“Una storia di successo” di Lucia Votano, Di Renzo editore. A cura di Alessandra Micheli

Qual’è la vera storia di successo?

Quella che assicura visibilità?

Che fa ottenere lodi e plausi?

O che ci mette sotto i riflettori e ci rende icone da venerare?

Forse in questi tempi cosi frammentati il successo, la storia vincente è quella che spicca con la sua apparenza fra mille fatiche quotidiane, ponendo il latore di tale regalo un po’ al di sopra della cosiddetta normalità.

La storia di successo riguarda quindi soldi, fama, scenografie di lusso, tutto ciò che per noi, oggi è importante.

Quindi questo libro, questo racconto strabiliante che ci propone Di Renzo editore, ci appare come l’ennesimo, trita narrazione della scalata del self made man.

Nulla di più errato.

Il successo qua è definibile in modo totalmente diverso.

E’ la volontà di sfidarsi di raggiungere non le alte vette della fama, ma di penetrare, si spera del tutto un giorno, nei segreti della vita di noi esseri umani, immersi in un microcosmo che gli antichi ci raccontavano come immagine sbiadita o in piccolo del macrocosmo.

La storia che ci racconta la Votano è quella dei progressi della fisica nucleare, sfociato nel raggiungimento con l’istituto nazionale di ben settant’anni. Settant’anni ragazzi miei.

Nato dalla visone lucida di menti geniali, grazie all’eredita del INFN ci ha consacrato, noi e la nostra bella penisola, come protagonisti degni del panorama della scienza della fisica internazionale.

E la fisica, signori miei, ha compiuto passi da giganti.

Da mero fatto meccanico a metodo di indagine che può essere definita anche spirituale.

Perché la fisica non racconta solo le leggi che regolano la composizione della materia, ma tenta anche di penetrare nella sua essenza.

Adesso è possibile avere in dono gli strumenti per scoprire l’intima natura di un universo che non è più cosi facile da raccontare, da racchiudere soltanto di formule prestabilite, ma apre la mente verso..il senso di infinito.

Oggi possiamo indagare la materia oscura.

La Sostanza delle particelle.

L’origine di un cosmo che si espande e si ingrandisce.

Possiamo osservare negli occhi i buchi neri e persino immaginare un mondo in cui la fantascienza oggi diviene scienza.

O possibilità.

Ogni volta che leggo un libro su questa strana materia chiamata fisica nucleare o persino astrofica, o fisica quantistica, mi sento davvero immersa in un vero paese delle meraviglie.

Un Alice nel mondo dei quanti per citare uno dei miei libri preferiti.

E cosi pagina dopo pagina la fantasia diviene qualcosa di diverso dall’elevazione da un mondo che non ci piace e non ci rappresenta.

Significa che è la mente a creare il mondo ma che al tempo stesso il mondo sfugge persino ai tentativi della nostra mente di renderlo ineleggibile.

E una sorta di sorso di infinito che mi fa sentire cosi piccola eppure cosi privilegiata.

Mi fa sentire benedetta da un mistero che avvolge la mia anima e forse, come direbbe Einstein, mi fa incontrare Dio.

Di sfuggita.

Lasciandomi solo una gran voglia di oltrepassare quella materia e quei buchi neri per capire che mondo esiste, al di la di quell’energia che stiamo analizzando solo oggi.

E leggere che è una donna non solo a interpretare la parte della cantastorie ma diventa parte stessa di esperenti fondamentali per la crescita della conoscenza, mi rende orgogliosa, felice e speranzosa che altre di noi, noi ragazze possano camminare sulle stesso orme lasciateci oggi, con questo libro da Lucia.

Il blog consiglia “Luci segrete” di Francesco De Girolamo, Il Ramo e la Foglia edizioni. Da non perdere!

Attraverso la forma poetica dell’haiku, Luci segrete illumina oggetti e azioni del reale concedendo uno sguardo che penetra e attraversa l’evidenza per mostrare altro.

