Borgo La Croce è un borgo come ce ne sono tanti in Italia, con pochi abitanti, tutti conoscenti, con pochi bambini e con tantissime superstizioni che fanno arrivare le loro radici in un tempo lontano e che riecheggiano nel presente grazie alla suggestione del luogo e alle credenze delle persone. Ma per i bambini, quelle storie che sentono sussurrare agli adulti non sono altro che un gioco, un’invenzione dei grandi per spaventarli e farli comportare bene, rientrando presto.
Così, Dario, Samuele, Francesca, Paolo e gli altri credono che quella filastrocca che invoca la piccola bambina albina, scomparsa in circostanze macabre e misteriose, non sia altro che un ritornello da canticchiare mentre decidono chi dovrà contare per il prossimo gioco di nascondino. Non sanno che in questo modo hanno inciso un marchio sulle loro piccole anime; marchio che diventerà indelebile con la tragica morte di Dario, della quale tutti gli altri sono parzialmente colpevoli, richiamando la presenza di Claruzia, pronta a vendicarsi per la crudeltà della sua uccisione, reclamando altre anime piccole.
I superstiti si porteranno sempre il peso della morte dell’amico sulle spalle, conducendo un’esistenza tormentata dagli incubi e dai sensi di colpa, ma anche da fenomeni meno ordinari, come la sensazione che quella filastrocca abbia fatto cadere su di loro tragedie sempre più grandi. Consapevoli di quale fine toccherà, prima o poi, ad ognuno di loro, quando Claruzia avrà deciso di essersi divertita abbastanza.
L’orrore che permea le pagine sembra vivo e capace di trascendere la carta per perseguitare anche il lettore, perché non c’è solo l’elemento paranormale a infondere terrore, ma il gruppo di bambini (che poi vedremo crescere), è tormentato dall’ansia e dai sensi di colpa: emozioni e sensazioni in cui possiamo trovare un’affinità più facilmente. In questo libro troviamo esplicitate e portate all’estremo le conseguenze della superstizione e delle ripercussioni che trovano fine solo dopo generazioni.
La figura di Claruzia è ambigua, avvolta dal mistero, resa inquietante più da ciò che le accaduto che non da ciò che era in principio, una bambina trasformata in un essere crudele che reclama compagni di giochi per la sua piccola anima dannata.
L’autrice ha compiuto un lavoro magistrale nel trasmettere una delle emozioni più complesse da evocare nel lettore: la paura, che in questo horror è dosata con cognizione di causa facendo in modo che chi legge sia spaventato, ma mai troppo da staccarsi dal libro.