
Cos’è il romanticismo?
Chi può essere definito romantico?
Forse lo è il sognatore amante del decadentismo?
O chi è affascinato dalla poesia?
O, ancora, romantico è colui che ama la lussuria in ogni sua forma?
Sembra semplice rispondere a questa domanda, ma, come spesso accade, è proprio ciò che ci appare facile a darci più problemi.
Sarebbe un sogno incontrare qualcuno che mi capisca davvero; qualcuno che veda il mondo nel modo in cui lo vedo io.
Già, incontrare qualcuno con le nostre stesse passioni è spesso un desiderio irrealizzato.
Preferiamo adagiarci e accontentarci piuttosto che cercare e cercare fino a trovare la giusta metà della mela, oppure ci capita di incontrarla, sfiorarla appena e perderla così come succede a due dei protagonisti del nostro romanzo.
Perché questo non è un libro d’amore, non fatevi ingannare, non lo è affatto eppure in questo romanzo l’amore è protagonista assoluto nella sua totale assenza.
Lo troviamo nella storia della giovane poetessa incompresa dalla sua stessa famiglia.
È presente nella vita del ragazzo amante delle scienze.
È preponderante nella vita dell’appassionato di romanzi.
E allo stesso tempo è sfuggente e fuggitivo, lasciando in chi legge un bruciante desiderio di lieto fine.
La letteratura esisterebbe in un mondo perfetto? Credo di sì. Tratterebbe dell’amore e del bene.
Ma questo non è un mondo perfetto…
E la letteratura, in questo specifico caso, non tratta dell’amore e del bene.
Bisognerebbe spegnere la televisione per tornare a pensare all’essenziale.
Forse il segreto è proprio questo: spegnere la tv, i social, ogni cosa produca rumore e tornare vedere intorno a noi, pensare, respirare e vivere ciò che ci circonda per trovare la felicità.
Perché, in fondo, “gli ultimi romantici” sono coloro che vivono cercando di seguire i propri ideali, all’inseguimento di una felicità utopica all’interno della distopia in cui viviamo.