Un titolo che mi fa pensare alla blood moon, la luna rossa con la sua bellezza che incanta, con il suo significato spirituale e mistico che mi porta verso la magia, verso l’oscurità, verso la luce.
La luna e il sole come due divinità gemelle che diventano spettatori di quello che accadrà all’interno di questa storia, proprio lì sotto quel cielo rosso come il sangue.
Antonio Lanzetta ha una capacità narrativa unica, è capace di avvolgerti nel buio, ti sequestra, ti porta via nell’abisso della sua immaginazione fantastica e oscura.
Capace di mostrarci che nel buio non riusciamo a vedere ma che anche la luce intensa spesso ci acceca.
Il suo romanzo è colmo di oscure atmosfere, a tratti horror, a tratti gotiche, suggestive ambientazioni che ti avvolgono, che ti stringono fino quasi a toglierti perfino il respiro.
Con flashbacks che vanno dal passato al presente ci mostra il volto del male, del dolore; quello che ci logora dall’interno, con uno stile denso, intenso, poetico, mostrandoci la vita reale attraverso la sua immaginazione, plasmando la realtà, adattandola al lettore che non solo riesce a viverla ma perfino a indossarla sulla sua stessa pelle.
La musicalità del testo è a dir poco sublime, una delizia per le emozioni; i dettagli minuziosi rendono tutto così emozionalmente vero.
Ho ritrovato nel suo stile non solo l’horror e il gotico ma anche il neorealismo in quello stile tipico di uno dei miei autori preferiti, il grande maestro Stephen King.
Antonio Lanzetta descrive la realtà che ci appartiene nuda e cruda, rivelando come il male, i mostri, sono intorno a noi, dentro di noi.
Attraverso il realismo della sua scrittura, i suoi personaggi suscitano nel lettore immediata empatia per i loro tratti umani, vulnerabili, imperfetti.
In questa prosa c’è tanta oscurità, tanto mistero, ma c’è anche sarcasmo e ironia che tiene il lettore impegnato, la sua struttura narrativa è ricca di descrizioni che rendono i passaggi e le ambientazioni così vivide, così realistiche, facendoci percepire un enorme flusso di coscienza tra le sue parole, con una prosa semplice ma ricca ci fa sentire come spettatori seduti davanti a un narratore che ci racconta la sua storia.
Con uno stile fortemente carismatico, evocativo, introspettivo e perfino magico.
Affronta il dolore, la perdita, i sensi di colpa, l’abbandono, con una sensibilità a volte disarmante e confesso di aver abbassato tutte le mie difese durante questa lettura, la sua storia mi ha toccata nel profondo scuotendomi lati oscuri del cuore, dell’anima e della mente che per molto tempo ho tenuto illuminati dalla luce del mio amore per la vita e della mia fiducia nel prossimo.
Toni e Pietro sono due fratelli molto uniti che hanno il tipico rapporto tra fratello minore-maggiore, crescendo i ruoli a volte si interscambiano ma i sentimenti e i legami restano immutati e spesso diventano persino più saldi. L’uno ha l’altro dopo aver perduto il padre per una morte che ancora cerca una spiegazione, per un dolore che non sembra passare mai e che forse non li abbandonerà mai più.
Si dice che un ragazzo diventa uomo solo davanti alla morte, ma alla morte non si è mai preparati… non si arriva mai pronti.
La prosa nell’introduzione di questi due fratelli appare con toni pacati, quasi di rassegnazione, la stessa di chi ha subito eventi devastanti che hanno cambiato il corso della loro vita, dei loro affetti, dei loro legami con se stessi e con il mondo che li circonda.
Vivono le piccole gioie e quei piccoli gesti che ti fanno credere da ragazzino che nella vita tutto andrà bene e che tutto può essere meravigliosamente bello.
Ma quando si affronta il dolore, quando si vede la propria mamma cadere a pezzi per la sofferenza, in quel momento inizi a comprendere che forse gli stolti vivono più serenamente anche se la stupidità può portare a fare cose molto pericolose.
Un ragazzino di 14 anni e suo fratello di 10 vennero abbracciati dalla morte sotto un albero di quercia con i suoi rami rivolti verso il cielo come ossa rattrappite che puntano verso l’oscurità di un cielo terso.
Quando vedrete attraversare la nebbia quel vascello fantasma percepirete le note poetiche e oscure che vi entreranno dentro come macchie di inchiostro a oscurare l’atmosfera, io l’ho percepita così intensamente, così improvvisa, così affascinante; incantata, assuefatta da ogni parola, da ogni descrizione, da ogni oscuro evento che sembra a volte un viaggio onirico e mentre tutto è così affascinante ecco che arriva la pura azione: inseguimenti, spari, le fughe sugli scooter, vediamo come questi due bambini siano diventati adulti, dei bravi ragazzi che per necessità, per circostanze si trovano a fare le cose dei cattivi ragazzi ma chi ha un cuore buono sa essere buono anche quando sta commettendo dei reati e Pietro è una brava persona così come suo fratello Toni anche se chi li conosce sa che è meglio stargli alla larga.
