“Oltre l’incantesimo della fiaba e del mito” di Veronica Gemignani, Giovane Holden edizioni. A cura di Alessandra Micheli

Quando leggiamo poesia noi ci innalziamo al di sopra di un mondo che spesso diventa troppo stretto.

Troppo per anime che bramano l’infinito, come se esso fosse davvero casa propria.

E cosi quando la materia diventa una sorta di prigione, la parola che si abbraccia con la rima ci restituisce la giusta chiave per aprire queste dannate catene ai piedi.

E’ uno dei motivi per cui essa è ancora valida, quasi eterna, rannicchiata in qualche strano antro del nostro io.

Lo sappiamo.

L’ho detto tante volte di come questa musicalità insita nel verso, sia il modo in cui rendere questo nostro oggi meno soffocante e banale. Lo sapete, lo scrivo e lo ricordo in ogni istante.

Però mi mancava sola definizione della poesia, ed è quella che oggi vorrei donarvi.

Magari è soltanto una mia fisima.

Magari è soltanto un altra illusione.

Ma vedete, se il verso ha il potere di innalzarci in terra come se sia qualcosa di sacro, significa che ha il potere opposto.

No, meglio la capacità di ancorarci a terra senza però che questo ancoraggio sia pesante, claustrofobico come quello del reale.

La poesia è più che altro che una diversa sfumatura di interpretazione del reale.

Ammanta ogni azione, ogni ideale, ogni evento di questo mondo di una sostanza paragonabile alla polvere di stelle.

Diventa uno specchio in cui ognuno di questi elementi viene distorto.

La bellezza, quindi diventa bruttezza.

Il male bene, e la corporeità spirituale.

Ecco che grazie a questi colorati occhiali, tutto ciò che ci circonda assume un colore inimmaginabile ma desiderato, un po ciò che si augurava Shelley, quando in difesa della poesia proponeva essa come il sostituto migliore e più raffinato persino della filosofia.

Che al posto di tetre parole poteva regalarci sublimi momenti a cavallo tra i due emisferi presenti nel nostro io, cosi come nel mondo: natura e pensiero.

Ogni fatto colorato dalla poesia diveniva al tempo stesso sublime espressione della sacralità di qualcosa che si situa oltre le nuvole.

Ogni elemento del nostro vivere può essere ripensato tramite il verso. Persino il nostro esseri umani, in quanto noi nasciamo da un canto poetico.

Non lo vedete?

L’atto che da la vita è espresso in modo incantevole persino nel cantico dei cantici.

O nelle meravigliose parole di Peter Gabrieli n the blood of Eden.

E’ l’unione degli opposti in questo abbraccio confuso e disperato che crea qualcosa.

E noi siamo frutto di parole che si mischiamo a rime, a sospiri che diventano musica.

Noi siamo in fondo sprazzi di poesia.

Ed è bellissimo che essa torni a noi, capace di raccontare e raccontarci, meglio di un tomo accademico e pomposo.

Racconta di evoluzioni e involuzione.

Di persone che nella loro semplicità hanno segnato con dita feroci il tempo che scorre.

Cosa centra direte voi con questo libro?

Tutto.

Qua la poesia si sposa con il mito e la favola.

Perché in questi due narrazioni noi ritroviamo ciò che ho appena descritto, atti semplici, banali che diventano tessere di un mosaico che abbellisce il palazzo del nostro io, fili che intrecciati creano l’arazzo che adornerà la parete del nostro castello.

Noi che non crediamo più in quei racconti capaci di superare il tempo.

Noi che delle fiabe conosciamo soltanto la disillusione.

Che delle eroine dalle scarpette di cristallo, dai lunghi biondi capelli capaci di scendere dalla torre e baciare la terra ne siamo forse stufe. Troppo distanti da tempi che ci donano affanni e tensioni.

Che ci costringono a diventare guerriere senza scudo.

In queste rime sono loro a raccontarci qualcosa di noi, qualcosa che non hanno mai avuto il coraggio di donarci.

Esperienze condivise, raccontare dalla sublime eleganza del verso..

E cosi Cenerentola ha qualcosa da dire, insistente e decisa.

La sirenetta diventa molto più concreta della spuma in cui è costretta a manifestarsi.

Medea può fintamente dire la sua versione.

Tutto scorre, con quella forza che è si semplicità ma anche ardore. Oltre all’incantesimo della fiaba e del mito…

Ci siamo noi.

Forti e fragili.

Stufe della realtà tanto da diventare novelle Alici

mondo fantastico

porta d’accesso alla libertà.

Saggia curiosità

trionfa su realtà convenzionale

attraverso lo specchio, padrona di se stessa

non per capriccio ma perché si è riflessa

E con l’inno di ogni donna, che ha le palle di attraversa lo specchio e persino i luoghi impervi dell’io alla ricerca del suo paese delle meraviglie, che chiuso questo mio scritto,augurandovi di tornare con questo scritto anche un po’ bambine.

Perché solo cosi si combatte la strega che ci vuole divorare

Combatti la strega

malvagità si piega

alla tua fanciullezza.

Japan Days a Roma: tutti gli eventi di maggio a tema anime e manga

Talk su Godzilla, Star Trek, Kiss me Licia, Hayao Miyazaki, Star Wars, Sailor Moon, Lady Oscar, Yōkai, Giappone inedito, Dragon Ball, Akira Toriyama, Murakami, condottieri, assassini e sacerdotesse

Tornano il 25 e il 26 maggio i Japan Days organizzati dal Mercatino Giapponese negli spazi del Pratibus a Roma (viale Angelico 52) che ospiteranno per un week end intero l’evento più pop e colorato della capitale.

Sarà come sempre una grande festa aperta, piena di allegria che vi farà vivere un’esperienza unica, sospesa tra la cultura anime/nerd e la tradizione più classica del Giappone.

Tra gli appuntamenti imperdibili di quest’edizione della sezione TALK che ospiterà autori di spicco:

  • Sabato 25 maggio ore 11.30

Bancha (Giovane Holden Edizioni) con Micaela Giambanco

Un romanzo che fonde il fascino millenario della cultura giapponese con uno stile originale che fa dell’attenzione ai dettagli, sia descrittivi sia psicologici, un innegabile punto di forza. Micaela Giambanco pennella le parole come in un dipinto, vellutato e avvolgente, che si svela nella combinazione di incenso e tè.

Bio di Micaela Giambanco

Nata a Roma nel 1972 ha cominciato a viaggiare all’età di quattordici anni per approfondire la conoscenza delle lingue. Studentessa di karate ha mostrato un forte richiamo verso la cultura orientale e all’età di diciannove anni si è trasferita a Kurume, una piccola città di Kyushu a sud del Giappone per poter approfondire la disciplina. Durante il suo percorso ha poi avuto modo di lavorare e di approfondire la cucina giapponese che oggi è diventata una delle sue principali attività.

  • Sabato 25 maggio ore 12.30

Godzilla & Co. + Lost Trek con Marcello Rossi

Marcello Rossi, saggista, autore televisivo e direttore artistico italiano, farà un excursus sulla fantascienza giapponese. Con una laurea in Ingegneria Informatica e una carriera ricca di successi nel mondo della fantascienza, Rossi è una figura di spicco nel settore del fantastico. Nel corso della sua carriera, ha lavorato per Jimmy (Sky), producendo il programma dedicato al cinema di fantascienza, Wonder Stories. Ha anche curato l’edizione in home video di numerosi titoli classici del genere, tra cui Ai confini della realtà, UFO e Spazio 1999. Nel campo del doppiaggio, ha supervisionato i doppiaggi italiani di Star Trek – Deep Space Nine, Star Trek – Voyager, Battlestar Galactica e di tutti i film di Star Trek a partire dal reboot del 2009. Ha anche svolto il ruolo di consulente per la versione italiana di Syfy (prima Sci-fi Channel), un canale televisivo mondiale specializzato nel fantastico, dal 2003 al 2012. Durante questo periodo, ha realizzato numerosi programmi e ha scritto per tutte le principali riviste di settore. Ha poi collaborato con Roberto Baldassari per realizzare il primo documentario dedicato agli appassionati di Star Trek in Italia, intitolato Trek IT!, trasmesso in prima visione assoluta su Rai 4 il 3 maggio 2021.

Ai Japan Days, Marcello Rossi terrà una conferenza a tema Godzilla & Co. e farà anche un focus su Star Trek, introducendo al pubblico il libro Lost Trek edito da Avamposto editore e svelando chicche molto interessanti per gli appassionati del genere. Sarà un’occasione unica per approfondire il Giappone dal lato fantascientifico e per incontrare uno dei più grandi esperti del settore. Non perdetevi l’occasione di partecipare a questa straordinaria esperienza, dove la cultura del Sol Levante e alcune figure iconiche del cinema si uniranno in un connubio fantascientifico strepitoso.

