“Dove comincia il sole” di Matteo Palli, Silele edizioni. A cura di Alessandra Micheli

Mi sono davvero chiesta come avrei iniziato questa recensione.

Insomma Matteo Palli ha dato vita a una grandiosa ricostruzione storica e mitica di una guerra epica.

Ha ridato lustro a personaggi che noi avevamo imparato a conoscere, e odiare, sui banchi di scuola.

Stiamo parlando di qualcosa che fa parte della nostra tradizione letteraria e culturale.

Quindi sicuramente l’approccio doveva risultare colto, intrigante e degno di un cotal libro.

Avrei dovuto parlarvi dello stile, dei personaggi tratteggiati con forza dirompente, incuneare i dieci anni dopo la caduta di Ilio, laddove il mito ha confuso le acque e destinato la storia a diventare parte di quel cassetto della memoria che è custodito gelosamente in una regione cosi oscura e cosi luminosa allo stesso tempo, da diventare quasi la fonte di quella scintilla di orgoglio che ci permette di non perderci di fronte al tornado della vita.

E’ l’unica ancora in questo mare burrascoso che dura da tanto, troppo tempo. Tempi in cui gli eroi sono solo volti confusi, in cui il mito non ci regala più la narrazione eroica del nostro divenire, ma serve quasi per perpetuare e innalzare a divinità gli errori.

E cosi eccomi di fronte al dilemma dei dilemmi: come posso parlare di questo libro?

E sopratutto come posso farlo senza snaturare me stessa?

Perché è vero che Matteo cerca di compiere l’impresa delle imprese, di conquistare il suo vello d’oro cercando di storicizzare il mito seppur in assenza di fonti certe che non siano, ovviamente, l’illiade.

Ma io non sono quel tipo di blogger.

Non amo viaggiare nella logica, ne nello schema.

Non più.

Non amo dimostrare il mio sapere, scrivendo dotte disquisizioni piene di dati, fatti, date e esegesi.

Non lo sono più.

E non sono più in grado di fingere.

Sono entrata in quella porta oscura in cui viaggia non tanto il mito quanto gli archetipi, quanto il folle e il bizzarro, quanto il significato che anima ogni fatto da voi scrittori raccontato.

Quindi scusami mio Omero moderno, se stavolta non dimostrerò la mia conoscenza epica ma mostrerò tra le mani qualcosa di diverso, qualcosa celato, come una perla, nascosta nel fondo di questo mare di carta.

Scusami tanto.

Dietro il testo di un notevole livello culturale si cela qualcosa che ha scosso la mia mente, portandola a scorrere le parole quasi come se fosse assetata. Qualcosa che sente suo, che sente familiare e che accomuna ogni personaggio di questa epoca cosi come di quelle passate.

Ogni evento, ogni accadimento, il fato, al scelta o il dolore, di ogni uomo passato attraverso i mari della disillusione, gli universi del tradimento, gli abissi del dolore, e i cieli dell’odio è semplicemente un porto a cui approdare.

Noi siamo navi in viaggio miei lettori.

Cosi come lo sono i personaggi scampati alla caduta di Ilio.

E ogni viaggio porta con se visioni, persino cicatrici, esperienze e sensazioni diverse.

Porta con se la paura del destino e la consapevolezza della scelte.

Porta con se la voglia di rivalsa, il senso di vuoto, i sogni infranti racchiusi in un cassetto.

La volontà di credere, ancora, che dietro l’oscurità della notte senza fine, ci sia la possibilità che il sole risorga.

Che inizi a splendere, che illumini persino lo sfacelo, portando la speranza del domani.

E’ il viaggio il protagonista di questo libro.

E’ il senso che diamo a questo viaggio.

E’ importanza data non all’arrivo quanto al percorso.

in ogni fuga esiste l’inizio di qualcosa, di una nuova nazione, di una nuova cultura, di una nuova opportunità.

Nel viaggio, in quelle navi in balia di ogni elemento, di ogni emozione ci fanno compagnia fantasmi, ricordi, sofferenze, ma anche quella consapevolezza, quella che da vita a ogni tappa, è possibile ricominciare.

Dove tutto è iniziato

dove ogni cosa finisce con il fischio del vento e il profumo del mare

dove comincia il sole.

E allora che questo sia il vostro viaggio.

Quando la vostra Ilio personale crollerà sotto i colpi di un tradimento.

Quando sarete sopravvissuti e vi chiederete se il buio avrà mai una fine.

E vi troverete a viaggiare per ricostruire o scordare.

Saprete che esisterà sempre il giorno in cui il sole fa di nuovo capolino tra le nuvole.

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