Hanno un passato tormentato, hanno una famiglia, forse poco raccomandabile, uno zio che ha un’officina dove smontare auto rubate vendendo i pezzi, ragazzi che “lavorano” con lo zio Franco che li ha sempre consigliati in maniera poco ortodossa, dura come dura è la vita ma che forse con la sua schietta onestà era stato responsabile a salvare la vita a questi due fratelli. Perché i buoni insegnamenti spesso vengono da chi ci vuole davvero bene, anche se quel bene non sa dimostrarlo se non con qualche parola brusca e qualche spinta verso la realtà, quella che ci fa anche molto male.
Tra i ricordi dei ragazzini che erano un tempo, tra i piccoli batticuori da ragazzi, tra la vergogna, la derisione dei coetanei, le aggressioni dei bulli, questi due fratelli si erano sempre fatti scudo l’un altro, insieme erano una forza; insieme erano quel tutto di cui si ha davvero bisogno.
E si affronta l’amicizia, i valori dei rapporti tra coetanei, le difficoltà, la diversità sociale, culturale, le relazioni vietate, proibite, quelle nascoste, i sogni, i desideri e la consapevolezza che nessuno nasce delinquente ma è la vita che purtroppo cambia le persone.
Una telefonata dalla loro amica di gioventù Rosa ora sposata con uno dei loro amici gemelli riporta alla luce ricordi di un passato che riemerge portandosi dietro ricordi dolorosi e oscure verità fino all’estate della loro gioventù.
Rosa chiede aiuto ai due fratelli per ritrovare la figlia scomparsa, i carabinieri hanno già iniziato le ricerche ma non sembrano prendere sul serio le preoccupazioni della mamma e del padre così che Rosa si rivolge a chi sa muoversi nell’ambito della criminalità.
Le amicizie ritrovate, quelle mai dimenticate, gli amici che ti stanno vicino che ti restano accanto e che sanno stare anche in silenzio quando non c’è nulla da dire per alleviare le sofferenze. Toni e Pietro erano soli da sempre contro il resto del mondo. Lo zio Franco ripeteva sempre: “non permettete a niente e nessuno di dividervi”.
Tra il loro gruppo di amici chi si era sposato, chi era diventato ispettore di polizia e chi perfino sindaco, chi era rimasto praticamente sempre lo stesso.
Che fine aveva fatto la giovane Luisa?
Rosa, sua mamma, stava rivivendo l’orrore del passato quando ella stessa con la sua famiglia dovette affrontare un immenso dolore e lutto familiare improvviso inaspettato. Quando accade qualcosa di doloroso tutto il dolore precedentemente sofferto torna a galla; si mescola al dolore nuovo intensificandolo.
In questa atmosfera altamente suggestiva tra passato e presente vivremo sensazioni, paure, timori, speranze, segreti. Tra estorsioni, spaccio di droga, sfruttamento della prostituzione, centri di accoglienza per immigrati, il mondo di oggi si affaccia sul mondo di ieri.
Un albero secolare, una corda appesa, quella stessa corda che ha liberato qualcuno intrappolando e sospendendo ai rami della sofferenza e dell’oblio tutti i suoi affetti.
Tra cerchi di pietre insanguinati, macabri rituali di morte, tra sentieri, insenature scavate dall’erosione del mare nella costa, una ragazza, una barca e quel volto così familiare che avrebbe riconosciuto tra mille.
Pietro e Toni si trasformeranno in due abili investigatori seguendo le tracce invisibili lasciate dalla giovane ragazza scomparsa, cercheranno indizi, prove, cercheranno l’aiuto dell’amico ispettore, si dovranno avvicinare anche al vecchio bullo e arrogante di quando erano ragazzi, le loro indagini sono ai limiti della legalità, ma sono due ragazzi capaci, coraggiosi e dal cuore fondamentalmente buono che stanno cercando di riportare una figlia ai propri genitori ma che nel tentativo scopriranno da dove aveva origine quel vuoto negli occhi del loro stesso padre, quell’abisso oscuro che egli aveva nell’anima.
La notte porta consiglio si dice ma fa riaffiorare anche gli incubi più grandi, quell’albero malvagio, assassino, quella montagna oscura, minacciosa, il dolore e la consapevolezza che due come loro non possono essere la prima scelta di nessuno.
Tra sensi di colpa, rimorsi, antichi rancori, la luna sarà alta nel cielo e le stelle danzeranno nella notte.
In quel confronto antico tra il bene e il male tra la luce e l’oscurità per non farti vincere dal male devi dimostrare sempre a te stesso di saper resistere, di poterti rialzare ad ogni caduta, le ferite guariscono e siamo forti.
L’autore ho avuto la sensazione a volte che sia stato spesso solo con le sue paure, con il suo dolore e che abbia trasmesso la sua forza e il suo coraggio proprio attraverso questa storia.
la montagna chiede la montagna offre mentre il cerchio si bagna di sangue.
Siamo tutti al centro di un cerchio di pietre, un cerchio che con il tempo non solo si chiude, alcune volte ci libera, altre volte ci intrappola nei pregiudizi, nella menzogna, nei segreti, nell’ignoranza.
Cosa è accaduto oggi che è ancora legato a ciò che è stato ieri?
Seguite la storia di questi due fratelli; ragazzi che nessuno vorrebbe frequentare ma che tutti meritiamo di avere accanto perché; il male che li ha avvolti e abbracciati non è stato capace di tenerli legati a sé per l’eternità.
Un finale che… non ne avrete mai abbastanza perché la verità lascia cose in sospeso con la vita, con la morte e perfino con la luna.
Complimentissimi all’autore, stile impeccabilmente fantastico.