La lingua, essenziale ma intensa, riverbera tra i risvolti del quotidiano, arrivando ad accendere pensieri nitidi, schietti e liberatori.

Sono frammenti di voci accorate che polverizzano l’afasia dei nostri tempi e mostrano l’aura del mondo.

Spetta all’accorto “destinatario” dell’opera, lacerato il velo di una inerzia emotiva assuefatta, smascherare il volto umano dietro questa tessitura di laicale sudario e riconoscersi in esso suo “simile e fratello”.
Ombra e luce coesistono e si avvicendano in rapidi passaggi

«[…] è quanto il libro Luci segrete annuncia, haiku dopo haiku. Sarà ogni lettore a leggervi un tema privilegiato o anche un topos tradizionale, o a cogliervi quella più radicale questione propria al compito essenziale della poesia. Come nelle bellissime immagini di Laura Medei che affiancano i testi: a una prima percezione estremamente eleganti e decorative, ma misteriose e “segrete” anch’esse.»

dalla postfazione di Carla De Bellis.


Piccole mani
muovono nella notte
luci segrete.
Se mi ricordi,
non legare al mio volto
silenzi e ombre.
Aspetta, aurora:
non è ancora svanito
l’ultimo sogno.


Francesco De Girolamo è nato a Taranto, ma vive da molti anni a Roma, dove, oltre che di poesia, si è occupato di teatro, avendo curato la regia di diversi spettacoli.
Ha pubblicato numerose raccolte poetiche, tra cui: Piccolo libro da guanciale (Dalia Editrice, 1990), con introduzione di Gabriella Sobrino; La radice e l’ala (Edizioni del Leone, 2000), con prefazione di Elio Pecora; Fruscio d’assenza – Haiku della quinta stagione – (Gazebo Verde, 2009); e Paradigma (LietoColle, 2010), con introduzione di Giorgio Linguaglossa.
È presente in diverse antologie poetiche, tra le quali: Calpestare l’oblio (Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana, Argo, 2010), Quanti di poesia – Nelle forme la cifra nascosta di una scrittura straordinaria – a cura di Roberto Maggiani (Edizioni L’Arca Felice, 2011) e Haiku in Italia (Empiria, 2015).
Suoi articoli letterari sono stati pubblicati su riviste, blog e siti specializzati di poesia e critica.
Nel 1999 è stato scelto tra i rappresentanti della poesia italiana alla Fiera del libro di Gerusalemme.
Ha collaborato dal 1994 al 2000 con l’organizzazione di “Invito alla lettura a Castel Sant’Angelo”, a Roma. Nel 2007 è stato eletto Responsabile per il Lazio del Sindacato Nazionale Scrittori – European Writers’ Congress.
Si sono occupate criticamente della sua opera, tra le altre, le riviste: Poesia, Poiesis e Atelier.

“Carestia” di Laura Thalassa, Hope edizioni. A cura di Barbara Anderson

SINOSSI:

Sono arrivati sulla Terra ‒ Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte ‒ quattro Cavalieri in sella ai loro temibili destrieri, diretti ognuno verso un angolo del mondo. Quattro Cavalieri con il potere di distruggere l’umanità, giunti sin qui per sterminarci tutti.

Ana da Silva ha sempre creduto che sarebbe morta giovane, solo che non pensava che sarebbe successo per mano di Carestia, l’essere immortale che cinque anni prima lei aveva salvato.

Ammesso che il Cavaliere si ricordi di lei, non sembra però che gliene importi, perché, quando si trovano faccia a faccia per la seconda volta, Carestia ordina che lei venga pugnalata a morte.
Ana, però, non muore.

La crudeltà è l’occupazione preferita di Carestia e quei bastardi senza Dio di umani la meritano tutta. Il Cavaliere non riesce a dimenticare ciò che gli è stato fatto, finché un fantasma tornato dal passato lo mette all’angolo, giurandogli vendetta per la sofferenza patita di recente. Carestia ne resta affascinato e decide di portare Ana con sé.

