
Mi va di sperimentare, per accompagnare la lettura metto una musica di sottofondo e la scelta capita casualmente su alcuni brani composti da Ennio Morricone, in particolare quello creato per I promessi sposi che non sento da tempo, da quando ero piccola.
Mi accorgo in modo immediato che l’affiatamento tra musica e parola è completo e la commozione mi arriva immediata.
Il motivo musicale conosciuto nella mia infanzia mi riporta le immagini di un focolare acceso, di notti aperte alle stelle e ai racconti da esse suscitati, un’abitudine che non ho perso perché ancora oggi come l’autrice “aspetto la notte, per cantare/ Nel posto giusto, / Con l’anima / Un armadio aperto.”
E torno al mio paese, dove le estati fresche conservano gli odori, i segreti del giorno e i silenzi interrotti solo dai grilli.
Grilli
Muoviti per questo eco d’onde,
Grandi e piccole,
Che si infrange alla finestra
Per frinire nel paesaggio blu scuro.
L’atmosfera di un nuovo universo
Si avvicina parallela,
Mi scopro leggera.
Sì, mi scopro leggera, e la tentazione di andare avanti, di recuperare altri ricordi è forte, il fatto è che i sentimenti si fondono: ascolto attenta quelli dell’autrice e li confronto rapida ai miei, quelli di un tempo datati dalla nostalgia e quelli di oggi talmente limpidi da sentirsi scoperti.
Compio un percorso e osservo l’“alba nel salotto di montagna”, e ancora una volta la “bellezza” del verso spazza via le preoccupazioni, la poesia di Caludia Ronca conferma l’impressione iniziale: illumina.
Con poesie brevi e versi incisivi l’autrice riporta un momento emozionante che decide di condividere, di solito evocato da immagini naturali, dai colori che la circondano, dal mutare delle stagioni e degli stati d’animo.
La poetessa indaga in se stessa, scava instancabile e raggiunge profondità suggestive
Ora di neve
O Neve.
Se tu sei un pianto clandestino
La mia immaginazione è un angolo.
Dalla strada sporca e fredda, al riparo.
E di amaro. Perdo.
Tanti pensieri. Ancora
I pensieri si affollano, torno bambina col naso attaccato al vetro della finestra in attesa della neve, il cielo è scuro, e così io mi sento, basterebbe così poco per restituirmi pace, speranza, basterebbe una piccola luce, un fiocco e un altro ancora e la mia immaginazione prenderebbe il volo.
Mi guardo intorno, la sofferenza non se n’è andata ma il verso di Claudia Ronca mi aiuta a conviverci in una continua altalena emotiva tra VISIBILE E INVISIBILE.
E non c’è più differenza tra le due dimensioni sensoriali, riesco a toccarle entrambe, la forza della poesia rischiara ogni forma, le essenze si manifestano e io mi sento di nuovo in me, ristabilita, rinfrancata, viva e presente.
Perché come sempre dico: la poesia accarezza e cura.