
“Racconteranno che tutto è più facile”..
Mentre penso alle parole da scrivere per questa recensione la parole piene di forza di Pierangelo Bertoli mi arrivano come un pugno nella mente.
Mai state cosi vere in quest’oggi che dovrebbe dimostrare come il progresso migliori la nostra vita.
E che a volte si rivela cosi falso, cosi fragile più fragile di noi qua impegnati a raddrizzare torti antichi e sbrogliare matasse ereditate da chissà chi.
Abbiamo sognato gli anni duemila come se fossero la speranza di realizzare che il regno di prete Gianni.
Sapete quel regno misterioso favoleggiato dagli esploratori in cui la giustizia questa musa cosi lacerata, che è sempre stata messa in ginocchio potesse dominare incontrastata su di noi, su questo cosmo cosi sghembo e sempre fuori posto.
Racconteranno che è semplice dividere il bene dal male, la cosa giusta da quella sbagliata mentre le sfumature saranno nascoste sotto il tappeto elegante e morbido, coi bello con quei ghirigori da distogliere l’attenzione da quell’ammasso di marcio che ogni tanto fa capolino.
Racconteranno che ognuno è responsabile del proprio destino, in sola autosufficiente assolutamente non in legame con il tutto.
Che ogni azione non avrà mai conseguenza e che essere forti significa imporsi, dominare, manipolare e distruggere.
Racconteranno che il dolore può essere risolto con uno schiaffo, un pugno una parola storta.
Che la vendetta è vedere l’altro in lacrime, privato della dignità.
Che in fondo la donna va trattata male, che è il pieno diritto di chi ha un passato di ferite trovare sollievo ferendo a sua volta.
Vi racconteranno un mare di stronzate.
Ma alla fine ci crederete, perché è più facile seguire la corrente che nuotare con fatica verso il proprio lago tranquillo.
Perché farlo vi etichetta come strano, assurdo, irreale e sognatore.
Come se sognare fosse la colpa atavica che i nostri progenitori ci hanno lasciato non come benedizione ma come maledizione.
Vi racconteranno che la vendetta darà sollievo, che siamo tutti soli in questo mondo.
E quando la compirete sarete quasi venerati, quasi considerati eroi, perché è il vostro sacrificio, sacrificio di una parte di voi a compensare e alleviare le colpe della comunità.
Perché se il male trionfa è perché la comunità stessa distoglie lo sguardo e diviene complice.
Complice quando chiude gli occhi davanti agli abusi, che tappe le orecchie di fronte alle grida e agli urli di chi non vuole altro che poter esistere.
Saranno i retaggi familiari, le idee rigide di chi per trovare il suo posto nel mondo si trasformerà in una Maddalena che chiana il capo non per farsi ungera ma per farsi picchiare.
Perché la giustizia presuppone libertà e anche coraggio.
In questo splendido testo troverete un Eltjion Bida forse meno solare ma più profondo.
Ho conosciuto questo uomo e ho avuto la fortuna di stringergli la mano.
E lui ci dimostra che osservare il male non ci toglie la purezza e la pulizia.
Si può essere grandi uomini anche conoscendo il lato oscuro. E la luce che si ha dentro, non viene affatto spenta dal dolore.
Questo è un libro di apparente successo.
Ma se avrete il coraggio di andare dietro l’apparenza troverete lei la giustizia che piange e chiede ristoro.
Dateglielo.
E per poterlo dare dovete poter guardare e nominarlo il male.
Fatelo.
Non chiudetevi mai, in un mondo fatato. Mai
Racconteranno che adesso è più facile
Che la giustizia si rafforzerà
Che la ragione è servire il più forte
E un calcio in culo all’umanità
Ditemi ora se tutto è mutevole
Se il criminale fu chi assassinò
Poi l’interesse così prepotente
Che conta solo chi più sterminò
Romba il potere che detta le regole
Cade la voce della libertà
Mentre sui conti dei lupi economici
Non resta il sangue di chi pagherà
Spero soltanto di stare tra gli uomini
Che l’ignoranza non la spunterà
Che smetteremo di essere complici
Che cambieremo chi deciderà
Pierangelo Bertoli