I due sono attratti l’uno dall’altra, ma restano pur sempre nemici e niente potrà mai cambiare quel fatto. Non una gentilezza, e neppure due. E, decisamente, non qualche notte di passione. È comunque consigliabile che i due riluttanti amanti smettano subito, o ci penserà il Cielo a intervenire.

***

Ci ritroviamo qui oggi sul nostro blog a parlare ovviamente di ciò che più ci appassiona e si tratta di libri!

Confesso che quando dal nostro blog abbiamo annunciato l’uscita di questo terzo libro della serie: “I Cavalieri dell’Apocalisse” io senza nessuna vergogna, senza nessun ritegno (lungi da me l’essere timida) mi sono precipitata dal capo del blog Alessandra Micheli per chiedere se fosse possibile per me occuparmi proprio di questo libro. Mi aspettavo di essere falciata con una mannaia vista la mole di romanzi che abbiamo da smaltire, e invece, ha esaudito la mia richiesta e grazie alla gentilissima cortesia della casa editrice e dell’autrice ho messo mani, occhi e cuore su questo romanzo.

Iniziamo subito col dire che la cover è assolutamente bellissima e che questo romanzo mi ha allietato ore della mia giornata, tenendomi sequestrata tra le sue pagine dall’inizio alla fine.

Ovviamente chi ama molto i libri, indipendentemente dalla sua fede religiosa o meno avrà messo mano alla Sacra Bibbia, Vecchio e Nuovo Testamento ed uno dei libri più belli e potenti di quelle sacre scritture è proprio l’Apocalisse.

L’ Apocalisse è quella designazione di scritture le quali contengono rivelazioni o profezie sui destini ultimi dell’Umanità e del mondo; per antonomasia, il libro omonimo di S. Giovanni Evangelista, ventisettesimo e ultimo dei libri accolti nel Nuovo Testamento. Il termine Apocalisse, deriva dal GrecoAPOKALYPSIS e significa: gettar via ciò che copre, svelare, rivelare. La rappresentazione dell’Apocalisse viene immaginata come 4 cavalieri che inviati da Dio scenderanno sulla terra nell’atto finale della giustizia divina.

Ed ecco qui che entra in ballo questa poliedrica autrice, dall’immensa immaginazione e abilità letteraria; la quale è riuscita a farmi leggere e innamorare di un romanzo fantasy romance.

Eh sì, io proprio io amante delle letture oscure, di thriller, horror e dark noir, che mi viene l’orticaria solo a sentir nominare il genere rosa (pur rispettando chiunque ne sia appassionato) ho proprio chiesto questa storia.

E fatemelo dire è un connubio assolutamente bellissimo di romance, dark, horror e fantasy; scritto talmente bene da far provare quella sensazione di rassegnazione per la fine del mondo, quell’oscurità che sentiamo imminente alitare sulla nostra esistenza anche oggi… terzo libro e terzo cavaliere (si può leggere anche individualmente ma sappiate che poi vorrete leggerli tutti!).

I cavalieri dell’Apocalisse sono 4 fratelli: Pestilenza, Guerra, Carestia e Morte. Ognuno di essi è dotato di un potere divino, sono spietati, giustizieri dell’atto finale della nostra esistenza. E in questo romanzo conosceremo più approfonditamente il terzo fratello: Carestia, anche chiamato : “il Mietitore”

E lasciatemelo dire è spietato, arrogante, crudele, una creatura antica, piena di segreti che un umano non potrebbe mai comprendere.

 Il Mietitore, un mostro dalla bellezza di un angelo capace di perpetuare la distruzione totale della mera esistenza dell’umanità; viaggia per il mondo e dove passa lui, tutto si distrugge, tutto si secca, tutto si esaurisce. Perché Carestia è affamato, affamato di tutto, non prova né pietà né compassione per la razza umana, che disprezza nel profondo della sua esistenza. Dall’aspetto di un dio minore in una missione terribile:  tra descrizioni di morte inflitta con assoluta freddezza, indipendentemente si tratti di uomini, donne o bambini, l’angelo giustiziere non avrà alcuna pietà.