  • Sabato 25 maggio alle 13.30

Genere e Giappone Femminismi e queerness negli anime e nei manga (Asterisco edizioni) con Giorgia Sallusti

Dagli anni Ottanta a oggi la cultura pop giapponese ha sovvertito i generi così come erano descritti nel nostro immaginario televisivo, dalle réclame di elettrodomestici giocattolo «per bambine» al canale successivo con Jun che entra nel robot di Venus Alfa per distruggere i nemici. L’esperienza del transfemminismo ha abbracciato un immaginario di resistenza – basti pensare allo slogan «fight like a girl» associato a Sailor Moon – che in Genere e Giappone si ritrova nella testimonianza di come la cultura pop giapponese di manga e anime sia diventata anche la nostra. Passando dal corpo mostruoso alle battaglie tra le stelle, dagli animali fantastici alle condizioni del lavoro femminile, questo libro è una collezione di scritti che vuole restituire un’idea plurale e queer dei fumetti giapponesi e anche una rilettura critica di quello che i manga ci hanno raccontato.

Bio di Giorgia Sallusti

Giorgia Sallusti è libraia, yamatologa, traduttrice. Laureata in lingue e civiltà orientali alla Sapienza, ha aperto Bookish, libreria indipendente specializzata in letterature del Nord Africa, del Medio e dell’Estremo Oriente. È autrice e voce del podcast Yamato (Emons Record). Ha tradotto Io, lui e Muhammad Ali di Randa Jarrar per Racconti edizioni, e traduce per Mondadori letteratura queer. Scrive di libri per «Il manifesto» e per «Altri animali», rivista di cui è anche editor, occupandosi di Giappone, oriente e femminismi.

  • Sabato 25 maggio ore 14:00

GDR Yokai! con Moreno Pollastri

Giappone, Epoca Reiwa.

In questi tempi di frenesia e disillusione, sempre meno spazio è lasciato alla reverenza verso quel mondo fatto di misteri e di brividi un tempo provati durante il crepuscolo.

Tuttavia, grazie all’indomabile ricerca di emozioni tipica dell’essere umano continuano a sopravvivere leggende e miti che alimentano la paura nel sovrannaturale. E finché l’uomo proverà PAURA, nel mondo esisteranno gli Yōkai!

Moreno Mopollas Pollastri, creatore del Role Play “Yōkai” e instancabile traghettatore di visitatori nel mostruoso mondo dell’avventura, sarà presente ai Japan Days di maggio per far vivere a chi lo desidera un’avventura mostruosa.

Se non ti sei mai chiesto cosa faresti tu nei panni di un Kappa dal muso di scimmia o dentro il sensuale corpo mutaforma di una Kitsune questa potrebbe essere l’occasione giusta per stare a vedere di cosa saresti capace.

Se hai voglia di avventura, vieni a giocare con noi. Corri, combatti e trama piani diabolici, circondato dalle opere più mostruose dell’Epoca Edo.

Yōkai! è un gioco di ruolo che permette di impersonare una serie di mostri appartenenti alla mitologia giapponese.

Vieni a giocare ai Japan Days e vivi una avventura con un Master d’eccezione: il creatore del gioco Moreno Pollastri!

  • Sabato 25 maggio ore 14.30

Star Wars: il mito dai mille volti (Golem Libri) con Andrea Guglielmino

Nel suo libro, Andrea Guglielmino ha voluto ripercorrere i principali capitoli di questo mito contemporaneo, rileggendolo con le lenti dell’antropologo e dello storico delle religioni per individuarne le analogie con i miti e il folklore dei popoli antichi. Un’ottica che svela aspetti inediti della saga e apre nuove prospettive di ricerca, e che non mancherà di stuzzicare la curiosità degli studiosi e di far discutere gli appassionati del Giappone, perché sviscererà i legami tra la saga e il Sol Levante.

Bio di Andrea Guglielmino

Spazia dalla saggistica alla narrativa, dal giornalismo alla critica cinematografica passando per le vignette umoristiche, l’illustrazione per l’infanzia, la letteratura ‘breve’ e le sceneggiature per fumetti. Ha pubblicato Cannibali a confronto – L’uomo è ciò che mangia (Memori 2007), Antropocinema – La saga dell’uomo attraverso i film di genere (Golem Libri 2015), vincitore del premio Domenico Meccoli ScriverediCinema 2015 e seguito, nel 2018, dallo spin-off Star Wars – Il mito dai mille volti. Lavora come vice Capo Servizio presso la redazione del portale di notizie cinematografiche CinecittàNews, daily ufficiale di Istituto Luce Cinecittà, e come redattore esperto presso la rivista 8 ½ – Numeri, visioni e prospettive del cinema italiano. Come fumettista collabora regolarmente con le case editrici Bugs Comics e Noise Press.

  • Sabato 25 maggio ore 15.00

Destinazione manga (Il Mulino) con Mara Famularo

Negli ultimi anni, in Italia come in molti altri paesi, i manga hanno conquistato sempre più spazio nelle librerie e sbancato le classifiche di vendita. Da lettura di nicchia sono diventati un fenomeno globale. Ispirano film e serie tv; piacciono agli adolescenti come agli ultraquarantenni. Facciamo il punto su questo fenomeno culturale e di consumo, per capire quali sono stati i primi manga ad arrivare in Italia e attraverso quali vie, quali i più letti, le serie più longeve, i generi e i lettori di riferimento. Scopriamo cosa vuol dire creare manga, quale mondo ruota loro intorno e come sono entrati nelle nostre vite. Un libro per chi li legge, li ama e vuole saperne di più, e per chi, incuriosito, non ha ancora le idee chiare ma vorrebbe averle.

Bio Mara Famularo

Mara Famularo scrive di fumetto sull’inserto della «Stampa» TuttoLibri e collabora con il magazine online «Fumettologica» dal 2015.

  • Sabato 25 maggio ore 16.00

Kiss me Licia con Nippon Shock Edizioni

Torna in un’edizione integramente a colori il manga che ci ha fatto sognare negli anni ’80 in versione animata e poi nei telefilm con Cristina D’Avena: Kiss me Licia di Kaoru Tada. Introdotta dal suo titolo originale, Love me Knight, questa edizione in 7 volumi è inedita in versione cartacea anche in Giappone. La Nippon Shock Edizioni ha voluto un formato A5 (15×21) proprio per dare respiro alle meravigliose tavole a colori che la caratterizzano e la cui realizzazione è stata fortemente voluta dall’editore giapponese per celebrare il suo successo quarantennale. Torniamo ad emozionarci con Yakko (Licia), Go (Mirko), Satomi, il gatto Giuliano e tutti i protagonisti della commedia romantica per eccellenza.

  • Sabato 25 maggio ore 16.30

La ragazza che amava Miyazaki (Einaudi Ragazzi) con Silvia Casini

Un libro che mette in scena l’amore per l’arte, per Miyazaki e per il Giappone.

Una storia che racconta come per realizzare i propri sogni non si debba mai smettere di credere nel proprio talento.

Una narrazione dedicata agli amanti degli anime ma anche a tutti gli appassionati di romanzi di formazione, d’amore e di amicizia.

Bio di Silvia Casini

Silvia Casini dopo la laurea in Lingue e Letterature Straniere, ha ricoperto il ruolo di project manager presso l’Istituto Internazionale per il Cinema e l’Audiovisivo dei Paesi Latini di Gillo Pontecorvo e Sandro Silvestri. Ha pubblicato tra gli altri: La cucina incantata – Le ricette tratte dai film di Hayao Miyazaki (Trenta editore), 50 sfumature di caffè (Sonda edizioni), Indomite in cucina (Trenta editore), Lettere d’amore in dispensa (Magenes editoriale), Pulp Kitchen – Le ricette tratte dai film di Quentin Tarantino (Trenta editore), I dolci dello Zodiaco (Magenes editoriale), La cucina incantata illustrata – Le ricette tratte da tutti i film di Hayao Miyazaki (Trenta editore), Stranger Food (Trenta editore), Itadakimasu (Trenta editore) e La cocina encantada (Dolmen Editorial). Attualmente gestisce Upside Down Magazine, si occupa dell’ufficio stampa della piattaforma streaming WeShort, è consulente esterna di diverse case di produzione cine-tv come la Hop Film, è ghostwriter per l’agenzia Comon e scrive per Anime Cult, Nippon Shock e la rivista femminile Confidenze. Ha curato la sezione cinematografica della mostra Itadakimasu – Piccole Storie Nascoste nella Cucina degli Anime (Palazzo della Meridiana, dal 12 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024).

  • Sabato 25 maggio ore 17. 00

Il grande libro degli yōkai (Mondadori Electa) con Irene Canino

Spiriti malevoli o benigni, portatori di fortuna o di sfortuna: le origini, le storie e le leggende delle creature soprannaturali più amate della mitologia giapponese. “C’erano una volta gli yokai. Lungo le pieghe della storia si sono fatti strada, attraverso i secoli, spiriti e creature capaci di mutare e adattarsi allo spirito dei tempi. Questo cammino li ha condotti dal folto delle foreste incontaminate alle vie più affollate delle grandi metropoli. Li ha resi presenze insostituibili tanto nelle cerimonie di purificazione, quanto nelle festività dedicate ai bambini. Ne ha fatto i protagonisti di racconti sussurrati alla luce fioca delle lanterne e dei più famosi videogiochi. Li ha visti decorare con le loro insolite sembianze sia gli antichi rotoli buddhisti sia le custodie degli smartphone. Ecco l’incredibile viaggio compiuto dagli yokai. Un’evoluzione che dal terrore arriva al kawaii. Tutto ha origine nell’antico Giappone…”.

