
La poesia è una provocazione, porta a galla contenuti nascosti, intima al dialogo interiore, denuda chi si sottopone alla pratica catartica.
A questa piacevole tortura si sottopone Doris Bellomusto con la sua raccolta che già dal titolo preannuncia una pratica diretta di esprimersi, senza remore, pudori, senza veli.
La prima persona non è casuale come la sensibilità femminile che prevale in tutta l’opera, è pienamente donna questa raccolta capace di forza, concretezza e sensualità.
Presente è anche il carico che ogni donna porta con sé nella quotidianità, la fatica, le rughe, la mancata comprensione, l’imperfezione costante e il sentimento sentito senza mezzi termini.
E allora i versi diventano rifugio, un’immersione nel sostrato delle emozioni.
Bastarda
Nudi e senza pudore
i poeti lasciano in eredità
solo la vergogna che non hanno.
La mia poesia è un ridicolo reato:
un atto impuro in luogo privato.
Avido il mio cuore
cede al dolce inganno
anche stasera
e scrivo versi maldestri
ché dei poeti io non ho la purezza.
Io nasco bastarda.
Un’accusa quella che l’autrice si attribuisce di un “ridicolo reato”, di non avere la purezza necessaria.
La poetessa si sente “sporca” e allora arriva la poesia a ripulirla, a confortarla, a darle consapevolezza di sé e ogni dettaglio che incontra con lo sguardo le sembra un simbolo del suo sentire: il canto di una gazza le appare come una preghiera e un sorriso non visto un buongiorno d’amore.
I gesti che la poetessa racconta sono semplici, quotidiani, interpretano la purezza delle piccole cose, invidiano “la ventura strana” alle briciole di pane e parlano spesso il linguaggio dei fiori e della natura.
Il tema ricorrente è l’amore in tutte le sue forme: quello spezzato, atteso, quello struggente fatto di perdono e quello che si scioglie in un bicchiere di vino, “l’amore è un canto senza voce”, quasi una condanna, un naufragio “nello sciabordio del mare”.
E allora non resta che fare un voto di autenticità e affidarsi al tempo.
Nuda
Annodata e nuda sto
cinciallegra stanca
sul muto ramo del tempo.
Andiamo agli intenti.
La nudità è un atto di forza contro il pudore spontaneo, è un sguardo sul corpo privo di difese, è un guardarsi nelle pieghe della pelle, è un incontro con il tempo che passa, con la diversità che ci attraversa.
La nudità è pulsione, è desiderio di contatto, è audacia, è bisogno di calore vicino, è compensazione di solitudini.
La nudità è scabro scavo interiore, è indagine di tendini, ossa e lacrime.
La nudità è essenza, buio e sofferenza.
La nudità è germoglio di pensieri, di versi e anomalie.
Vostro compito scoprire se in questa raccolta gli intenti sono raggiunti.
Ciò che rende speciale la poesia non è solo la possibilità di espressione del poeta, ma anche quella di interpretazione del lettore che parte da un verso e riflette sul suo mondo.
Perché la poesia è prospettiva e cura.
Amo le poesie di Doris Bellomusto, che sento molto vicine e mi piace molto l’idea della nudità come “compensazione di solitudini”!
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