Come può un Dio così misericordioso  inviare tutto questo dolore? Be ci sono stati dati secoli di possibilità per dimostrare di meritarci la nostra esistenza; ma tra egoismo, rabbia, cattiveria abbiamo sempre mostrato il peggio di noi e questo dobbiamo ammetterlo. Dio non ci punisce, ma invia i suoi Cavalieri a farlo e sono stati scelti, creati per compiere il lavoro assegnato senza margine di errore.

Nella storia incontreremo una prostituta, Ana, una ragazza allevata da una zia violenta, che non le aveva mai dimostrato amore ma alla quale era riconoscente per averla presa in casa dopo la morte dei genitori. Ana non aveva mai provato la gioia di una gentilezza, di un abbraccio, di una carezza, di una parola di affetto e (qui non vi svelo il motivo perché dovete leggere il romanzo per scoprirlo) all’età di 15 anni finisce in un bordello; sotto le ali protettive della maitresse Elvita che la introduce nel mondo peccaminoso della casa di tolleranza, Elvira l’aveva protetta, educata, e anche sfruttata ma Ana era piena di riconoscenza anche per lei.

Ed ecco che tra questa prostituta, sfacciata, irriverente, maleducata dalla lingua pungente e il Mietitore inizia un rapporto di odio, di rabbia ma anche fatto di riconoscenza e di un qualcosa simile ad un sentimento.

Riuscirà Ana a mostrare a Carestia che gli esseri umani sono ancora capaci di buone azioni, disinteressate? Riuscirà Carestia a comprendere la personalità della razza umana che tanto disprezza e odia? Perché Carestia prova così tanto odio per gli umani? Scoprirete di cosa siano stati capaci gli umani quando misero le mani su di lui catturandolo, scoprirete di cosa è fatta la misericordia divina nel momento in cui questa è stata prosciugata dall’aridità delle persone.

Vi troverete in Brasile e assisterete al potere di Carestia che è così affascinante, brutale e spaventoso da attrarre verso di lui nei mille modi possibili e immaginabili. Morire tra le sue mani può essere una morte rapida o una lenta sofferenza, dipende dal suo stato d’animo e dal suo insindacabile giudizio. Con la sua falce e la sua bilancia. L’unica giustizia è quella divina.

La scrittura dell’autrice vi farà venire i brividi, vi farà meditare sul vero valore della vita,  ma vi farà anche sorridere, ridere e sognare e sono rimasta allibita di come tra quei racconti di morte e distruzione io riuscissi a sentirmi complice di Carestia fino a considerare giusta la sua missione. Ho riso, tantissimo per gli scambi tra l’umana e il Cavaliere divino ho sofferto per tutto il dolore che Carestia stava assorbendo e di quanto fosse difficile per lui riuscire a perdonare non solo gli esseri umani ma anche se stesso.

Ana dimostrerà che la prostituzione non l’ha resa una persona inferiore o di minore valore spirituale poiché è capace di atti di amore e di compassione estremi, nella maniera più pura del mondo. Carestia, ha i suoi mostri racchiusi nel cuore, combattuto tra la sua missione e quel corpo così simile agli esseri umani che non sopporta di sentirsi addosso.

Ci sono scene feroci, ci sono descrizioni grafiche di morte e sofferenza, ma c’è anche tanto desiderio e quell’insistenza pazzesca di Ana nel cercare di trovare una debolezza anche nel Cavaliere; perché è sempre stato con il sesso che Ana si è sempre più sentita vicina agli uomini e alle donne.

Vi dico con tutta sincerità che mi sono assolutamente divertita tantissimo con questa lettura. Le battute coloratissime di Ana, l’essere così rozzo del Mietitore. La disperazione del mondo tenuta in pugno in una matassa di rovi piene di spine e un fiore che sboccia tra tutto quel groviglio di dolore.

