Review party “Cambia il vento” di Rebecca Quasi e Amalia Frontali, Words edizioni. A cura di Jessica Dichiara



Viaggio nel tempo in un’epoca in cui alcune cose si possono fare e non dire mentre altre si possono dire e non fare.

 
Intrigante inizio di questo romanzo in cui dopo la lettura delle prime pagine si fa veramente fatica ad immaginare un lieto fine. Nulla di ciò che accade sembra in apparenza poter in qualche modo appartenere al nostro secolo. E in effetti siamo alla fine del 1800.


Ciò che appare, immediato e inconfutabile, è l’immagine di un amore rimasto imprigionato per anni, chissà dove, chissà quando e soprattutto chissà perché. Ce lo diranno ovviamente queste due fantastiche autrici, ma non subito. Non senza lasciarci il piacere della scoperta, delle ipotesi e soprattutto non prima di averci fatto provare il simpatico istinto di strozzare ora l’uno ora l’altra, i due protagonisti.


L’amore c’è, fin dalle prime battute, ma gioca con le vite di tutti. Si nasconde per poi riapparire nel momento del bisogno. Si lascia scoprire svelandosi piano e soprattutto non è mai, mai, e sottolineo mai scontato. Assume forme diverse, fatte di sguardi intensi, minuti rubati al dialogo, premure e accortezze e infine una passione debitrice che con la potenza di un uragano rinnova, ringiovanisce e si scopre ancora più importante proprio perché in ritardo rispetto al tempo della storia.

Così la scoperta “della barbara usanza di dormire insieme” nasconde sapientemente dietro l’ironia un mondo fatto di apparenze, etichette, valori superficiali, ma anche forme di rispetto che hanno funzionato per secoli all’interno di corti, castelli e palazzi signorili. Può non piacere, ma la storia ci racconta di come i matrimoni fossero per abitudine da considerarsi contratti e quasi mai in alcun modo venivano associati all’amore avvertito a tutti gli effetti come una minaccia. Così questo sentimento dal quale i nobili ben si tenevano lontani diventa il vero tesoro dei poveri, del popolo che, non avendo nulla da perdere, può liberamente vivere le passioni.

La povertà, o meglio, l’allontanamento dalla nobiltà, restituisce ai nostri coniugi la possibilità di scoprire le proprie fantasie e le proprie inclinazioni. I figli, ben lungi da essere contorno alla storia, ci danno una visione lucida di come sia semplice adattarsi e di come la libertà è paradossalmente più facile da ottenere lontano dall’etichetta, dai balli e dai salotti nobiliari.


Ironia piacevolissima e intelligentemente favorita dalla presa in prestito del gergo marinaresco per esprimere emozioni e sentimenti in un mondo in cui la povertà appare travestita da ricchezza. Il “siamo evasi” del piccolo Philip, mi ha scosso dalle risate e al contempo ha riassunto in due parole tutta la speranza contenuta in questo romanzo. Speranza che scorre tra le pagine con una forza impareggiabile.

La ricerca attenta e precisa dei termini corretti da utilizzare in uno storico la possiamo riassumere con l’eau de Javel, un antenato della varechina. Altrettanto appassionata è la collocazione storica con un taglio preciso che non ha la pretesa di abbracciare ogni evento come spesso accade ma è perfettamente coerente con la trama proposta, lasciando al lettore di volta in volta degli spunti interessanti di riflessione e perché no, anche di ricerca.

La menzione all’editing la faccio perché portare a termine uno storico di qualsiasi genere non è mai facile per tantissimi motivi e qui il livello di precisione e nello stesso tempo di rispetto per gli stili ben coesi ma sempre (almeno per me che conosco ogni cosa sia stata scritta dalle due malcapitate sotto la mia penna), ripeto sempre riconoscibili, è altissimo.


Come si riconosce un buon editing? Dal fatto che sa rendersi invisibile lasciandomi godere appieno ora di Amalia, ora di Rebecca. Bravissime quindi le autrici nella scelta della squadra.


In ultimo il vento, protagonista della scenografia, attento, carezzevole, violento, ma sempre veicolo di cambiamento. È una storia coraggiosa, che non ha paura di ciò che può accadere, che impavida si espone e si lascia leggere senza pause. La storia di un amore lontano da noi secoli eppure tanto intenso e vero da poterlo sognare.


Consiglio per la lettura: tè e biscotti vi richiameranno ad ogni passaggio chiave perché lo esigono il luogo, il tempo e l’anima. 

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