
I personaggi fantasy sono forse quelli che richiedono un maggiore sforzo di caratterizzazione proprio perché così lontani dalla realtà. Spesso li avvertiamo dispersi chissà dove, distanti, perché tendono a voler personificare più i nostri sogni e i nostri ideali che le nostre fragilità.
Proprio per tale motivo davanti al giovane protagonista di questo fantasy ho la sensazione di ritrovarmi impreparata.
Leitar è un ragazzo senza talento, destinato ad un lavoro manuale nella fucina del padre adottivo, senza particolari speranze e senza prospettiva. Troviamo un eroe deriso e denigrato da tutti in cerca di riscatto, con nulla o poco da perdere.
Che ne sa Leitar del coraggio? Eppure dalle prime battute non possiamo non apprezzarne la grinta e la determinazione e siamo già arresi in prima linea a fare il tifo per lui. Leitar è curioso e la sua curiosità è la molla che lo spinge ad imbarcarsi in un’impresa epica e fantastica. La curiosità di questo ragazzo lo porta anche a farsi domande intelligenti che rimbalzano al lettore creando momenti riflessivi importanti. Ci chiediamo ad esempio perché non sia possibile rispettare le diversità altrui e ci si senta sempre costretti ad imbarcarsi in una guerra.
Il destino poi ha un modo originale di mischiare le carte e in questo romanzo riesce a mescolare le esistenze di due ragazzi provenienti da mondi lontanissimi tra loro.
Laura balla, sogna, ama, spera. Ha un’anima romantica attratta dall’intensità dell’azzurro del mare. La sua espressività è a tratti disarmante. Emotiva sì, ma anche decisa nelle proprie relazioni di amicizia e nella gestione degli affetti.
Il viaggio tra le Multisfere che altro non sono che i loro mondi è un viaggio fantastico ma anche un percorso metaforico attraverso dubbi, paure e aspettative.
Durgash, il demone da combattere minaccia le loro esistenze con un inverno senza fine e una nebbia eterna, sterilità e cecità di spirito nella mia interpretazione. La morte non risparmia sofferenze neanche tra i vivi perché imprigiona togliendo per l’appunto il bene più prezioso, più della vita stessa, la libertà.
Miriador, potente stregone ci insegna a trovare in noi stessi, nel nostro corpo e nella nostra mente l’arma più potente.
Scrittura pulitissima e al contempo ricca di particolari suggestioni descrittive ed emotive. Tante le domande a cui l’autore da voce, sapientemente mescolate da una trama decisamente fantasy in ogni suo aspetto, dai portali luminosi ai bastioni luccicanti, dalle armi antichissime alle chiavi magiche in un intreccio sempre vivo e mai privo di tensione.
Come va a finire ovviamente non posso dirvelo, posso però dirvi che mentre leggevo stavo sgranocchiando i pop corn e sono rimasta col braccio a mezz’aria per buoni due minuti per poi scuotere la testa e provare a far scorrere il dito sullo schermo alla ricerca di altre pagine. Niente da fare, era finito, ora mi tocca aspettare il seguito.
Consiglio per la lettura: Sette biscotti con il caffelatte, occhio al settimo!