“La vita è lunedi. di sogni e altre quisquiglie” di Francesca Vitelli. A cura di Anna Calí

Francesca Vitelli ambienta il suo ultimo romanzo nella città di Napoli.

L’ultimo lavoro editoriale distribuito dalla casa editrice “Il mondo di suk”, prende il titolo di: “La vita di lunedì, di sogni e altre quisquiglie”.

I protagonisti di questo romanzo sono due uomini: il primo, Vincenzo, è un uomo adulto, che attraverso i cambiamenti sociali e non solo è maturato e ha iniziato a vedere le cose sotto un altro punto di vista.

Il secondo, Vincenzino, lui è un giovane bambino che sta iniziando ad affacciarsi ora al mondo degli adulti.

Un giorno Vincenzino, incontrerà Vincenzo e lo condurrà in un viaggio.

Un viaggio indietro col tempo che inizierà dalla metà degli anni Quaranta sino ad arrivare ai giorni nostri.

Un percorso fatto di ricordi indimenticabili, delle gite con gli amici.

Della televisione in bianco  nero, dei profumi dei negozi partenopei, che, ora, a causa della globalizzazione non esistono più.

Un viaggio fatto di: miti, leggende, cambiamenti economici, sociali e urbanistici.

Un libro che si legge in maniera molto semplice poiché catturati dall’utilizzo di uno stile frivolo, fluido e accattivante.

Grazie alla penna dell’autrice, noi lettori ci ritroviamo immersi tra queste righe, rivivendo alcuni aspetti della città di Napoli, che, per ovvie ragioni non tutti hanno potuto vivere.

Un percorso fatto di emozioni, ricordi, ma, soprattutto punto cardini del romanzo oltre ai sentimenti, è il mettere al centro i cambiamenti.

Nel corso degli anni la città di Napoli ne ha subìti tanti, ma, nonostante tutto: splende ugualmente. 

Il libro viene arricchito dalla presenza di fotografie in bianco e nero e ogni capitolo analizza un aspetto fondamentale della vita passata.

“Una giostra che pure ci piaceva era quella del fiocco, stavamo seduti in un drago cinese che correva su un binario circolare e dovevamo strappare il fiocco che pendeva dalla lanterna rossa  che allora ’ste lanterne si vedevano solo là, mò si vedono dappertutto – per vincere un giro gratis, era una cosa che riusciva a pochi. Per non parlare dei tozza tozza, quelle macchinine dove potevi speronare gli altri, quando uno teneva una faccia che non ti piaceva lo potevi puntare e andarci a sbattere dritto ’ncuollo, potevi speronare chi ti stava sulle palle: che senso di liberazione!”

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