
“Il diluvio” di Marco Santeusanio è un horror della casa editrice Delos che ha bisogno di essere letto.
Il diluvio è un racconto lungo, dodici capitoli, di apocalisse di non morti, che si abbatte su Napoli con irruenza sanguinosa.
La città è stremata, messa a fuoco e fiamme dalle guerre tra camorristi. La speranza sta morendo lentamente nel cuore di tutta la gente, schiacciata dalle ingiustizie e dalla violenza. Piove. Deve necessariamente piovere molto.
“… Un paio di occhi vitrei, una bocca aperta in un grido strozzato che ancora si contorceva e poi la gola tagliata, quel terribile squarcio proprio sotto il pomo d’Adamo, il sangue che pompava e poi.. Oh, no! No! No! …”
Gennaro De Falco è un malavitoso alle prese con un’imboscata. Due sicari, Luca e Giuseppe, lo stanno inseguendo. Gennaro scappa e trova riparo in uno storico ossario napoletano.
A quel punto però, di fronte all’ennesimo sopruso, scatta l’inferno.
Il primo punto di forza dell’opera è l’ambientazione: Cimitero delle Fontanelle.
Il secondo punto di forza è infatti l’originalità.
Non è più facile parlare di “morti viventi” perché si è scritto così tanto che sembra che abbiano detto di tutto. Quindi, per questo motivo, non si può non fare i complimenti all’autore per essere riuscito a dare un movente del tutto nuovo a questi zombie che spargono morte e distruzione, ma in modo davvero diverso.
Uno scenario che fa venire i brividi, esalta ogni attimo della vicenda, immersa nella paura e nel terrore, ma anche nella commozione.
Alcuni risvolti sapranno toccarvi l’anima e farvi indignare.
Piccola aggiunta: questa è storia ha una profonda morale. Ed è forse questa la vera sorpresa.