Review party “Il tessitore” di Cristina Rava, Rizzoli. A cura di Alessandra Micheli

Era da tempo che desideravo leggere Cristina Rava.

Ho sentito parlare cosi tanto dei suoi testi che mi sembrava oramai di conoscerla e avevo paura che mi sarebbe mancato il giusto stupore, quello necessario per innamorarmi e per rimanere ancorata alla trama e ai personaggi.

Ultimamente miei amati lettori mi sbaglio spesso.

E non potete capire quanto l’errore induca in me un senso di gioia e di appagamento simile al nirvana.

Essere imperfetti, scoprire che ogni nostra convinzione sia fallace, fasulla e destinata al macero è il regalo più bello che quel dio lontano ci possa elargire.

E’ il segreto che si nasconde in quel nostro privilegio, in quella nostro essere un po’ speciali.

E’ l’imperfezione che ci macchia a renderci unici, meravigliosamente umani e destinati a far parte di quel cielo che avvertiamo come estraneo.

E quest’imperfezione la ravviso anche nei dettagli spigolosi della nostra Spinola.

Amata ma non certo amabile.

Eppure dotata di quel segreto che ha permesso a prometeo di rubare il fuoco: la curiosità.

E’ quella che fa andare oltre le convinzioni, oltre l’apparenza, che ci fa scavare a fondo nel fango per trarne fuori la verità, unica chiave per liberarci delle catene. E cosi omicidi misteriosi trovano la loro giusta collocazione proprio grazie ai nostri demoni chiamati dubbi, perplessità e domande.

Quelle che sicuramente distruggono il nostro castello di certezze, le teorie incorruttibili e imperiture che adornano la spiaggia desolata del nostro io.

Sono quelle a spingere la nostra Ardelia a cercare il dato che sfugge, il dato distorto, quel dettaglio stridente e che però passa spesso inosservato.

Troppo abituati a una strana razionalità a servizio del proprio ego che spesso ci fa abbracciare costruzioni e ricostruzioni facili e immediate.

Ecco che la trama apparentemente semplice è solo un sipario che una volta alzato nasconde un ombra inquietante, un re assiso su un trono che si diletta a giocare con il mondo riducendolo a una vasta scacchiera senza anima.

Ecco che grazie all’intervento di Rebaudengo e a quello fondamentale di Ardelia questo losco figuro verrà stanato, ridotto al silenzio e ovviamente verranno riparati i torti.

Nella trama il perfetto noir si intreccia con un’attualità che ci lascia a bocca aperta, che forse ci omaggia di uno sgradito sapore amaro sulla punta della lingua.

Eppure è quel sapore amaro che è destinato a salvarci.

Perché sarà quello che ci metterà sull’attenti ogni volta che lo avvertiremo nell’aria, che lo sentiremo titillare le papille gustative.

E ci verrà alla mente questo libro dai toni ironici, sarcastici ma dalla velata, ma non troppo, prosa poetica. Che lo rende un tomo prezioso, da custodire gelosamente dentro di noi.

E magari anche nelle nostre librerie.

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