Questo libro tocca delle corde importanti del mio vissuto e non credo sia casuale.
Per la mia generazione cresciuta a manga anni ‘80 e cultura fantasy “Il Signore degli Anelli” non è solo un libro o un film, ma la realizzazione di ideali ben precisi: l’amicizia, il gruppo come seconda famiglia, la netta distinzione tra bene e male, la necessità di fare il proprio dovere.
Ma l’opera di Tolkien è solo l’apice di un modo di crescere.
Ripensando alla mia infanzia mi tornano in mente i manga dove centrale era la magia, e i pupazzi da BimBumBam ai Muppet, i film fantastici come “La storia infinita” e le storie che mi facevano entrare in nuove dimensioni come “Il mago di Oz”.
Leggendo Puppazzolandia ritrovo tutto il mio vissuto concentrato in una storia avventurosa e straordinaria che si rinnova per i bambini di oggi.
Protagonisti sono un gruppo di pupazzi guidati dall’orsacchiotto Burro che decide di salvare il proprio mondo ormai intriso dal potere dell’Ego, il re della menzogna.
Il terribile sovrano non è solo, a sostenerlo nella sopraffazione del Pianeta ci sono i suoi servitori: Paura, i gemelli Delusione e Rassegnazione, Tristezza e la terribile Rabbia.
Ma cosa possono fare un gruppo di pupazzi contro tali nemici?
Essi in apparenza soli, sono sostenuti dall’Universo che li guida verso Ravih un bambino pieno di coraggio e fantasia.
La “compagnia” si forma e i pupazzi partono insieme verso una missione pericolosa e dalla riuscita incerta.
Guarda caso anche qui si dirigono verso un monte…
Lungo il cammino incontrano strani personaggi, alcuni pronti ad aiutarli, altri traviati dall’influenza degli scagnozzi di Ego fanno loro del male non volendo.
Ogni difficoltà li mette in crisi, ma gli amici restano uniti, forti dell’amicizia e della fiducia che hanno uno verso l’altro e tutte le trappole che Ego prepara per loro non fa che rafforzarli ed istruirli.
Ecco il termine centrale di questo libro: educazione.
I Pupazzi imparano dai loro errori, dalle proprie fragilità, sfidati dal terribile Sovrano, essi si mettono alla prova e comprendono come gestire le paure con cui convivono da sempre.
Una volta trasformati i loro punti di debolezza in punti di forza, diventano inarrestabili.
Riusciranno a mantenere fermi i pensieri positivi anche davanti ad Ego?
Trovo questo libro estremamente stimolante e attuale, in un presente dove spesso i genitori tendono sempre ad appianare i dossi che i figli devono superare, è necessario ristabilire una crescita sana.
I no aiutano a crescere, le difficoltà sono indispensabili a maturare e affrontare le paure si può, solo se accompagnati.
Contemporaneo mi sembra anche il nome del grande nemico, l’Ego.
In una società totalmente egocentrata dove domina l’angoscia di non essere accettati o di non realizzarsi, forse è necessario ristabilire una dimensione sana di relazione, uscire da sé, dal proprio pianeta e guardarsi attorno mi sembra salvifico.
Termino sostenendo un principio che al blog spesso ribadiamo: i libri non hanno età.
Pupazzolandia che dovrebbe essere un libro per bambini mi ha totalmente conquistata e divertita.
Lo condivido volentieri con le mie figlie ma è stato bello per un momento ritrovarmi anche io bambina, pronta a volare sulle pagine di un libro.