Una lezione che insegna questa lettura è che bisogna sempre amare il prossimo per quello che è senza cercare di cambiarlo o di colpevolizzarlo per il modo in cui pensa o decide di vivere, usando comprensione, compassione e gentilezza. Vogliamo essere amati per ciò che siamo anche noi stessi e il nostro passato è un percorso che a volte abbiamo scelto di fare altre volte siamo stati spinti a percorrerlo per fuggire via da qualcosa di insopportabile.

Può un essere capace di tanto dolore riuscire a fare un piccolo gesto di gentilezza?

Dio è misericordioso e dà a tutti la possibilità di scegliere e decidere quale strada percorrere. Una possibilità che forse verrà data anche ad ognuno dei 4 cavalieri.

Leggetelo assolutamente io mi sono perdutamente innamorata del Mietitore e da oggi sollevo lo sguardo al cielo consapevole che arriverà quel giorno in cui vedremo tra le nuvole i 4 cavalli e i cavalieri con le loro sgargianti armature scendere per porre fine a ciò che non siamo in grado di apprezzare e proteggere: la nostra esistenza.

Il finale apre il sentiero all’ultimo della serie dei cavalieri dell’Apocalisse. Finale che non vedo l’ora di leggere.

Quando i sogni assumono il colore oscuro delle ombre e non necessariamente quello rosa dello zucchero filato. Perché il sentimento, l’amore, la passione, non ha genere letterario e ogni lettore è lì pronto ad accogliere il nuovo frutto di un emozione.

Grazie all’autrice e complimenti per l’immaginazione e la profonda ironia che ci ha regalato con questa serie straordinaria.

Il blog consiglia “Longevità Fatale” di Attilio De Pascalis. Da non perdere!

“Nulla è come sembra, ma tutto sembra possibile.

I misteri della genetica e i prodigi della tecnologia in un thriller avvincente”

Un visionario uomo d’affari confida di aver scoperto l’elisir che allunga la vita fino a 150 anni, in perfetta forma fisica e mentale, grazie a una pianta rarissima. Nel frattempo, cinque personaggi all’apice del successo muoiono in modo inspiegabile in diverse parti del mondo nell’arco di alcuni mesi: un imprenditore tedesco, una stilista belga, un avvocato inglese, un impresario italiano e una ricercatrice francese. Gli episodi si succedono da Portofino a Singapore, da Santorini a Capri, fino ai Caraibi. Tutti i casi sono archiviati come “decesso per cause naturali”, dopo brevi indagini. Nessuna traccia, nessun sospetto. Ma un brillante analista dei servizi segreti, David, e una intraprendente giornalista televisiva, Liz, sospettano qualcosa. E seguono un’ambigua pista fatta di singolari coincidenze. Fra i due inizia una relazione sempre più coinvolgente, che si accompagna a scoperte sempre più sconvolgenti.

Genetica, tecnologia, passioni e misteri si intrecciano vorticosamente.

La longevità affascina i miliardari del pianeta, disposti a spendere una fortuna per il prodigioso elisir, ma può risvegliare istinti primordiali…

“Longevità fatale” di Attilio De Pascalis, in tutte le librerie e sui portali online a € 18,50 e in ebook a € 9,99, Mind Edizioni, 240 pagine.

“Longevità fatale” sarà presentato al Salone del Libro di Torino, dal 18 al 22 maggio 2023.

L’autore

Attilio De Pascalis abita a Milano. È un consulente di marketing e comunicazione.

Laureato in Scienze Politiche, ha iniziato la carriera come giornalista economico per “Il Sole 24 Ore”. È stato direttore comunicazione in prestigiose imprese, a livello italiano e internazionale.

Autore di libri di management, è docente in seminari aziendali e in corsi di scrittura creativa. “Longevità fatale” è il suo primo romanzo giallo. Presto ne seguiranno altri.

“Scrivere è da sempre la base della mia attività professionale, presentando fatti e dati in maniera interessante”, spiega Attilio De Pascalis, “Poi ho intuito che potevo creare intriganti trame per thriller. “Longevità fatale” è il primo di una serie di storie alle quali sto lavorando. In tutte c’è un cocktail di eventi reali o verosimili, con un pizzico di fantasia”.