L’estate dei suoi quindici anni Melanie scoprì di essere fatta di carne e sangue
Ecco già a me basterebbe questo. In questa frase con cui parte il primo capitolo di questo romanzo c’è tutta la ricchezza e il tormento di un’età che finisce, bellissima quanto inconsapevole, per fare spazio all’adolescenza.
L’età del cuore che palpita, del guardaroba sempre in disordine, del sangue che scorre caldo e che ha bisogno di soddisfazione, la reclama a gran voce e nel segreto. L’età delle emozioni amplificate, del mai più e del per sempre.
È anche ufficialmente l’età in cui si smette di credere perché gli altri ci hanno imposto di farlo. Ci si sveglia senza Dio come Melanie oppure semplicemente si perde gradualmente interesse per tutto ciò che riguarda la religione, la fede e tutti i riti che gli girano intorno.
Ci appare tutto inutile, comprese le preghiere, vuote e sterili cantilene recitate più per far piacere agli adulti che per reale convinzione. L’apparenza e la realtà si confondono e ad emergere sono i desideri, segreti e tangibili.
I pensieri si fanno audaci nelle notti torride e spensierate, ma quando il destino mescolerà le carte sarà ancora l’immaginazione e la fantasia a tirare fuori dallo sconforto la nostra giovane protagonista che dovrà rimettere in gioco se stessa, i propri progetti, il proprio futuro.
Questo romanzo vibra, è irrequieto, a tratti assordante e sicuramente provocatore. Il linguaggio è sensuale e misterioso, in grado di trasportare il lettore in luoghi impervi, insoliti.
Le pagine ci accompagnano alla scoperta del pieno e del vuoto che viene riempito da maschere e finti sorrisi. Attraverso un tempo che scorre lentamente e che rende pienamente la sensazione fretta e l’ansia di crescere e bruciare le tappe.
Le parole si fanno metafora e vivificano gli incubi che mettono alla prova un coraggio ancora acerbo.
Mi piace quando i romanzi lasciano una porta aperta all’interpretazione, quando non mi spiegano per forza tutto, quando le parole non hanno la pretesa di diventare legge universale ma lasciano spazio ai sensi e si lasciano assaporare senza mai troppo svelarsi.
Mi piace avere una via d’uscita come in questo caso. Poter chiudere gli occhi e immaginare la storia a modo mio. Cercare i miei significati nascosti abilmente e ingegnosamente tra le righe.
E questa storia è così, ricca, abbondante di spunti e di non detti. Esempio di un mondo in un certo senso fantastico perché difficile da immaginare nella realtà. E gli occhi dell’adolescenza aiutano ancora di più a estremizzare le varie posizioni presentate.
Altra sensazione forte trasmessa da questo romanzo è la specificità dei ruoli di tutti i personaggi. Ognuno di loro era lì per un preciso motivo e ognuno di loro viene toccato dal destino in un modo diverso ma mai superficiale.
Angela Carter in poco più di una manciata di pagine riesce a portarci negli abissi dell’insicurezza e della solitudine, facendoci percorrere corridoi disseminati di rimproveri e paura, in cui è necessario camminare cautamente.
Dall’agio, dalla ricchezza, dall’ordine, da una bellissima casa provvista di ogni confort saremo costretti a passare al freddo e al gelo della povertà che viene tratteggiata accuratamente al punto che ho avvertito anch’io da lettrice un inquietante senso di perdita.
Tanti temi forti, su tutti la violenza e la solitudine e quell’aiuto che non arriverà o forse sì… per poterlo scoprire bisogna andare in scena!
Il finale arriverà con una forza devastante a spazzare ogni dubbio. Persino i ricordi si fanno certezze e vanno a rischiarare i segreti. Il proibito. L’inferno. Le fiamme.
Consiglio per la lettura: qui carissimi potrete sbizzarrirvi con la condivisione e verificare che vi saranno in effetti decine di interpretazioni diverse dello stesso romanzo.
