
Nella storia sono stati in tanti, filosofi, astronomi, navigatori, artisti, scienziati ad essere trattati da pazzi perché sono usciti dalla caverna, hanno visto il mondo, lo hanno raccontato e hanno provato a tirare fuori gli altri che spaventati hanno preferito le catene alla libertà.
Così molti uomini nei secoli hanno pagato col sangue, sono stati derisi, perseguitati, crocifissi, arsi vivi perché una volta usati gli occhi non si può tornare indietro, non si riesce a far finta di non aver visto, non si può tornare ciechi.
I cuccioli d’uomo passano generalmente intorno ai quattro, cinque anni la fase del perché o come.
Fase che per qualcuno dura pochi anni, per altri, come ad esempio la sottoscritta, non finiscono mai.
È per questo che il protagonista di questo romanzo ha immediatamente tutta la mia attenzione.
Esso è un personaggio dinamico, uno di quelli che si fanno le domande, creano nella loro testa uno spazio ad hoc per le risposte e si rifiutano di lasciare quel posto vuoto.
Esso è curioso e la sua curiosità è pari a quella che spinse Colombo verso le Americhe. Anche nel sogno riesce ad essere razionale e a spingersi oltre, in barba alla prudenza.
È fuori dal sistema che lo rigetta e non lo comprende. Rischia con una consapevolezza di sé spaventosa e un’energia che nasce dalla sua capacità di contenere la paura e dalla fiducia nelle proprie intuizioni.
Rhia gioca a calcio e sogna, ma i sogni di questa giovane sono neri e strani.
Rhia segue una scia di briciole e arriva dritta nella tana dell’oltre.
È lei la chiave, la soluzione, la salvezza.
E poi c’è l’oscurità che inghiotte ogni cosa e il Mondo superiore pazzo e anarchico da sempre pensiero nascosto nelle menti più fantasiose, quelle che non si stancano mai di sognare.
L’ambizione di comandare il tempo, di poterlo leggere, di poterlo vedere, di poter cambiare il passato e predire il futuro è fonte di speranza e ancor più di disperazione.
Due coetanei non coetanei Esso e Rhia che si incontrano in uno spazio tempo fantastico.
Due storie che scorrono parallele e sono destinate a scontrarsi e intrecciarsi inevitabilmente. Un presente, l’unico tempo che ci rende liberi.
La bellezza di queste pagine sta per buona parte negli spunti di riflessione che ci lascia.
Primo fra tutti la gestione dell’innata tendenza umana a superare i propri limiti e le proprie dimensioni.
È un viaggio nel viaggio con un’attenta preparazione.
Nelle valigie dei nostri protagonisti l’autore ha messo ogni emozione, paura, desiderio, ce li fa conoscere e amare.
Consiglio per la lettura: evitate di sfidare le leggi della fisica, lasciate le mele nel cesto della frutta se non volete che la terra vi venga incontro.