“Fabuale noctis” di Daniele Batella, Dark Zone. A cura di Alessandra Micheli

Tendo a leggere Daniele Batella con un sottofondo musicale.

Proprio perché il suo stile è semplicemente simile a un accordo, note che si espandono in un questo silenzio magari davanti a un tramonto infuocato, mentre la mente gioca e colora i suoi infiniti mondo con tinte brillanti e dai colori sgargianti.

O cupe, fosche e nebulose, come quel crepuscolo che ho imparato, con il tempo a amare.

E il gotico si fa strada abbracciando un po’ di sottile malinconia, indossandola forse come un mantello atto a nascondere un po’ quel volto da Pierrott, con una lacrima eternamente sul punto di cadere, sul suolo arido, pronta a nutrirlo ma restia a lasciare quel volto tanto amato.

Batella è cosi.

Capace anche con le tinte più “splatter” a suscitare in me emozioni contrastanti, vittime di un romanticismo che sembra impossessarsi, come un alino nella mia mente.

Non sono affatto romantica.

O meglio lo sono se si considera cosi le atmosfere di cimiteri, lapidi e upupe. Cosi difficili da sopportare alla vista dei mortali e cosi vicini a quel senso di apparente decadenza ma che è invece ricca di vita e di sensazioni che sono capaci di riscuotermi dl mio letargico torpore.

E cosi aspetto i suo libri per restituire il volto al mio volto, cosi abituato a essere definito cinico, a tratti menefreghista e senza cuore.

Questo perché non mi sento parte della mia dimensione.

Non a caso mi sembra di viaggiare eternamente in un atmosfera onirica come quella descritta dai miei Eagles in Hotel California.

Mai del mondo ma nel mondo, battendo quasi con disperazione i pugni alla porta di un hotel di meraviglie sempre dannatamente chiuso.

Batella è la chiave per entrare in quelle stanze dai mille segreti, dai mille misteri ognuna recante su di se un simbolo.

A volte è il bar dell’ultima possibilità.

Un altra è la dimensione dove il macabro si sposa con una sensualità che è impossibile da vivere in questo fastidioso mondo diurno.

Fabulae noctis è l’altra porta che si affaccia sul lungo corridoio di hotel California e che ci porta in una diversa dimensione, più oscura, più cupa e al tempo stesso più seduttiva.

Viaggiamo tra mostri e vendette.

Tra torti riparati, tra uomini condannati ma mai vinti come nello splendido primo racconto, uno dei miei preferiti su Jack O’ Lantern.

Si trovano streghe e passioni proibite non per questo meno allettanti, maledizioni e antichi echi tratti dalle fantasie di ogni tempo, di ogni luogo. Fantasie che sembrano urlare prendi me.

Prendimi e portami altrove.

Fuori da questo mondo senza poesia.

Senza magia.

Senza più mistero.

Portami via con te e prendi la mia vita dandomi in cambio i sogni.

Sono grida disperate che escono dalle mie labbra serrate.

Pagina dopo pagina mi sembra di rivivere, di quietare quell’anima assetata, condannata a vagare in un mondo tropo scintillante.

Tropo colorato.

Cosi tanto da ferire i miei occhi troppo stanchi di fingere di essere brillanti.

E’ un libro dedicato all’ombra silente, nascosta tra le pieghe del nostro io, da troppo tempo ripudiata ma con ancora tante oscure favole da raccontare.

In ogni notte che viaggia sui nostri anni.

In ogni porzione di luna oscurata dalla nubi.

In quel piccolo angolo di cielo dove si agitano figure contorte ma cosi suadenti, capaci di chiamare a se pochi, prescelti.

E allora che fabulae noctis sia.

Che la magia si compia e mi rapisca.

La mia pura non è essere abbracciata dalla malia di questo apprendista stregone.

Ma di tonare alla luce del giorno, quella che ferisce i miei occhi e mi tiene lontana dai miei amati sogni.

Grazie Daniele per aver compreso quanto bisogno ci sia in ognuno di noi di una porzione di notte.

Ho provato ad uccidere il dolore

ma ne ho solo attirato dell’altro ghiaccio morente

e sto versando rimorsi e tradimenti rosso sangue

sto morendo, pregando, sanguinando e urlando

sono troppo persa per essere salvata?

sono troppo persa?

ti ricordi di me?
perduta per così a lungo
sarai dall’altra parte
o ti scorderai di me?
sto morendo, pregando, sanguinando e urlando
sono troppo persa per essere salvata?
sono troppo persa?
Evanescence Torniquet

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