Bio di Irene Canino

Irene Canino è avvocato, blogger e scrittrice. Da anni si occupa della diffusione della cultura e della letteratura giapponese attraverso i suoi canali social e per mezzo del suo gruppo di lettura che conta migliaia di iscritti. Ha studiato lingua giapponese presso l’Istituto di Cultura Giapponese a Roma.

  • Domenica 26 maggio ore 12.00

Omaggio a Toriyama con Claudio Kulesko e Dragon Team07

Claudio Kulesko presenterà al pubblico Il più forte del mondo. La filosofia di Dragon Ball (Moscabianca edizioni).

Un bambino che vive da solo sulle montagne, impossibile da ferire con armi comuni. Un alieno inviato sulla Terra per sterminare la specie umana e conquistare il pianeta. L’ultimo baluardo contro minacce universali provenienti da mondi lontani, futuri distopici e dimensioni alternative. Goku è stato tutto questo, dalle evidenti citazioni al Superman delle origini fino all’ascesa cosmo-teologica degli ultimi anni. Da un arco narrativo all’altro, la più celebre opera di Akira Toriyama ha attraversato diverse fasi, ciascuna delle quali ha consentito di elevare il protagonista, i suoi alleati e i suoi avversari a nuovi livelli di potenza.

Con questo saggio ripercorrerete la vicenda della serie Dragon Ball, cercando di comprendere in che modo la storia, la natura, la tecnologia e l’esistenza umana si siano espresse nelle pagine del manga più influente di sempre.

Bio di Claudio Kulesko

Claudio Kulesko è filosofo, traduttore e scrittore. Tra le sue opere vi sono L’abisso personale di Abn Al-Farabi e altri racconti dell’orrore astratto (Nero, 2022), Ecopessimismo. Sentieri nell’Antropocene Futuro (Piano B, 2023) e la novella Al limite del Possibile (Zona 42, 2024). Ha fatto parte del Gruppo di Nun, con il quale ha scritto la raccolta di saggi Demonologia rivoluzionaria (Nero, 2020). Suoi saggi e racconti sono apparsi in numerose riviste e antologie.

Dragon Team07

Sul palco, assieme all’autore, ci saranno anche i cosplayer di Dragon Team07, un gruppo che nasce con lo scopo di riunire tutti i cosplayer di Dragon Ball all’interno delle più grandi manifestazioni italiane, attraverso attività divertenti con foto e video regolarmente pubblicati sui canali social.

Entrate anche voi a far parte di questa grande famiglia e scegliete da che parte stare: Villain o Eroe.

I vostri Super Saiyan preferitivi vi aspettano per questo evento imperdibile!

  • Domenica 26 maggio alle ore 14.00

A Tokyo con Murakami (Giulio Perrone Editore) con Giorgia Sallusti

Avreste mai pensato di bere un whisky con un uomo-pecora, o di mangiare un’omelette nel ristorante dove si pianifica un assassinio su commissione? Poniamo che vi troviate a Tōkyō per qualche giorno. La città è sterminata e voi avete in tasca i romanzi di Murakami Haruki. Che ne dite di chiedere allo scrittore di Norwegian wood di farvi da guida? Dalle pagine dei suoi libri ai vicoli illuminati della città, ai grattacieli, passando per i tentacoli sotterranei, con A Tōkyō con Murakami l’autrice Giorgia Sallusti vi trascinerà da un quartiere all’altro della capitale giapponese sulle tracce dello scrittore. La Tōkyō di Murakami ci porterà nelle librerie di Kanda e Shinjuku, nelle panetterie, a passeggiare per parchi e lungo i fiumi come il protagonista dell’ultimo romanzo, La città e le sue mura incerte, alla ricerca di una vera città che sentiamo pulsare sotto di noi. Andremo a correre coi Beatles nelle cuffie per le strade dei quartieri residenziali, e ci riposeremo seduti sull’erba davanti al Meiji Jingū Stadium durante una partita di baseball degli Yakult Swallows. Così, A Tōkyō con Murakami vi presenta la città come un universo in eterno movimento, alla ricerca di questa metropoli cangiante in cui esplorare gli angoli, gli incroci e le strade che Murakami Haruki ha intessuto in più di quarant’anni di libri.

  • Domenica 26 maggio ore 14:30

Guida verde Giappone (Touring) con Patrick Colgan e Francesco Comotti e contributo video di Laura Imai Messina

Tokyo e il monte Fuji sono la prima tappa di un viaggio che attraversa tutto l’arcipelago passando per Kyoto, Osaka, le Alpi giapponesi, Hiroshima, fino alle più lontane Hokkaido e Okinawa, tutte mappate dalla cartografia Touring con la proverbiale cura del dettaglio. Ma la Guida Verde dedicata al Giappone è anche una mappa emozionale fatta di paesaggi umani, odori, suoni, sapori, cerimonie, rituali, contraddizioni, e una raccolta di storie narrate da autori di intensa frequentazione giapponese.

Laura Imai Messina è la scrittrice rivelazione del 2020 con i bestseller Quel che affidiamo al vento e Tokyo tutto l’anno e racconta la sua esperienza del Giappone (paese dove vive e insegna) in una serie di Percorsi d’autore inediti, fra cui uno dedicato al Telefono del Vento di Bell Gardia.

Patrick Colgan, giornalista, viaggiatore e artefice del popolare orizzontiblog.it dedicato in gran parte al Giappone, consiglia itinerari, storie, culture ma anche sentieri e linee ferroviarie, specialità culinarie, ristoranti, taverne, negozi tipici da un capo all’altro dell’arcipelago.

Francesco Comotti, professore di lingua e civiltà giapponese che ha vissuto e studiato a Hiroshima, spiega culture, usi e costumi nipponici con approfondimenti sull’arte e l’architettura, gli ideogrammi e i manga, il cinema, il teatro, la letteratura e in generale sull’immaginario contemporaneo legato al Sol Levante.

  • Domenica 26 maggio ore 15.30

La cucina incantata illustrata – Tutte le ricette tratte dai film di Hayao Miyazaki (Trenta Editore) con Silvia Casini

Gastronomia e cinema sono due mondi capaci di offrire esperienze sensoriali uniche e indescrivibili. Chi ha compreso a pieno questa filosofia è il maestro Hayao Miyazaki, che con le sue storie è riuscito a incantare grandi e piccini. E se c’è una cosa che non manca mai nei lungometraggi di Miyazaki è il rapporto tra i personaggi e il cibo. La cucina incantata illustrata propone una serie di ricette tratte da tutti i film del grande regista in tre stuzzicanti varianti. Preparatevi quindi ad avere l’acquolina in bocca con la pancetta sfrigolante de Il castello errante di Howl e la torta Siberia di Si alza il vento. Miyazaki vi aspetta!

  • Domenica 26 maggio ore 16:00

Guida al sake (Trenta editore) con Alessandro Izzo

La parola “sake” è ormai conosciuta in tutto il mondo e non solo dai cultori del Giappone. Ma chi sa veramente che cos’è il sake? Come nasce e come si produce? Questo libro rappresenta un punto di partenza per tutti coloro che vogliono saperne di più su questa particolare bevanda, ma non sanno da dove cominciare. Una sorta di viaggio attraverso la sua storia, il suo ruolo culturale in Giappone e nel mondo, e la sua produzione. Terminata la lettura avrete tra le mani un passe-partout per il mondo del sake, uno spiraglio dietro la bottiglia che racchiude la comprensione di tutto il lavoro che c’è dietro la bevanda giapponese più famosa al mondo.

Guida al sake è un libro scritto da Lorenzo Ferraboschi della Sake Company. Sarà presentato da Alessandro Izzo, referente della SSA (Sake Sommelier Association) e della Sake Company.

  • Domenica 26 maggio ore 16:30

Giappone inedito: tutte le curiosità su Tokyo e sul Sol Levante con Antonio Moscatello

Antonio Moscatello, autore della Guida curiosa di Tokyo e del Giappone (Newton Compton editori) e di Breve storia del Giappone (Newton Compton editori), svelerà agli ospiti dei Japan Days chicche non convenzionali sul Sol Levante. Si sa… un viaggio in Giappone è un’esperienza indimenticabile che rappresenta il sogno di tantissimi appassionati. Ma come prepararsi adeguatamente, senza correre il rischio di perdersi nel vasto mare di informazioni, andando oltre gli stereotipi e le mete più famose? Antonio Moscatello, grande appassionato di cultura nipponica, offrirà quindi i migliori consigli di viaggio per visitare il Giappone e la sua capitale, Tokyo, fuori dai consueti itinerari turistici. Non solo… darà una panoramica su tutti i miti del folclore giapponese e tutti saranno invitati a compiere un viaggio nello spazio e nel tempo. Gli ospiti dei Japan Days infatti saranno condotti al fianco di mercanti e condottieri, assassini ed esteti, sacerdotesse e filosofi: un mosaico ricco e variegato di personaggi, epoche e leggende che mostrerà i mille volti del Sol Levante.