L’estate dei suoi quindici anni Melanie scoprì di essere fatta di carne e sangue
Ecco già a me basterebbe questo. In questa frase con cui parte il primo capitolo di questo romanzo c’è tutta la ricchezza e il tormento di un’età che finisce, bellissima quanto inconsapevole, per fare spazio all’adolescenza.
L’età del cuore che palpita, del guardaroba sempre in disordine, del sangue che scorre caldo e che ha bisogno di soddisfazione, la reclama a gran voce e nel segreto. L’età delle emozioni amplificate, del mai più e del per sempre.
È anche ufficialmente l’età in cui si smette di credere perché gli altri ci hanno imposto di farlo. Ci si sveglia senza Dio come Melanie oppure semplicemente si perde gradualmente interesse per tutto ciò che riguarda la religione, la fede e tutti i riti che gli girano intorno.
Ci appare tutto inutile, comprese le preghiere, vuote e sterili cantilene recitate più per far piacere agli adulti che per reale convinzione. L’apparenza e la realtà si confondono e ad emergere sono i desideri, segreti e tangibili.
I pensieri si fanno audaci nelle notti torride e spensierate, ma quando il destino mescolerà le carte sarà ancora l’immaginazione e la fantasia a tirare fuori dallo sconforto la nostra giovane protagonista che dovrà rimettere in gioco se stessa, i propri progetti, il proprio futuro.
Questo romanzo vibra, è irrequieto, a tratti assordante e sicuramente provocatore. Il linguaggio è sensuale e misterioso, in grado di trasportare il lettore in luoghi impervi, insoliti.
Le pagine ci accompagnano alla scoperta del pieno e del vuoto che viene riempito da maschere e finti sorrisi. Attraverso un tempo che scorre lentamente e che rende pienamente la sensazione fretta e l’ansia di crescere e bruciare le tappe.
Le parole si fanno metafora e vivificano gli incubi che mettono alla prova un coraggio ancora acerbo.
Mi piace quando i romanzi lasciano una porta aperta all’interpretazione, quando non mi spiegano per forza tutto, quando le parole non hanno la pretesa di diventare legge universale ma lasciano spazio ai sensi e si lasciano assaporare senza mai troppo svelarsi.
Mi piace avere una via d’uscita come in questo caso. Poter chiudere gli occhi e immaginare la storia a modo mio. Cercare i miei significati nascosti abilmente e ingegnosamente tra le righe.
E questa storia è così, ricca, abbondante di spunti e di non detti. Esempio di un mondo in un certo senso fantastico perché difficile da immaginare nella realtà. E gli occhi dell’adolescenza aiutano ancora di più a estremizzare le varie posizioni presentate.
Altra sensazione forte trasmessa da questo romanzo è la specificità dei ruoli di tutti i personaggi. Ognuno di loro era lì per un preciso motivo e ognuno di loro viene toccato dal destino in un modo diverso ma mai superficiale.
Angela Carter in poco più di una manciata di pagine riesce a portarci negli abissi dell’insicurezza e della solitudine, facendoci percorrere corridoi disseminati di rimproveri e paura, in cui è necessario camminare cautamente.
Dall’agio, dalla ricchezza, dall’ordine, da una bellissima casa provvista di ogni confort saremo costretti a passare al freddo e al gelo della povertà che viene tratteggiata accuratamente al punto che ho avvertito anch’io da lettrice un inquietante senso di perdita.
Tanti temi forti, su tutti la violenza e la solitudine e quell’aiuto che non arriverà o forse sì… per poterlo scoprire bisogna andare in scena!
Il finale arriverà con una forza devastante a spazzare ogni dubbio. Persino i ricordi si fanno certezze e vanno a rischiarare i segreti. Il proibito. L’inferno. Le fiamme.
Consiglio per la lettura: qui carissimi potrete sbizzarrirvi con la condivisione e verificare che vi saranno in effetti decine di interpretazioni diverse dello stesso romanzo.