
Lettura complessa, questo in onestà bisogna dirlo. Non che ovviamente tutte le letture debbano essere allo stesso modo immediate e poco impegnative. Sono fermamente convinta che ogni libro ha il suo ruolo nella vita di noi lettori. Questo romanzo in particolare ha un ritmo tutto suo, lento all’inizio invita quasi a farsi cullare dalle onde, poi quando sei lì bello adagiato ti acceca con un ritmo avvincente e ti costringe a divorarlo.
Bando alle ciance, intanto cominciamo:
La Fenice da il titolo a questa saga ed è un’organizzazione che ha come obiettivo la pace e il benessere di tutti gli abitanti del pianeta, controllando che lo sviluppo sia equilibrato e graduale. Inevitabilmente finisce per occuparsi di politica. Appare in alcuni passaggi come una sorta di sogno ripetuto, ben strutturato intorno a un progetto utopico e allo stesso tempo fanciullesco. Una parte di inconscio sopravvissuto che si evolve e trova la sua forza nella complessità. L’origine, l’evoluzione e la missione di questa organizzazione è l’oggetto della trilogia che la vede al centro di tutte le ipotesi.
Il linguaggio
L’autore se ne prende cura con particolare attenzione e allo stesso tempo aiuta il lettore che arranca fra i nomi degli attrezzi, delle corde e i termini tecnici e dialettali legati ai luoghi esplorati da Giorgio, il protagonista, e dalla sua compagnia. Lo aiuta attraverso le note sotto al testo, lo accompagna nel suo mondo, lo fa sentire importante. Le immagini vengono riprodotte con perizia e appaiono come un racconto di memoria viva, un regalo scampato al tempo e alle macerie.
Divertente ma anche intelligente l’ironia che viene utilizzata da Oriano Galvanini con grande maestria.
Il protagonista
Un marconista è l’addetto a smistare i messaggi e le comunicazioni al bordo di una nave. Il responsabile delle trasmissioni radio. Un ruolo che viene ben delineato nel primo volume. Un incarico legato al tempo pieno della nave in movimento e a quello morto dell’ormeggio.
Il marconista sulla sua torre
Le lunghe dita celesti nell’aria
Trasmetteva saluti e speranze
Per questa crociera straordinaria
(Titanic, De Gregori)
Ma veniamo a Giorgio, il nostro protagonista, marconista appunto. Ci viene presentato con una voglia pazzesca di avventura e l’anima esploratrice. Quando incontra la Fenice lo vediamo esprimere entusiasmo e meraviglia davanti alla tecnologia messa in campo a servizio di questa organizzazione che porta il piano del racconto verso un thriller fantascientifico. La crescita del personaggio è forse l’aspetto più incisivo del romanzo. È affascinante scoprire Giorgio in tutta la sua storia che si dipana per intere generazioni quasi a voler sottolineare l’importanza di una missione al di là della vita di ognuno di noi. Giorgio usa e mette in campo tutte le sue conoscenze, veramente tante. Coinvolge e ammalia. Non ci abbandona neanche quando deve lasciare il posto al futuro perché egli è parte delle radici a cui altri tempi si aggrappano, rivive in un compito eterno di ricerca del bene.
I personaggi
Strani, strampalati, ambivalenti, misteriosi.
Sono marinai, membri dell’equipaggio della nostra nave nel primo volume.
L’ammiraglio Gordon e il braccio destro Lucius.
Gli abitanti di Gliese832c nel secondo volume insieme ai membri della Fenice legati alla loro missione che diventa il vero centro di tutta la trama.
Gli esseri Incorporei capaci di sconvolgere le menti degli scienziati, di influenzare le popolazioni del futuro e di viaggiare nel tempo.
I luoghi
Sono luoghi personali, vissuti, se attraverso le pagine o nella realtà non saprei e non potrei mai dirlo ma sono immagini talmente nitide nella penna di chi scrive che leggerle diventa un po’ abitarle.
Sono luoghi immaginari, lontani o anche rievocati come l’impero romano nel secondo volume.
Menzione a parte per Trieste che rivendica un ruolo a cui tornare con la malinconia nel cuore nel primo volume per poi sparire negli altri due pur rimanendo radicata nel protagonista.
La trama
Nulla di particolarmente complesso, in realtà. È in apparenza un resoconto di viaggi e avventure legate alle spedizioni in mare a cui Giorgio partecipa. Eppure il fascino del viaggio si intreccia a quello della scelta. La Fenice vuole proprio lui. Allora dove andiamo? Dove ci portano queste pagine?
Il primo volume rispetto agli altri ha una dinamica tutta sua perchè rispetta l’esigenza del lettore di entrare nel romanzo, di lasciarsi trasportare ed esaminare le varie situazioni. C’è un intero mondo da esplorare e nessun dettaglio viene sorvolato, è così che il lettore viene accolto alla Fenice e comincia a immaginare che sia davvero possibile. Nel secondo siamo già su un altro pianeta, in tutti i sensi. Pienamente fantascientifico Imperium, con il pianeta Gliese832c e i suoi abitanti abituati a viaggiare nello spazio, è un’articolata missione contro la schiavitù e lo sfruttamento delle risorse. Nella Sala delle Decisioni Importanti si sceglie il tempo e il luogo della ricerca.
Introspettivo l’ultimo volume della saga in cui l’autore ci coinvolge in una ricerca importante, quella di Dio o quantomeno fantastica intorno all’origine dell’universo. È la passione che scrive in quest’ultimo volume che immagina la realizzazione della missione della Fenice. Utopia sicuramente ma anche tanta energia concentrata pagine dense di informazioni.
Tematiche
La solidarietà su tutte. Il mettersi in gioco per la salvezza del pianeta. L’equità così diversa dall’uguaglianza e così sperata da apparire a tutti gli effetti un’utopia. La schiavitù e la ribellione di essa da sempre storicamente conseguenza. Lo sfruttamento delle risorse per scopi decisamente poco nobili. La curiosità tipica degli scienziati che non rinunciano mai a spingersi oltre i propri limiti nel tentativo di svelare i segreti dell’universo. La libertà assoluta e relativa.
Rimane la voglia di imbarcarsi letteralmente in questa missione per esplorare i misteri dello spazio e del tempo alla ricerca del Tutto. Rimane anche il desiderio di imparare a comunicare attraverso le sensazioni. Rimane la possibilità di fuggire dal reale, grazie a queste pagine dense da esplorare, difficili da abbandonare.