Domenica 26 maggio 17.00

Lady Oscar – Il vento della rivoluzione (Weird Book) con Laura Luzi

Lady Oscar – Il vento della rivoluzione è la prima ricerca in Italia su un case study nella storia della tv italiana. Laura Luzi ci svela la storia inedita di un anime che è diventato leggenda.

Il I marzo 1982 Lady Oscar approda in Italia sulla privata nazionale Italia 1. Ha un successo enorme e sferra l’assalto al tg delle 20 della prima rete Rai: un case study nella storia della tv italiana. La cavalcata trionfale del 1982 e come e chi ne prepara l’arrivo in Italia nel fermento delle televisioni private nazionali. Il making of della sigla de I Cavalieri del Re.

Giappone, 1979. Versailles no bara, un anime di livello superiore, che doveva essere di 52 episodi, come racconta il primo regista, Nagahama, ma viene ridotto per la difficoltà di mantenere gli alti standard, con il cambio di direttore, Dezaki, che arriva come una nave di salvataggio. Le preoccupazioni di Araki, il lavoro della Himeno. Un giovane talento, Hideyuki Motohashi, che non si sente adatto a disegnare shōjo e lascia il team, per poi tornare.

La prima trattazione approfondita dedicata al regista Nagahama. La sua decisione di puntare subito su Oscar, rendendola centrale, di spostare al I episodio il conflitto interiore nella scelta del tipo di vita. Un destino, quello dell’anime e del primo regista, in certo senso, segnato dai doppiatori: quello di André che desidera il ruolo, al punto da fargli consegnare una cassetta in cui interpreta il personaggio, quella di Oscar che ottiene la rimozione del primo regista. Il subentro di un direttore geniale, Dezaki, richiesto fin dal principio, e che tifa per il popolo, al punto da inserire il bardo, da modificare Alain, da rendere André soggetto dal cui punto di vista è raccontata Oscar, che, dalla guerriera vigorosamente urlante di Nagahama, diventa una ragazza forte, ma profondamente innamorata. I retroscena, alcuni indicibili, altri che emergono solo dopo decenni. Il tragico destino di una sceneggiatrice e del primo regista. L’episodio 24 bis, visionato, nella trascrizione dello staff, dello script, con la descrizione delle scene. Un viaggio, nato dalla ricerca, guidato dalla curiosità di chi vuole conoscere di più su questo anime e su chi vi è coinvolto.

Da segnalare anche due show cooking a cura di @pranzoakonoha che si terranno nell’area SHOWCASE:

  • Sabato 25 maggio ore 15.30

Okonomiyaki di Kiss me Licia

Uno show cooking tra cucina e anime in cui Sam di @pranzoakonoha vi mostrerà come preparare l’okonomiyaki, la specialità di Marrabbio, il padre della protagonista di Kiss me Licia.

  • Domenica 26 maggio ore 15.30

Onigiri del film La città incantata di Hayao Miyazaki

Uno show cooking tra cucina e anime in cui Sam di @pranzoakonoha vi mostrerà come preparare gli onigiri del film La città incantata di Hayao Miyazaki.

Bio di @pranzoakonoha | Sam Nazionale

@pranzoakonoha è un progetto che nasce a giugno 2021 per raccontare il percorso di Sam Nazionale, food influencer, alla scoperta della cucina dell’Estremo Oriente partendo dalle comunità asiatiche in Italia. Soprattutto nella concezione orientale il cibo si fa catalizzatore di storia, cultura, religione e arte: rappresenta quindi uno dei canali più efficienti per conoscere l’Asia. La community di Sam conta su Instagram oltre 44.000 follower: sul suo profilo è possibile scoprire attraverso autentiche ricette asiatiche pezzi importanti dell’immenso heritage culturale orientale, con un occhio di riguardo anche per il mondo manga/anime. Parallelamente all’attività social, Sam porta @pranzoakonoha in giro per l’Italia con show cooking e conferenze in mostre, scuole e eventi culturali, come la mostra Itadakimasu – Piccole Storie Nascoste nella Cucina degli Anime (Palazzo della Meridiana, dal 12 ottobre 2023 al 28 gennaio 2024), di cui è stato curatore gastronomico.

Teotokos Panachrantos, Sandro Battisti. Delos Digital. A cura di Barbara Anderson.

Si torna sempre dove si è stati bene, così ecco che torno a fare visita all’Impero Connettivo di Sandro Battisti; un luogo che una volta compreso nella sua totalità espansionistica non riesci più ad abbandonare e tendi a tornarci per vedere ancora di più, per scavare ancora più nel profondo in quella che è la natura umana, la propria coscienza e per abbracciare il concetto profondo pluridimensionale.

Un racconto carico di atmosfere psichedeliche, dai toni poetici, dalle descrizioni così vive nell’immaginario che tutto ciò di cui si narra ci appare reale, palpabile, percepibile fino al più profondo della sua essenza concettuale.

Ci porta a un’introspezione profonda; una specie di ipnosi, un viaggio quasi al limite dell’allucinogeno che ci mostra ciò che spesso a occhi nudi non riusciamo a vedere.

Quando la fantascienza abbraccia non solo la storia, la natura umana ma anche il cosmo, tra gli anfratti dell’universo, fin dentro gli abissi dell’essere umano.

Il connettivismo è apertura totale e globale, ci lascia spaziare nell’immenso, ci permette di esplorare non solo altro ma il tutto.

L’abilità dell’autore sta, non solo nel mostrarci un connubio perfetto tra cosmo e storia, ma anche di illuminare il nostro cammino verso l’ignoto della vita e la sua immensità.

L’impero connettivo, una volta che inizierete a conoscerlo e a seguirne il pensiero, riuscirete a viverlo nella sua percezione più elevata e tutto avverrà in maniera naturale.

Una prosa affascinante e profonda, che ci porta in un luogo di cui nemmeno l’impero connettivo stesso forse comprende l’importanza di quell’energia fluviale e morale.

E tra miti e leggende, tra alieni imperatori, torniamo a Nefolm, ma stavolta nel sottosuolo, nel suo profondo abisso dove scorre il fiume di Lycuz, che trasporta le sue informazioni alimentando l’Impero connettivo dalle sue viscere più profonde. 

L’impero connettivo in continua espansione, si infiltra attraverso una rete di dati, di informazioni che si intrecciano come in una rete invisibile di energia e che a volte intrappolano il coinvolgimento emotivo dei miti e delle storie del passato.

Questa volta sarà un’imperatrice a cadere in questa rete oleografica, caleidoscopica portandoci in un’altra esperienza psichedelica di lettura nella quale il lettore diventa anch’egli energia trasportata dal flusso convettivo di Sandro Battisti.

Tra passato, presente e futuro scopriremo il criovulcanismo di Plutone, con quelle composizioni di strutture complesse che mi hanno lasciata a bocca aperta nelle sue descrizioni travolgendomi nel fascino e nello stupore scientifico.

Conosceremo un’antica Imperatrice e la sua introspezione, l’espiazione delle sue colpe; come se ella fosse un modello originario ideale delle cose sensibili come quelle che ci vennero descritte nella filosofia di Platone; così ella ci racconta la sua immortalità.

Esian al di là del fiume sembra non sapere chi sia realmente, scruta dentro di sé entrando in connessione con il suo flusso interiore collegato al tutto e nel limbo della sua coscienza, raggiunge quell’altrove che anche io stessa vorrei tanto esplorare.

E ci ritroviamo tra spazio e tempo, senza limiti né confini, in un eterno fatto di immensità, un luogo che più si riempie e più crea spazi, espandendosi. 

La valuta dell’Impero connettivo sono le informazioni in una Nefolm che appare come l’antica Avalon dove, per raggiungerla, non bisogna attraversare porte fisiche ma utilizzare la volontà connettiva e attraverso la mia sensibilità credo di essere quasi riuscita a trovare la chiave di accesso.

Come Esian, resto in ascolto e sento, scavando dentro di me per vedere ciò che esiste al di fuori.

Esian si lascia andare, non si pone più domande, lascia che il flusso la trasporti verso la presa di consapevolezza e di coscienza spirituale.

La visione in cui appare Irene, l’imperatrice romana con la sua aura regale che muore in un’esistenza perenne di colpe e oscure ombre, il suo sguardo perso nel flusso di Lycuz reclusa in un monastero, sola con il suo dolore, come in un oblio infernale.

Cosa era stata?

Cosa aveva fatto di così terribile?

Siete pronti a esplorare algoritmi caotici dei possibili eventi in una molteplicità di realtà a variazioni quantistiche?

Non abbiate timore.  Irene vi mostrerà come la sua autostima si sgretoli e si disintegri in un Ade fatto di energia pura. Come una schiava e una guardiana che cerca disperatamente la sua libertà si avvicina alla consapevolezza, alla rassegnazione. 

Quale è la sua colpa?

