“Giorni senza tempo” di Cristiana Pacinotti, Calibano editore. A cura di Gaia Puccinelli

Dove finiscono i ricordi quando svaniscono?”

Ecco la domanda centrale, posta in apertura, nelle primissime pagine del libro e che sarà il filo rosso che accompagnerà il flusso di pensieri della protagonista e che è stato il filo rosso di molti italiani nei giorni del primo lockdown nel marzo del 2020.

Ci viene quindi molto semplice immedesimarci nella protagonista, sentire con lei il peso della scatola dove sono custodite fotografie e memorabilia del passato.

Così, in un momento in cui era quasi impossibile guardare avanti nelle nubi del futuro, ci si volge indietro, a metà tra il nostalgico e il sollevato, a guardare tutto ciò che è stato, tutto le persone che abbiamo incrociato, che abbiamo creduto di amare, che abbiamo creduto fondamentali, e che forse lo erano davvero, ma che adesso si sono volatilizzate, rintracciabili soltanto grazie alla rete, grazie ai social e in alcuni casi neppure così.

Cristina Pacinotti collega in modo biunivoco storia privata e storia pubblica, facendo rivivere a chi li ha visti in prima persona gli anni recenti, ma ormai non così tanto, della storia italiana, tra cortei di compagni, stragi, boom economico e molto altro.

La vita della protagonista è sfiorata da eventi di portata nazionale e talvolta mondiale che ne condizionano le scelte e le azioni, fino a portarla, passo dopo passo, dove è adesso.

Tra i primi ricordi, quelli dolceamari, dell’infanzia passata a contatto con la natura, nel bosco o al mare con la nonna, la sorella o i cugini, e gli ultimi, quelli in un mondo ormai totalmente urbanizzato e globalizzato, è racchiuso tutto lo sviluppo della società contemporanea, che però arriva ad una battuta di arresto, che dovremmo cogliere come un invito a riniziare, a mettere in dubbio i nostri valori, a chiederci come poter tornare in contatto con la natura che in quei giorni di lockdown sembrava volersi riprendere quello che le spetta di diritto.

L’autrice utilizza in modo esemplare la tecnica del flusso di coscienza con uno stile che, di volta in volta, si adatta alle diverse fasi della vita della protagonista, assecondando i cambiamenti nei pensieri di una bambina prima, di una giovane donna e di una madre, poi.

La lettura risulta piacevole, ma non priva di spunti per riflettere su quello che abbiamo vissuto e che ancora stiamo vivendo, rendendo più facile voltarsi a guardare quei giorni che ancora sono così vividi nella nostra memoria, quei giorni senza tempo.

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