Review party “La materia alternativa” di Laura Manzi. A cura di Gaia Puccinelli

Non vi sono vincoli sulla disciplina insegnata come attività alternativa alla Religione cattolica nelle scuole, se non quello costituito dal fatto che questa non può essere una materia già insegnata nell’Istituto.

Tale attività didattica è indipendente e non prevede alcun programma, lasciando ampia libertà di manovra al personale docente che se ne occupa.

Possiamo dunque definire, come spesso fa la protagonista dell’opera di Laura Marzi, questa disciplina come l’antimateria; una disciplina cioè, che si definisce come l’opposto di qualcos’altro, che si definisce per ciò che non è, per ciò che non fa, un po’ come i poeti secondo Montale “Codesto solo oggi possiamo dirti, /ciò che non siamo, ciò che non vogliamo”.

E in questa negazione gli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della Religione trovano il loro spazio, soprattutto grazie alla nostra professoressa che nel corso di un anno scolastico li accompagna e cerca di destreggiarsi insieme a loro tra argomenti spesso solo sfiorati nelle aule scolastiche come il razzismo, la discriminazione, il sessismo, la pornografia e il cambiamento climatico.

E questo spazio è uno spazio privo di lezioni paternalistiche, è uno spazio dedicato al dialogo, nel quale si impara tramite la dialettica, in cui ci si confronta con l’altro mettendosi in gioco in prima persona, scendendo con i piedi per terra e analizzando la realtà con cui ogni giorno i ragazzi si devono confrontare.

Lo stile di Laura Marzi è leggero, ma tagliente, permette di affrontare una carrellata di argomenti di rilevanza gigantesca per gli adolescenti e per tutta la società senza mai perdere l’andamento discorsivo e piacevole di un racconto quotidiano, ma comunque permettendo a queste grandi questioni di sedimentarsi nell’animo di chi legge ponendo le domande giuste al momento giusto, suscitando una riflessione, che il punto primo di ogni cambiamento.

Questo testo è uno spaccato sulla vita all’interno delle aule scolastiche, mostra fedelmente in quale clima si può trovare a lavorare un docente, anche precario, di una materia come quella alternativa, tra la diffidenza dei colleghi più austeri e tradizionalisti e l’iniziale sospetto e timore degli alunni, dei quali solo con fatica e determinazione potrà conquistarsi il rispetto e la stima, fino ad ottenere la domanda che più di tutte scalda il cuore e fa capire di aver svolto non proprio malaccio il proprio lavoro: “il prossimo anno sarà di nuovo con noi?”

Le vicende professionali e scolastiche della protagonista si intrecciano nel corso delle pagine con quelle della sua vita privata, dove si dichiara una seguace di materia alternativa in ambito amoroso, rigettando le norme di una relazione, sfuggendo da chiunque cerchi di affezionarsi a lei, non permettendo all’amore di sfiorarla per non doversi leccare le ferite dopo una delusione.

Così la vediamo crescere durante tutto l’anno scolastico insieme ai suoi allievi, insieme a Hossein, Meng, Safia, Amal, Michele, Nadir e tutti gli altri che animano le ore della Materia Alternativa, che ogni giorno si mettono in gioco per pensare fuori dagli schemi.

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