“Gli scomparsi” di Alessia Tripaldi, Rizzoli. A cura di Francesca Giovannetti

“Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l’abisso scruterà dentro di te.” (Friedrich Wilhelm Nietzsche)

Non necessitano altre parole per descrivere il protagonista di questo thriller profondamente psicologico.

Marco Lombroso, discendente del famoso e famigerato Cesare Lombroso, abbandona la specializzazione in criminologia a causa di questa attrazione per il buio che teme possa divenire la sua rovina.

Personaggio eccellente, fatto di luci e ombre, perennemente in lotta fra  istinto e ragione.

È come se il suo trisavolo gli avesse passato il testimone che lo avvia alla discesa nelle menti criminali.

Attratto come una falena dalla luce, Marco accetta di unirsi alle indagini, chiamato dalla sua vecchia amica Lucia.

L’autrice ha uno stile efficace e immediato; la scelta della narrazione al presente dà un ritmo serrato e palpitante.

Lo studio degli scritti di Lombroso si arricchisce della teoria di Jung sugli archetipi e apre al lettore stesso le porte dell’abisso.

Un libro che unisce una componente psicologica profonda a una corsa contro il tempo propria dei migliori thriller d’azione.

Un connubio perfetto, armonico e studiato in ogni sfumatura, compresa l’ambientazione: chi, leggendo di boschi fitti e cupi, dove è facile perdersi, non ha potuto fare a meno di cogliere un parallelismo con la mente umana intricata e malvagia dell’uomo divenuto criminale?

Cesare Lombroso direbbe “nato” criminale, la moderna scienza del profiling asserisce invece che si debba parlare di “evoluzione” di una mente criminale.

Le teorie di Lombroso sono state abbandonate e rigettate da tempo, l’autrice qui le rispolvera, aggiungendo elementi che portano quasi a una rivalutazione del primo medico scienziato, precursore di un primitivo profiling, ma che non riuscì a vedere oltre: però fu il primo a colloquiare con i criminali, a riportare le loro parole, a tentare una catalogazione delle perversioni, ispirando la metodologia di Freud e Jung.

Troppo tardi ammise che i fattori sociali, familiari e ambientali concorrevano a creare mostri, da tempo ormai era stato radiato dalla Società di Antropologia ed Etnologia.

Ma torniamo al libro: eccellente, in ogni dettaglio: personaggi, ambientazione, trama.

L’autrice mantiene sempre altissimi livelli di stile e narrazione.

Sceglie un tema lacerante: la scomparsa, resa ancora più drammatica se si parla di bambini scomparsi.

Ci insegna che si può scomparire in molti modi, non solo fisicamente, ma soprattutto mentalmente.

Orrore, farneticazioni religiose, manipolazioni perverse.

Un grande groviglio dove il massimo attore è Marco Lombroso, personaggio perennemente in lotta con sé stesso e con il mondo.

Un libro decisamente da leggere.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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