Quale è il suo peccato?

Quali le sue ragioni?

Esian insieme al suo sintetico Xethos, la coscienza postumana nella sua profonda complessità, si troverà nell’esatto punto in cui Lycuz e la materia incontrano l’abisso e esplorerà la verità.

E si trovano principi dell’occulto che tratta la scienza del nulla.

Il lato oscuro delle cose è nascosto intenzionalmente? 

Eppure nulla può essere nascosto ai nostri occhi se non dalle nostre stesse limitazioni, un uomo che evolve riesce a vedere un mondo sempre più vasto perché capace di vedere con sensibilità la bellezza e la sua gloria. 

Ciò che ci mostra questo racconto è la necessità di avere una maturità e dei requisiti di evoluzione per poter ricevere la conoscenza.

Per giungere a questa capacità di comprensione bisogna prima comprendere noi stessi e mettere ordine nella nostra vita.

Se la nostra coscienza è capace solo di percepire la materia solida e non gli altri strati liquidi e gassosi, perché per noi inesistenti, perdiamo la capacità di comprensione dell’altro.

Porre limiti alla nostra coscienza ne impedisce la progressione.

Un testo dalla fascinazione olografica dove esploreremo il senso della vita, il senso dell’entropia, percependo il senso di immensità e di continuità. 

Quante me ci saranno?

Quante versioni di noi esistono in altre dimensioni?

Le risposte sono lì, proprio dove non hai il coraggio di andare.

Tra la grandezza degli alieni Nephilim, il tuffo di Irene nell’abisso mi appare come il volo di Icaro.

Esian scoprirà la sua vera identità, così come l’imperatrice Irene ritroverà se stessa.

Irene rinchiusa nel monastero Teotokas Panachrantos, un luogo di penitenza dell’epoca bizantina, voluto da un ammiraglio romano Teotokos, icona, madre di dio, che rappresenta la fiducia e la fede, le cure e l’amore materno.

Persefone, la dea minore degli inferi e la sua dualità, la sua identità; ignara dei suoi poteri e delle sue forze negli inferi, è matura e regna sulle anime dei morti e guida i viventi agli inferi, ci mostra la giovinezza e l’innocenza in contrasto con la maturità, la presa di coscienza e la consapevolezza. Due modelli archetipici che ci vengono mostrati divinamente.

Ritroverete il principe TOTKA_II, il suo desiderio di espansione, ma soprattutto troverete la curiosità e il desiderio di mettervi in connessione con l’universo che ci circonda in attesa di poterci gettare anche noi nel flusso del fiume Lycuz dove scopriremo le verità che non siamo ancora pronti a rivelare…  

“Le amiche sono le sorelle che ti scegli”: il romanzo prodigioso che ha conquistato Colleen Hoover e 4 milioni di lettrici

Judy Blume  è una delle più lette e apprezzate scrittrici contemporanee: i suoi libri hanno vinto 90 prestigiosi premi letterari e sono tradotti in ben 39 Paesi. È stata inserita tra le 100 personalità più influenti dalla rivista Time. Bestseller Nº 1 del New York Times e in vetta alle classifiche in tutto il mondo, Le sorelle che ti scegli ha già venduto oltre 4 milioni di copie. Dal romanzo è in preparazione un’attesissima serie tv.

no straordinario romanzo che racconta come pochi altri il valore dell’amicizia al femminile, la complessità dell’amore, il potere della nostalgia: è tutto questo Le sorelle che ti scegli di Judy Blume, pluripremiata scrittrice vincitrice di ben 90 prestigiosi premi letterari e tradotta in 39 Paesi. Un inarrestabile bestseller del passaparola da donna a donna, che ha conquistato il Nº1 nella classifica del New York Times e già superato i 4 milioni di copie vendute.
Dal 15 maggio in tutte le librerie e i siti e-commerce per Libreria Pienogiorno.

Besteller Nº 1 The New York Times

LE AMICHE SONO LO SPECCHIO DELLA TUA ANIMA

«Lo rileggerei altre mille volte»
COLLEEN HOOVER

«Il potere di questo romanzo è semplicemente prodigioso»
The New York Times

«Non è solo la lettura perfetta. È un libro
da leggere, da rileggere, da regalare alle persone a cui più teniamo»
Le Monde
 

La vita di Victoria Leonard cambia per sempre nell’estate in cui Caitlin Somers la sceglie come amica.A parte l’età, dodici anni, non hanno molto altro in comune: la famiglia di Vix è soffocante e problematica, e molto modesta, tanto quanto quella di Caitlin è moderna, esuberante e molto benestante.Eppure Caitlin apre a Vix le porte del suo mondo di privilegio nella casa di suopadre a Martha’s Vineyard, una magnifica dimora in cui le due ragazze trascorreranno insieme ogni estate degli anni a seguire. Il loro legame diventa inossidabile, tanto da considerarsi sorelle, e insieme affrontano i cambiamenti del corpo, i drammi famigliari, i turbamenti e l’esaltazione dei primi amori.
Anni dopo, Vix lavora a New York e Caitlin sta per sposarsi nella villa delle loro vacanze. La magia della loro lunga e complessa amicizia pare essersi diluita nelle onde del tempo. Ma un giorno Caitlin la prega di farle da damigella d’onore, e Vix sa che nonostante tutto accetterà. Perché vuole finalmente capire come è potuto andare tutto storto durante l’ultima estate che le ha separate. E perché, dopo tutti quegli anni, lei sente ancora che un’amicizia come quella davvero non potrà mai finire.

«Non ricordo di essere mai stata tanto rapita da un libro. È emozionante, stimolante, sembra sapere esattamente ciò che una donna pensa. L’ho adorato e divorato»
Daily Mail

«Amicizia, amore, nostalgia: c’è tutto in questo romanzo meraviglioso»
Los Angeles Times
 

Dal 15 maggio 2024 – 400 pp. – €18,90 – ISBN 9791281368293

“Tricofobia” di Ramis Bentivoglio. Scheletri.com. A cura di Alessandra Micheli

La paura fa parte di noi.

E’ una frase scontata ma reale.

Perché è solo quel paletto, l’unico che considero accetta ile ei indispensabile che frena la nostra masochista corsa verso l’abisso. Vedete la nostra vera essenza, il volto dietro al volto ha un sacco di ferite.

Qualcosa che ci portiamo dietro da eoni, colpe e rimorsi mai del tutto sopiti.

Come se davvero fossimo stati privati di un qualcosa di impellente, amore, abbraccio il nostro Eden.

Cacciati da uno stato idilliaco e precipitati a terra, dove ci siamo sfracellati al contatto con il duro suolo della terra.

Feriti, lacerati, soli.

Distrutti.

E ricomporci non è stato semplice.

Cosi come è successo a Osiride, qualcosa è rimasto nascosto, per tanto tempo, per secoli, senza che venissimo a conoscenza del posto segreto in cui è stato sepolto.

Dal nostro Seth.

Dal nostro caos.

O dalla semplice fatalità.

Ecco che vagare senza quella parte importante di noi fa male. L’abisso è la risposta a questo strano malessere, questo non sentirsi mai a casa.

Le sue lusinghe, le sue acuminate braccia, quell’oblio che ic promette con i sussurri…

Troppo seducente.

Ed è la paura a frenarci.

Proprio la paura.

Quella sorta di allarme vermiglio che ci intima di non andare.

Del resto l’oblio nasconde feroci fauci.

Ecco che l’horror in fondo, non è altro che un avvertimento dotato di un acuto suono, un rossastro barlume dal sapore di un divieto necessario, capace di scortarti protettivo, lungo il viaggio di riappropriazione di quel pezzo perduto di di te stesso.

Quindi si, l’angoscia parla di noi, di cosa ci serve per completarci, è il sesto senso che si accende e che ci guida, oltre l’abisso, laddove forse il sito segreto verrà un giorno svelato.

Possiamo conoscere la mancanza dentro il cuore di ognuno di noi, grazie a quegli infantili terrori.

Chi ha l’aracnofobia, chi il sommo terrore del fuoco.

O chi, come me, ha paure molto più banali, meno complicate che confluiscono nell’atavico tentativo di sopravvivere a un mondo ostile e impossibile da mappare.

La sopravvivenza.

Io devo sopravvivere a questo labirinto intasato da mille mostri crudeli.

Cosa c’è di più raccapricciante se non il rischio costante di perdere la vita, magari a causa di un virus, di una malattia, della nostra sconsideratezza, della imprevedibilità della natura, a causa di un insetto velenoso, di un fato arcigno e dispettoso?

E’ forse il terrore più comprensibile, che svela alla fine molto di quella mia insaziabile voglia di vivere, di indagare l’esistenza in ogni suo aspetto, quel egocentrico bisogno di leggere il libro segreto dell’io fino in fondo, fino all’ultima pagina.

Sarò io a decidere quando smettere.

Sarò io a usare la penna intinta di purpureo inchiostro e decretare il mio finale.

Per altre anime la situazione è molto più complessa e forse più interessante.

L’aracnofobia già citata, ad esempio.

