L’età del jazz è all’apice del suo splendore, ma la diciottenne Casiopea Tun non ha tempo da dedicare allo swing; è troppo impegnata a spazzare i pavimenti nella dimora del ricchissimo nonno nel Sud del Messico. Desidera da sempre una vita diversa, lontana da quel polveroso villaggio: una vita che sia davvero solo sua.
Un sogno, però, che pare irrealizzabile fino al giorno in cui, aprendo per caso un baule di legno custodito nella camera del nonno, libera inavvertitamente lo spirito del Signore delle Ombre – il dio maya della morte -, che le chiede di aiutarlo a riconquistare il trono usurpato dal fratello. Se Casiopea fallirà nell’impresa, andrà incontro alla morte. Se invece riuscirà, il suo sogno potrà finalmente avverarsi.
Assieme a questo dio incredibilmente bello, e armata unicamente della propria intelligenza, la ragazza intraprende una fantasmagorica avventura che la condurrà nelle foreste dello Yucatán, nella sfavillante Città del Messico e, più oltre ancora, fin negli abissi dell’Oltretomba maya.
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Allacciate le cinture di sicurezza. Sedetevi comodi, tenetevi per mano!
Un altro viaggio nell’Altrove sta per cominciare.
Per sicurezza e se avete fede potrete recitare anche una preghiera, se non avete fede chissà che non sia questa l’occasione per cominciare a credere in qualcosa di superiore, di immenso, di grande, di divino.
Caos, confusione, traffico, gente che si muove come formiche laboriose, un via vai di suoni di rumori di vita…
Apro gli occhi e mi guardo intorno: nessuna nebbia, nessuna oscurità, tutto sembra pulsare di vitalità e di colore.
A giudicare dall’abbigliamento delle persone siamo nel cuore degli anni 20: Messico.
Che gioia sto provando sono stata in Messico molti anni fa ed è stato uno dei paesi più belli che io abbia mai visitato.
Ricordo perfino di aver mangiato in un villaggio insieme a una antica famiglia discendente dei Maya e fu un’esperienza particolarmente superba; non si trattava di una meta turistica ma di un’avventura in cui mi lanciavo di mia iniziativa e della quale porto ricordi stupendi.
Oggi mi sento particolarmente viva e con curiosità mi incammino addentrandomi in questo viaggio aspettandomi un connubio speciale con la mitologia Maya.
Improvvisamente mi ritrovo in questa abitazione sontuosa, in questo villaggio c’è una ragazzina che viene comandata a bacchetta, mi ricorda molto Cenerentola solo che non ha le sorellastre ma delle zie arcigne e burbere, si occupa di suo nonno anziano, facendole da badante e servendo gli altri membri della famiglia.
Suo padre era morto e lei e sua madre avevano chiesto aiuto e ospitalità al nonno e si erano sottomesse a servigi e lavori per poter giustificare la loro permanenza nella casa della famiglia.
Casiopea, ha il nome di una costellazione, ha molti sogni e desideri seppur è una ragazzina semplice e di campagna, ha anche il suo carattere irriverente, ribelle e pur lavorando con costanza e dedizione sa tenere testa con la sua lingua senza freni alle angherie dei familiari e soprattutto dello spregevole cugino Martin.
Spregevole nei modi che purtroppo stonano con il suo bell’aspetto e signorilità, rendendolo gli occhi di Casiopea un essere da disprezzare.
Mi ritrovo accanto ad un baule di legno con un’incisione Maya, all’interno un mucchio di ossa.
Avete presente il genio di Aladino? Si sfrega la lampada e appare il genio che esaudisce i tuoi desideri; qui Casiopea aprirà questo baule e risveglierà non un genio intrappolato ma un dio Maya, il quale la legherà a sé con una scheggia delle sue ossa nella carne creando con lei un collegamento di vita e di morte con cui lui si nutrirà fino al momento in cui potrà scontrarsi con suo fratello gemello che gli aveva usurpato il trono nel regno di Xalba.
Ebbene sì, abbiamo davanti un dio Maya bello, di una bellezza incredibile, il dio della morte, ed è furioso e promette a Casiopea di compensare se lo aiuterà e lo accompagnerà nel suo viaggio e qualora si rifiutasse per lei sarebbe la morte.
La percepite come me questa follia? Esiste un solo Dio? Esiste il paradiso e l’inferno?
