
So che è un libro molto particolare e che potrebbe far storcere il naso agli appassionati, ossessionati direi, amanti e seguaci di Sherlock Holmes.
Che è cresciuto a discapito persino delle intenzioni del suo egregio autore Conan Doyle fino ovviamente a essere da lui stesso odiato.
Odiato miei amati lettori eh.
Come può, direte voi, il creatore disprezzare la sua creatura?
E’ semplice.
Ci sono delle icone che escono dalla carta e diventano..reali.
Troppo reali e pertanto distaccati persino dalla loro origine, ammasso di idee che danno forma alla parola scritta.
Sherlock è, dunque reale, nonostante e forse oltre le intenzioni di sir Conan.
E pertanto noi, e mi ci metto nel calderone, siamo quasi convinti che, in realtà questa figura sia storica, sia qualche che ha vissuto e calpestato le strade di Londra.
Eppure non è cosi.
Non è assolutamente cosi.
Sherlock è un personaggio di fantasia che però ha sgomitato invadendo la vita reale.
Per tanto io AMO adoro i libri in cui lui continua a essere invadente e a rubare il posto che non gli spetta ma che per me, in fondo, merita.
Ecco perché trovo i libri della King terrificantemente spavaldi e eretici tanto da rendere Sherlock meno Sherlock e molto più umano.
Qua non abbiamo l’investigatore senza macchia ne paura ma un essere umano in tutte le sue meravigliose contraddizioni che…si trova a dover uscire o meglio a voler uscire dalla sua comfort zone e confrontarsi con una ..donna. Immaginate il nostro Holmes interloquire con una donna?
Assurdamente e maleficamente meraviglioso.
E la nostra Mary la nostra stravagante Russell divine l’elemento di colore in un’opera fondamentalmente grigia perché è grigio il mondo sherlockiano, fino a sfiorare il regno misterioso e pericoloso del femminismo.
E qua signori miei si toccano alte vette di quel mondo multiforme che oggi viene visto quasi come una sorta di mostro tentacolare che tenta di mettere in discussione il nostro mondo.
Femminismo è il male.
Femminismo è l’anatema.
E’ il vaso di pandora di ogni malevole intenzione ribelle, usata per destrutturare e mai costruire.
Nel tempio di Dio si tenta di ricreare l’atmosfera del dopo guerra ( prima guerra mondiale) sulla soglia della belle epoque.
E quindi tutta quell’effervescenza, quell’atmosfera di progresso che sembra dover nascere nella mente e nella vita di ognuna.
E’ questo che rende Mary ancor più distruttiva del solito, intendendo distruzione in un accezione positiva, come quella di sfaldare ogni concetto eccessivo e ridondante a cui ci si appiglia in un mare in burrasca.
Mary incontra qualcosa che va oltre la sua ridigita ed è il sentimento.
La fede pura, senza spiegazione, senza prova e forse senza intelletutalismi, quella spinta capace di dare al mondo una nuova identità o almeno di provare a darla.
E grazie a questo sorso di innovazione svelerà il tentativo di una società che cerca di non crollare su se stessa e di riproporre il solito schema di potere e denaro.
E’ un libro molto più complesso del precedente e pertanto anche più affascinante, uno di quei libri da leggere e rileggere in continuo per trovarne altri significati e altri stimoli di riflessione.
Qua i protagonisti divengono davvero complicati, e forse risultano migliori del loro stantio cliché.
Ecco che Mary addomestica Holmes e gli fa ritrovare il suo cuore, quello sacrificato sull’altare dell’alterigia.
E al tempo stesso Mary grazie a Sherlock trova la sua autentica dimensione femminile.
Come?
Beh leggetelo per scoprilo no?