Se analizziamo cosa si cela dietro il simbolo del ragno, si apre davanti a noi un mondo sconosciuto ma fecondo che però una volta disvelato si inchina e consegna alla resa tutte le armi per evolvere. Mentre io resto attaccata, in modo ossessivo, alla mia esperienza terrena, le altre inquietudini diventano una sorta di cammino iniziatico.

Come in questo testo.

Tricofobia.

Repulsione, anche morbosa, per peli, capelli, pellicce e ogni sorta di lanugine.

Tutti elementi che se analizzati, simboleggiano in modo archetipo proprio l’energia.

Ma attenzione, non quella soltanto positiva.

Ma istintiva, primigenia.

Ctonia.

Quella collegata con l’ombra.

Quella che, se non gestita, cresce in modo improprio come nella fiaba di Raperonzolo.

Ecco è la forma di potenza più pericolosa e..accattivante.

Fonte di forza e di dannazione.

Simbolo di domino e di sovranità.

Ma anche di connessione tra il regno ctonio e quello dei cieli.

Come in cielo, cosi in terra.

Questo potere fatto di luce e oscurità viene in questo racconto..manipolato.

Come?

La vitalità espressa dai capelli è una forza che ha i suoi cicli. Cade, rinasce e ricade.

Noi possiamo creare il cambiamento semplicemente accorciando o lasciando allungare la nostra chioma. Possiamo impoverirla quando poniamo freni inibitori alla fluidità di quel potere.

O possiamo lasciarlo scorrere libero in armonia con i suoi cicli.

I capelli diventano cosi la cartina tornasole del nostro benessere olistico.

Ecco che quella chioma diviene l’archetipo di una sorta di splendida e grandiosa giostra della vita.

Ma…quando una mano decide di fermare la corsa, tutto va in tilt.

Il carosello impazzisce, perde la sua identità originaria e si trasforma in altro.

Qualcosa di oscuro e pericoloso, poiché l’equilibrio tra cielo e inferi viene violato, il naturale svolgimento dei cicli si interrompe dando spazio all’entrata in scena di qualsiasi forma di abominio.

E sapete perché?

Perché intrappolare ogni energia psicologica, mentale o animica è beffare, o tentare di beffare il Dio Eco.

E’ manipolare la vita, senza rispetto, senza tenere conto delle conseguenze.

E cosi l’energia qua descritta viene bloccata.

Usata per..altro.

Per creare una sorta di universo parallelo, grottesco e distorto.

Fino a che ..

Non ve lo svelo.

Tricofobia è agghiacciante nella sua immediatezza, nella semplicità di immagini comuni e rese terrificanti.

E’ l’arte dello scrittore che sa giocare senza sensazionalismi, conoscendo l’origine segreta di ogni terrore.

L’uomo ha soltanto paura dell’ignoto.

E non c’è nulla di più ignoto dell’uomo.

Delle sue perversioni, delle sue ossessioni e del tentativo folle di sentirsi Dio.

“Mostri e conigli a Tokyo”,l’esordio italiano della misteriosa Fujiko Akiyama.

Sensuale, perverso e dolce allo stesso tempo.
Mescolate un anime giapponese, la vena noir di Ryū Murakami,
e avrete una versione giapponese e contemporanea de “L’idiota” di Dostoevskij. Il romanzo esplora i temi della libertà individuale e la dualità dell’interiorità umana

Il grande successo del Giappone nella cultura popolare contemporanea di questi anni non accenna a diminuire. Non solo anime e manga, ma anche letteratura, design, cultura del cibo. Su questo trend si innesta l’arrivo sul mercato editoriale italiano di un romanzo destinato a far parlare di sé: “Mostri e conigli a Tokyo” di Fujiko Akiyama.
“Mostri e conigli a Tokyo” è un viaggio negli abissi della mente e nell’impossibilità di distinguere il bene e il male, la normalità e la follia. Il mescolamento inedito tra i toni di un anime giapponese e la vena noir di Murakami (Ryū) è un mix che dà vita ad un’opera capace di toccare diverse tematiche, come dimostrano le prime impressioni di editor e “lettori beta” che hanno letto il romanzo in anteprima. Ecco alcuni commenti a caldo raccolti dai curatori: “È un libro sulla libertà. Un inno al coraggio di essere se stessi.” “A tratti disturbante e crudo, a tratti romantico e commovente.” “Shizuka la coniglietta è un personaggio che non si dimentica.” “Le scene un po’ forti non sono fini a se stesse: rendono bene il contrasto tra il candore di Shizuka e i mostri di Shinjuku.”
Ecco la sinossi che accompagna il libro della Akiyama.
Tanaka Shizuka è un’adolescente come le altre. Fino a che un bel giorno decide di diventare un coniglio. È con questa stravagante decisione che comincia la storia di Usagi-chan, “coniglietta” in giapponese.
Il racconto prende il via dalle vicende all’interno di un normale liceo di Tokyo. Tuttavia, col passare del tempo, prima dei mesi e poi degli anni, Shizuka non sarà più capace di sfuggire dagli abissi della sua mente complicata. Semplice follia, rifiuto della realtà o rivendicazione di libertà estrema?
Durante il racconto veniamo a sapere di improbabili diagnosi psichiatriche e del tentativo della società di ricondurre la ragazza verso una condotta accettabile.
Shizuka, la “ribelle con le orecchie da coniglietta”, finirà in mano ad individui senza scrupoli della Tokyo bene, città dinamica e splendente, ma colma anche di perversioni e crimini invisibili sotto la superficie patinata.
Il lato oscuro dell’umanità traspare dai “mostri” di Shinjuku, ricchi cinici e annoiati che conducono vite parallele. Forse sarà solo la comparsa di una certa Koko, giovane prostituta cinese che trascina la sua esistenza nel quartiere di Kabukichō, a prospettare una qualche via di salvezza per la nostra “coniglietta”. Il racconto assume così forma fluida, tra noir e romanzo psicologico.
Nonostante tutto, Shizuka rimane un personaggio di grande dolcezza, quasi da fiaba, che si muove sempre col sorriso in un mondo infernale. Domina, su tutto, la sua convinzione di essere moralmente obbligata a “salvare” gli altri a qualsiasi costo, attraverso un approccio indulgente verso tutto ciò che è umano, accettando anche di subire su di sé il male e la violenza come mezzo per cercare il bene, sempre e comunque, nelle altre persone.
Un romanzo sulla libertà, sulla sofferenza di vivere una vita che non ci appartiene, che scava senza remore nel buio e nelle luci dell’interiorità umana.

Il libro sarà disponibile dal 15 maggio 2024, inizialmente solo sulla piattaforma Amazon.


Le notizie sull’autrice non sono molte. Si sa che vive a periodi alterni tra il Giappone e l’Italia (Reggio Emilia) e poco più. “Fujiko Akiyama”, infatti, è un nome d’arte. Segni particolari: vero nome e vera identità dell’autrice sconosciuti.

Lo Hijab mancante,Roberto Pegorini,Todaro Edizioni.A cura di Barbara Anderson

Todaro Edizioni e Roberto Pegorini ci presentano un nuovo romanzo: un giallo veramente ben sviluppato, dalla trama interessante e dai personaggi dalle caratteristiche umane ed emozionali altamente centrate e realistiche.

Conosciamo tutti lo hijab, il velo islamico ma contrariamente a ciò che si pensa il velo non è una pratica esclusivamente islamica. Anticamente anche in Italia  veniva utilizzato per proteggersi dalle intemperie, dal vento, dalla sabbia. 

Osservando il punto di vista religioso, il velo sul capo rappresenta l’umiltà e la sottomissione a  Dio;  principi che sono seguiti anche dall’ebraismo e dal cattolicesimo.

Basta andare in alcuni villaggi del sud Italia per trovare donne con il velo sul capo.

Le tipologie di velo sono molteplici nella cultura islamica. Lo hijab è una specie di foulard o sciarpa che copre testa e collo lasciando il volto scoperto. 

Simbolo per eccellenza di modestia e fede.

Ovviamente tutto ciò che è estremo e che è forzato prende una forma di violenza ma molte donne indossano il velo per scelta.

Tornando a questo romanzo. Lo Hijab o meglio la sua assenza diventa un indizio molto importante nel caso che l’abile ispettore Valerio Giusti e la sua squadra si troveranno a indagare.

Una giovanissima ragazza di 17 anni viene ritrovata morta, senza lo hijab sulla testa, come se la sua integrità morale oltre a quella fisica fosse stata deturpata e violata.

Umut è il suo ragazzo, un giovane pakistano umile, educato, modesto, il quale pensa che l’essere gentile nella vita sia il biglietto da visita più importante.

È innamorato della sua ragazza anche se le loro famiglie hanno forti disaccordi e attriti tra di loro.

Umut è un ragazzo pieno di sogni, che lavora nel ristorante pakistano di suo zio per potersi pagare gli studi e per poter costruire le basi di un futuro migliore.

La sua posizione da immigrato straniero e oltretutto islamico non gli rende la vita facile in una Milano che pulsa, che vive, che si muove veloce nella sua quotidianità fatta di lavoro, di pregiudizi razziali e religiosi.