Gli dei che esistono nelle storie appartengono alle convinzioni. La fede, gli dei, le religioni esistono grazie alle credenze che le persone scelgono di sostenere.
Davanti ad un dio Maya siamo folli? Siamo dei prescelti? O siamo semplicemente la vulnerabilità dell’essere umano?
Siamo nell’inframondoin questo viaggio, il luogo che chiamiamo terra e che appartiene agli esseri umani, ma c’è qualcosa che unisce il cielo, l’inframondo e l’aldilà e questo viaggio ci sta portando nel cuore dell’oscurità; là dove scorrono fiumi di sangue e di pus, la dove è solo eterna oscurità, là dove la morte regna sovrana e attende l’arrivo di ogni cessata vita.
Stiamo affrontando questo viaggio chissà forse perché siamo nati sotto una buona stella, abbiamo la fortuna di poter fare questa esperienza oggi eppure Casiopea sembra essere nata sotto una grande sfiga.
Tutto sembra andare male, tutto sembra un brutto scherzo del destino.
Ma cosa siamo disposti a fare per realizzare un sogno? Cosa siamo disposti a perdere per il raggiungimento di un obiettivo? Cosa siamo capaci di fare per amore?
Ci ritroviamo su una nave in viaggio con un dio e una ragazza di campagna sporca e povera, non siamo in cerca di chissà quale tesoro, non stiamo cercando la fortuna stiamo percorrendo le incognite della vita, che possono condurre e che condurranno prima o poi inevitabilmente alla morte.
Stiamo cercando un occhio, un orecchio e una collana di giada. Stiamo affrontando una nuova avventura!
Chi o cosa genera gli dei? Senza alcun dubbio sono i pensieri degli uomini, gli dei si nutrono delle nostre preghiere dei nostri sacrifici dei nostri doni, dei nostri servigi.
Gli dei hanno bisogno di noi così come noi abbiamo la necessità spirituale di loro.
La dualità che ci unisce e che ci accomuna
Stiamo per raggiungere un abisso oscuro
Il gelo della morte sta abbracciando la vita, l’oscurità che si avvicina alla luce perché la morte è attratta dalla vita, dalla sua energia e Casiopea rappresenta la pura essenza della vita, delle speranze, dei desideri, dei sogni, delle pulsioni che ci rendono umani e vivi.
Casiopea è affascinata dal dio della morte, dalla sua oscurità, dal suo gelo e nasce un amore impossibile.
Tra un essere umano e un dio, tra la vita e la morte eppure l’uno non esisterebbe senza la presenza dell’altro.
L’esistenza di entrambi verte sulla presenza dell’altro. Ed è di una bellezza spettacolare.
Forse stavolta pensavate di vivere un nuovo terrore attraverso questo viaggio, forse pensavate di vivere un’esperienza fatta di nebbia e di tenebre; eppure qui c’è tantissima luce, una luce che pulsa che abbaglia gli occhi che inebria l’anima.
Vulub Kame, il fratello di Hunk Kame, il Signore Supremo di Xalba, il dio della morte sa che suo fratello è stato risvegliato, sa che sta per raggiungerlo per la battaglia finale nell’intento di riprendersi il suo trono. Invierà un suo emissario: il cugino di Casiopea, Martin.
La senti la strada che stiamo percorrendo? Stiamo scendendo nelle viscere della terra, al di sotto dell’inframondo; stiamo avvicinandoci a dei e demoni, a creature mitologiche e fantastiche, ci stiamo avvicinando alla divinità assoluta che è la vita.
Stiamo percorrendo il sentiero del perdono.
Misteriosa è la natura dell’odio, può rodere il cuore per l’eternità e quando ci si aspetta che resti immobile immutato come una enorme montagna poi all’improvviso sparisce.
L’Altrove di oggi risiede a Xalba e nell’inframondo, si veste di perdono, del momento in cui si abbandona sia l’odio che la cattiveria e si prende consapevolezza dei sentimenti, dei legami delle unioni.
Cosa può mettere pace nel cuore in subbuglio degli dei? Se non un sacrificio?
Oggi uno di noi verrà sacrificato in nome degli dei.
Basta seguire quel sentiero nell’oscurità tracciato da piccoli fiori rossi che sembrano parole scritte su una lettera d’amore.
Abbiamo bisogno di credere, di crederci e di essere creduti.
Aprite gli occhi siamo ritornati a casa.