI OFFUSCANO LA MENTE, si mostra fin da subito un lavoro originale, basta guardare la sua divisione in parti: A – Be – Ce – Diario.

In ognuna di esse Lucio Gava si esprime con versi liberi, non solo nella forma ma anche nel contenuto; l’anarchia del pensiero sovrasta ogni altra regola e l’espressione arriva diretta al lettore, lo colpisce, lo atterisce, lo porta a riflettere.

Il lettore diventa speculare e si rispecchia nelle immagini che il poeta crea con forza e intensità.

Credo che siamo delle opere d’arte agli occhi

Della persona corretta

E le gocce di rugiada su un filo d’erba

Siano dei diamanti dimenticati

Da una donna di fretta.

Credo che quella donna fossi tu

e non m’avessi insegnato a vedere come

Un creatore che crede,

Ma come un uomo che vede

Opere d’arte e diamanti nei fili d’erba.

L’uomo è protagonista della raccolta, esso viene studiato, e visto da più prospettive, ne emergono gli spigoli, i pensieri e le filosofie, il Verbo viene spesso richiamato come principio di tutto in contrapposizione con scienza e verità.

Il poeta naviga tra i versi, e attraverso di essi fa ricerca, si confronta e realizza Bellezza.

Chiedimi qualcosa d’irragionevole

E lo porterò ai piedi del microscopio

Col quale sezioni le ragioni di fede.

Nella menzogna non scalfisco

Il fatto scientifico della Verità.

M’illudo che il Verbo sia il principio di tutto

E muova le forme a munirsi della Bellezza.

Ti vedo rinascere dai fallimenti

Grazie ai granelli lasciati cadere nella tua anima,

Li sposto quasi fossero l’universo.

L’uomo trascende se stesso per raggiungere la verità, il costo è la fragilità che sperimenta nel percorso, e l’illusione della felicità sfuma o forse si annulla nella luce di un tramonto.

Nel peso della luce al tramonto

Come le falene stordite dal ronzare vorticoso

Attratte dalla lampada bruciano le ali,

Così attorno a te brucio l’anima al costo della felicità.

S’alzano le nuvole algide

E pare che tutto debba piovere

Da un momento all’altro.

Nel fango del giardino dei ciliegi

Semini rose spinose

Cogli gli uccelli, il vento, gli insetti

E in alcune primavere di un’esistenza

Fai vivere la vita di un fiore.

Gava non chiarisce, lascia il lettore interpretare, lo coglie di sorpresa con metafore insolute eppure dalla valenza espressiva impressionante, resto così colpita da alcune di queste immagini che devo tornare a leggere più e più volte i versi.

In realtà in questo viaggio fatto di versi “navigare in solitudine intere vite” sembra d’obbligo eppure tra le liriche spuntano immagini fatte di quotidianità: i passeri del porto, la sedia da campeggio intiepidita dal sole, e la vecchietta nata ieri.

Il linguaggio è quello delle “passioni forti” e si coltiva “il coraggio di resistere”, perché l’uomo è raggirato da una ragione fallace e dalle allucinazioni dell’amore e l’unica salvezza sta nella Conoscenza.

L’eco filosofico torna più volte in questa raccolta poetica che mi ha sorpreso per tematiche e forza espressiva, il poeta si muove in equilibrio tra mente e anima, tra virtù e certezze e prova la “parabola perfetta”

Ecco una parabola non è solo una curva piana, essa è un insegnamento morale, un confronto, e I PECCATI OFFUSCANO LA MENTE è tutto questo.

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