Immaginate un ragazzo umile che all’improvviso si troverà a essere accusato dell’omicidio della ragazza che amava.

La prosa di questo romanzo è molto intensa e veloce, coinvolgimento immediato, connessione, intesa con i protagonisti, i quali appaiono ai nostri occhi come reali, tanto che il romanzo sembra di viverlo e non di leggerlo.

L’ispettore Giusti è un uomo dalla personalità spigolosa, una vita senza orari, un cuore infranto. Un uomo che aveva avuto una relazione complessa e che da sempre mente perfino a se stesso per paura della verità.

Nel mostrarci le vite dei protagonisti tutti scopriamo come è possibile comprendere il valore di ciò che abbiamo solo quando lo abbiamo perduto. Che anche i poliziotti hanno cuore e sentimenti, non sono immuni davanti alla morte con cui quotidianamente vivono, insieme alla criminalità.

No, non ci si abitua mai alla morte, al dolore delle famiglie delle vittime.  Fa sempre un male immenso e non è facile mantenere cuore e testa distaccati dall’empatia quando le vittime sono ragazzini o bambini innocenti.

Si arriva a mettere in discussione persino noi stessi, persino la nostra fede, perfino la fiducia in un mondo che sembra sempre più ingiusto.

La squadra di Giusti è una squadra dinamica e molto ben affiatata, avevano già lavorato insieme a un altro caso di omicidio; ma stavolta si tratta di una ragazzina ritrovata in condizioni terribili. 

Il vicequestore Giuseppe Cavalnese ha un rapporto con l’ispettore Giusti scanzonato, di confidenza e di sfottò, ma anche di profonda stima, rispetto e molta complicità.

La sovrintendente Melissa Gardini ha un passato particolare e qualche piccolo segreto che non si può tenere troppo lontano dall’occhio vigile della legge.

L’agente David Egger, il medico legale Giulia De Caroli, Mirko Bettoni, esperto in informatica che ho trovato davvero divertentissimo, un po’ fuori posto, un po’ impacciato.

Jessenia Rahimi è la vittima. Per la polizia preposta alle indagini chiamarla per nome potrebbe essere rischioso. 

Come è possibile tenersi a debita distanza dalla sofferenza dei genitori?

Come è possibile non contaminare il proprio giudizio con le opinioni personali?

Il giovane accusato di omicidio era agli occhi della sua clientela un ragazzo per bene, un’opinione diversa da quella che ora le evidenze stavano mostrando agli inquirenti.

Umut è braccato. Sta scappando con la sua colpa o con la sua innocenza tra le mani?

Umut è anche il capro espiatorio ideale per una società che giudica e condanna ancora prima di avviare un processo.

Un ragazzo islamico è il mostro ideale da sbattere sulle prime pagine dei giornali.

Conta di più la verità o le supposizioni? 

Quanto può essere dannoso un pregiudizio?

La vita è un oscuro gioco composto di fatti e di teorie, di supposizioni e di pregiudizi.

Come in una partita di tennis la palla balza da un individuo a un altro, ognuno ha la sua voce, ognuno ha la sua storia e ognuno di loro nasconde un segreto.

Nessuno è mai completamente onesto con gli altri e tantomeno con se stesso.

Gli eventi che si apriranno davanti ai vostri occhi li percepirete sulla vostra stessa pelle, l’aspetto umano, professionale e il complesso aspetto dei rapporti e delle relazioni interpersonali sia familiari che professionali e razziali sono complessità che viviamo quotidianamente.

Ognuno di noi ha i suoi traumi, siamo tutti vulnerabili, fragili, tutti abbiamo a volte una tremenda sete di vendetta, tutti possiamo commettere un errore.

L’ispettore Giusti troverà il coraggio di credere al suo istinto ma mettendo nella bilancia indizi e fatti, una bilancia che cerca di tenersi in equilibrio anche nella sua stessa vita. Perché siamo tutti santi e siamo tutti peccatori.

L’autore asserisce che scrivere è un atto estremo di solitudine poiché mentre si scrive si sta da soli con la propria testa, i propri pensieri, la tastiera, il computer o la carta e la penna… eppure questa solitudine quando il libro arriva tra le mani del suo lettore diventa comunione, condivisione compagnia.

Questo giallo mi ha toccato nel più intimo della mia sensibilità, la tragedia che viene esposta in modo sublime dall’autore ci mostra come le schegge del dolore facciano male a chiunque si trovi più o meno vicino al crimine commesso.

Ci sono conseguenze, ci sono emozioni devastanti e contrastanti. Cosa siamo disposti a fare per amore ma soprattutto quando è l’amore stesso che non siamo riusciti ad avere?

Il sacrificio estremo è spesso più estremo persino delle religioni.

La forza della giustizia e dell’integrità morale è l’arma con cui sconfiggere tutto il male che ci circonda e quello che abbiamo dentro di noi.

Complimenti sinceri all’autore che ha uno stile di scrittura davvero coinvolgente e fortemente emozionale ma anche una giusta carica di umorismo che trasmette al lettore quell’energia giusta per superare le parti più difficili di questa incredibile storia di fragilità, di traumi e di vulnerabilità umana.

Bellissimo anche il colpo di scena finale che mi fa sperare che Giusti possa tornare di nuovo a farci vivere emozioni e a farci scoprire nuovi indagini. 

Mufasa: Il Re Leone Le prime immagini del film Disney diretto dal regista premio Oscar® Barry JenkinsLin-Manuel Miranda firma le canzoni dell’avventura per il grande schermo Dal 19 dicembre nelle sale italiane

Lin-Manuel Miranda firma le canzoni dell’avventura per il grande schermo
Dal 19 dicembre nelle sale italiane

Disney ha svelato il primo trailer, il poster e le prime immagini di Mufasa: Il Re Leone, il nuovo film in arrivo il 19 dicembre nelle sale italiane, che esplora l’ascesa dell’amato re delle Terre del Branco. È stato annunciato anche il cast stellare che darà voce ai nuovi personaggi e a quelli più amati nella versione originale del film. Inoltre, il pluripremiato compositore Lin-Manuel Miranda firma le canzoni del film, prodotte da Mark Mancina e Miranda, con musiche aggiuntive e performance di Lebo M.

Miranda ha affermato: “Elton John. Tim Rice. Hans Zimmer. Lebo M. Mark Mancina. Beyoncé, Labrinth, Ilya Salmanzadeh. Beau Black, Ford Riley, l’incredibile team musicale di The Lion Guard e tanti altri collaboratori musicali nel corso degli anni. Il Re Leone ha un’eredità musicale incredibile, con brani di alcuni dei più grandi compositori in circolazione, e sono onorato e orgoglioso di farne parte. È stata una gioia lavorare al fianco di Barry Jenkins per dare vita alla storia di Mufasa e non vediamo l’ora che il pubblico possa vedere questo film al cinema”.

Mufasa: Il Re Leone racconta, attraverso Rafiki, la leggenda di Mufasa alla giovane cucciola di leone Kiara, figlia di Simba e Nala, con Timon e Pumbaa che offrono il loro caratteristico spettacolo. Raccontata attraverso flashback, la storia presenta Mufasa, un cucciolo orfano, perso e solo fino a quando incontra un leone comprensivo di nome Taka, erede di una stirpe reale. L’incontro casuale dà il via al viaggio di uno straordinario gruppo di sventurati alla ricerca del proprio destino: i loro legami saranno messi alla prova mentre lavorano insieme per sfuggire a un nemico minaccioso e letale.  

Nella versione originale del film prestano le proprie voci:
– Aaron Pierre nel ruolo di Mufasa
– Kelvin Harrison Jr. nel ruolo di Taka, un principe leone dal futuro radioso che accoglie Mufasa nella sua famiglia come un fratello
– Tiffany Boone nel ruolo di Sarabi
– Kagiso Lediga nel ruolo del giovane Rafiki
– Preston Nyman nel ruolo di Zazu
– Mads Mikkelsen nel ruolo di Kiros, un leone straordinario con grandi progetti per il suo branco
– Thandiwe Newton nel ruolo della madre di Taka, Eshe
– Lennie James nel ruolo del padre di Taka, Obasi
– Anika Noni Rose nel ruolo della madre di Mufasa, Afia
– Keith David nel ruolo del padre di Mufasa, Masego
– John Kani nel ruolo di Rafiki
– Seth Rogen nel ruolo di Pumbaa
– Billy Eichner nel ruolo di Timon
– Donald Glover nel ruolo di Simba
– Blue Ivy Carter nel ruolo di Kiara, figlia di Re Simba e della Regina Nala
– Beyoncé Knowles-Carter nel ruolo di Nala

Il cast di voci originali comprende anche Braelyn Rankins, Theo Somolu, Folake Olowofoyeku, Joanna Jones, Thuso Mbedu, Sheila Atim, Abdul Salis e Dominique Jennings.

Unendo tecniche cinematografiche live-action con immagini fotorealistiche generate al computer, Mufasa: Il Re Leone è diretto da Barry Jenkins e prodotto da Adele Romanski & Mark Ceryak, mentre Peter Tobyansen è il produttore esecutivo.

