“Paziente preparato paziente salvato” di Franco Stefanini. A cura di Anna Calí

Quante volte ci siamo ritrovati vittime di un errore medico? Quante volte un nostro familiare o conoscente ha perso la vita? Quante volte hanno sbagliato a fare una diagnosi?

Tante, troppe volte.

Ogni giorno sentiamo di casi di malasanità.

Io stessa ho avuto la terribile esperienza di provare l’errore di una diagnosi e, ringrazio il cielo che mi sia andata “bene”, si fa per dire.

Infatti, non vi nascondo, che ho apprezzato molto la lettura di questo libro di: Franco Stefanini che porta il nome di: “Paziente preparato e paziente salvato”.

L’autore in questione si occupa da 20 anni di risarcimenti danni e ha fondato persino una società CO.RO.CA che permette di aiutare le vittime ad avere il giusto risarcimento.

Franco, con questa guida vuole stare vicino a tutte quelle persone e vuole aiutare i familiari delle vittime a superare l’esperienza negativa.

Lui sostiene che: bisogna creare un rapporto di fiducia tra il paziente il medico, cosa, che, oggigiorno è andata un po’ a scemare e, ce lo dimostrano i tanti casi di violenza che gli operatori sanitari subiscono. 

In questa guida, l’autore, analizza le varie questioni legate al mondo medico; partendo dal medico di base, all’importanza dei pronto soccorso, sino ad arrivare all’argomento della malasanità.

Un libro utile e che vale davvero la pena di leggere, scritto con uno stile limpido, fluido e accattivante. I capitoli non sono eccessivamente lunghi e si riescono a leggere molto facilmente.

Grazie a una penna fluida e delicata, l’autore riesce a catturare l’attenzione di tutti i lettori.

Sperando che questo libro possa rivelarsi d’aiuto a tutte le persone che hanno subìto un errore medico. 

 “La parola non abbraccia l’intera categoria del personale sanitario, né fa di tutta l’erba un fascio, ma si scaglia contro i disastri provocati da chi non solo non fa il proprio lavoro come si deve, ma lo fa male, malissimo e nel farlo male procura danni tali da compromettere, quando non terminare, l’esistenza dei propri pazienti che dovrebbe, fino a prova contraria, essere tutelata dal diritto alla salute.”

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