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Il blog presenta “Per colpa di un cupcake” di Jessica Black, O.D.E. edizioni. Da non perdere!

Mi fa strano riuscire a parlare così liberamente con Andreas, perché di norma ci riesco solo con Anna o con Alex. Eppure parlo, parlo senza sosta e lui annuisce, mi ascolta, poi non so bene cos’è che sto dicendo di preciso, probabilmente che penso di essere un’idiota.

«No fidati, è lui il vero idiota.»

E mi bacia.

Proprio così, mi afferra delicatamente e poggia le sue labbra sulle mie. Dapprima è un bacio cauto, lento, appena percettibile, poi diventa più intenso e io non riesco a ritrarmi. In realtà potrei, ma non è ciò che voglio.

Per una volta riesco a fregarmene di ciò che la vocina stupida dice nella mia testa e chiudo gli occhi, mi rilasso, dopo tutti i vani tentativi della giornata.

Sinossi:

Elena ha un sogno nel cassetto: laurearsi e aprire una casa editrice insieme ad Anna, la sua migliore amica. Nulla le impedirà di raggiungere quest’obiettivo, nemmeno l’amore.

Dopo la fine della storia con Marco, infatti, ha deciso di non avere niente a che fare con gli uomini per un po’. Del resto chi l’ha detto che per essere felici bisogna essere per forza in due?

Peccato però che Alex, suo parrucchiere di fiducia nonché migliore amico, non la pensi così e abbia in mente un piano ben differente per lei…

Tra siti di incontri, genitori ficcanaso e set fotografici improvvisati ne vedremo delle belle! Senza dimenticarci del misterioso ragazzo del treno… Andreas.

Biografia:

Jessica Black nasce a Roma nel 1991. Ha una laurea in digital marketing e tante passioni, tra le quali spiccano l’amore per i libri, per i viaggi e per la musica. Nel 2016 ha pubblicato la sua prima novella, continuando poi il percorso nel 2018, con il suo primo romanzo. Nel 2022, grazie alla Read & Love Publishing ha pubblicato uno young adult a tema bullismo, “The Strange Girl – Tra i bulli e l’amore”. Dal 2016 gestisce il blog “La ragazza col kindle”.

Titolo: Per colpa di un cupcake

Autore: Jessica Black

Editore: O.D.E. Edizioni

Genere: Contemporary romance

Trope:

#romcom

#grumpy x sunshine

#soulmates

#Not good enough for him

#friends to lovers

#Sworn off a relationship

Pov: 1° persona

Prezzo ebook: € 2.99

Prezzo cartaceo: da definire

Data pubblicazione: 29 maggio

Pagine: 200 ca

Serie: no

Autoconclusivo: sì

“Gli insetti. Sinfonia in tre movimenti” di Barbara Bolzan, Delrai editore. A cura di Alessandra Micheli

E’ iniziato finalmente il salone del libro.

E immagino, o almeno mi illudo, di trovare facce felici davanti al libro dei loro sogni.

E non soltanto il gala degli incontri.

Spero che ognuno di voi vagando per stand ammassati, in mezzo alla confusione di una festa, possa ascoltare il sussurro che lo chiama.

Seguirlo e lasciarsi condurre a lui, quel testo che una volta sfogliato gronderà non soltanto emozioni.

Ma vi regalerà una chiave.

Quella chiave stringetela forte, perché aprirà proprio la porta nascosta in voi che da tempo, da anni forse, o da mesi chiede di essere aperta.

E so che la paura di scendere in antri nascosti di noi fa un sacco di paura.

Ricordare e affrontare ogni immagine che vi si piazzerà innanzi gli occhi sarà altrove.

Un viaggio agghiacciante tra insetti che strisciano lenti, e ogni di loro vi racconterà una piccola verità.

Quel brulicare che vi disgusta sarà, forse almeno spero, la vostra redenzione.

Perché dopo l’orrore, dopo aver gridato, maledetto dio, arriverà la salvezza.

E vi sentirete finalmente leggeri.

Perché il famoso zaino di cui vi parlo, quello che pesa sulle pelle durante le salite, sarà finalmente svuotato.

Allora lasciate che la voce vi guidi, oltre persino la trama, oltre la bellezza apparente della cover.

Lasciate che vi chiami.

Fidatevi di zia Ale.

Lasciate ogni certezze e andate alla ricerca di quella solitaria voce. Perché se non riuscirete a considerare il libro un qualcosa di vivo, di reale, allora non è il mondo che fa per voi.

Non diventerete mai suoi amici.

Magari sarete lettori, finirete nelle classifiche o indosserete il badge che vi acclamerà come divinità dei social.

Ma non sarete amici dei libri.

E quando qualcuno instaura questo sentimento con l’altro, libro o persona che sia, è pronto per crescere, per evolvere, per comprendere se stesso.

Il libro amico diventa uno specchio.

O una torcia con cui scenderete nelle cantine più anguste, nelle soffitte più impolverate a cercare parti perdute, ma fondamentali di voi stessi.

Io cosi ho sempre creduto.

Questo è il rapporto che ho sempre instaurato con il libro.

E oggi come amico ho proprio accanto a me, quello di Barbara. Abbiamo parlato moltissimo, ieri notte.

Parlato con toni soavi e con toni cavernosi.

Ho visto il paradiso e l’abisso.

Nell’abisso stesso mi ci ha accompagnato per mano.

Lui la mia torcia, presenza salvifica, io la coraggiosa, con lacrime agli occhi e il core che fa tum tum.

Cosa ho trovato, se soffitta o cantina non posso svelarlo.

E’ un vostro viaggio.

E’ il vostro momento unico e speciale.

Posso però dirvi che uscita fuori da quel viaggio, mi ha lasciato vuota e piena allo stesso momento.

Vuota perché ho svuotato il famoso zaino.

Piena, perché oggi, quello spazio l’ho riempito di cose migliori.

Ho tolto dolori e rimpianti e accolto bellezza e compassione.

Per me, per un senso di colpa che mi sono portata appresso per tanto, troppo tempo.

Ma cosa c’entra con il libro, direte voi?

Tutto.

In realtà basterebbero queste parole per raccontarvi la meraviglia di cosa ho letto.

Ma non mi fermerò.

Perché davanti al talento serve la riverita ammirazione e la gratitudine verso chi ha scritto non con l’inchiostro ma con il sangue che sgorga dall’anima.

E la Bolzan dentro ogni libro mette se stessa.

Tutta se stessa.

Non gli interessa di apparire, di farsi vedere, di creare voli pindarici con la sua conoscenza della scrittura.

Lei si dona.

Si dona a noi.

Generosamente, dolorosamente, totalmente.

E questo dono viene raccolto e rende schemi letti e riletti unici e speciali.

Di thriller psicologici in cui l’apparenza è un inganno, ne ho letti a iosa.

Archetipi raccontati in mille modi diversi.

Ombre descritte con tutti i colori della tecnica letteraria.

Ma con lei…

E’ come se fosse la prima volta.

Sospesa una sorta di boriosa consapevolezza di essere una brava blogger, una perfetta lettrice.

sospeso quel gioco delle parti in cui ognuno dei contendenti cerca di fregare l’altro, di essere più furbo, io mi sono ritrovata indifesa, e ingenua come una neofita davanti la suo sacerdote.

Non conoscevo il genere.

Non sapevo individuare il bandolo della matassa.

Era un labirinto intricato di immagini, descrizioni accennate, di sinfonie che non venivano mai concluse.

E con cupidigia, con ardore andavo avanti a assorbire, assaporare parole.

Fino alla nota finale che ha concluso ogni overture.

Sapevo, una parte di me sapeva dove saremmo finiti, in quella parte della casa dell’io ci saremmo rannicchiati.

Ma era una credulità sospesa, cosi come dovrebbe fare un fottuto, meraviglioso libro.

E il paletto del cuore si è allentato, lasciando che la mia arida riva fosse inondata da un mare di emozioni.

E’ stato uno shock.

E’ stata la rivelazione.

Sofferta sicuramente, perché se avevo inserito questo acuminato paletto, era perché quella stanza non volevo aprirla.

Volevo continuare a illudermi che nulla nella mia vita fosse cambiato.

Volevo restare in compagnia di fugaci figure evanescenti, a farmi compagnia, distrarmi dalla meta e a oscurare il sole della realtà.

La Bolzan non lo ha permesso.

Ha insistito con somma grazia e con elegante ferocia a condurre il gioco.

Perché lei stessa, aveva compiuto prima di noi il viaggio.

E in quella nota finale, quella che ho voluto conquistare in modo testardo, ho riscritto il mio di finale.

E’ questo che significa leggere.

E’ questo che auguro a ognuno di voi, che oggi disonorate il libro considerandolo mero gadget, occasione per farsi pagare i torti subiti.

Ricordate.

Non solo parti della vita che avete seppellito.

Ricordate il vostro dolore, chi siete.

E ‘ l’unico modo per tornare a essere umani.

Grazie Barbara.

Non dimenticherò mai il tuo dono.