“Pupazzolandia” di Philip John Casagrande, PAV edizioni. A cura di Patrizia Baglioni

Questo libro tocca delle corde importanti del mio vissuto e non credo sia casuale.

Per la mia generazione cresciuta a manga anni ‘80 e cultura fantasy “Il Signore degli Anelli” non è solo un libro o un film, ma la realizzazione di ideali ben precisi: l’amicizia, il gruppo come seconda famiglia, la netta distinzione tra bene e male, la necessità di fare il proprio dovere.

Ma l’opera di Tolkien è solo l’apice di un modo di crescere.

Ripensando alla mia infanzia mi tornano in mente i manga dove centrale era la magia, e i pupazzi da BimBumBam ai Muppet, i film fantastici come “La storia infinita” e le storie che mi facevano entrare in nuove dimensioni come “Il mago di Oz”.

Leggendo Puppazzolandia ritrovo tutto il mio vissuto concentrato in una storia avventurosa e straordinaria che si rinnova per i bambini di oggi.

Protagonisti sono un gruppo di pupazzi guidati dall’orsacchiotto Burro che decide di salvare il proprio mondo ormai intriso dal potere dell’Ego, il re della menzogna.

Il terribile sovrano non è solo, a sostenerlo nella sopraffazione del Pianeta ci sono i suoi servitori: Paura, i gemelli Delusione e Rassegnazione, Tristezza e la terribile Rabbia.

Ma cosa possono fare un gruppo di pupazzi contro tali nemici?

Essi in apparenza soli, sono sostenuti dall’Universo che li guida verso Ravih un bambino pieno di coraggio e fantasia.

La “compagnia” si forma e i pupazzi partono insieme verso una missione pericolosa e dalla riuscita incerta.

Guarda caso anche qui si dirigono verso un monte…

Lungo il cammino incontrano strani personaggi, alcuni pronti ad aiutarli, altri traviati dall’influenza degli scagnozzi di Ego fanno loro del male non volendo.

Ogni difficoltà li mette in crisi, ma gli amici restano uniti, forti dell’amicizia e della fiducia che hanno uno verso l’altro e tutte le trappole che Ego prepara per loro non fa che rafforzarli ed istruirli.

Ecco il termine centrale di questo libro: educazione.

I Pupazzi imparano dai loro errori, dalle proprie fragilità, sfidati dal terribile Sovrano, essi si mettono alla prova e comprendono come gestire le paure con cui convivono da sempre.

Una volta trasformati i loro punti di debolezza in punti di forza, diventano inarrestabili.

Riusciranno a mantenere fermi i pensieri positivi anche davanti ad Ego?

Trovo questo libro estremamente stimolante e attuale, in un presente dove spesso i genitori tendono sempre ad appianare i dossi che i figli devono superare, è necessario ristabilire una crescita sana.

I no aiutano a crescere, le difficoltà sono indispensabili a maturare e affrontare le paure si può, solo se accompagnati.

Contemporaneo mi sembra anche il nome del grande nemico, l’Ego.

In una società totalmente egocentrata dove domina l’angoscia di non essere accettati o di non realizzarsi, forse è necessario ristabilire una dimensione sana di relazione, uscire da sé, dal proprio pianeta e guardarsi attorno mi sembra salvifico.

Termino sostenendo un principio che al blog spesso ribadiamo: i libri non hanno età.

Pupazzolandia che dovrebbe essere un libro per bambini mi ha totalmente conquistata e divertita.

Lo condivido volentieri con le mie figlie ma è stato bello per un momento ritrovarmi anche io bambina, pronta a volare sulle pagine di un libro.

“Sem strapazza i bullazzi-Sem e la grande nevicata” di Ugo MautheIllustrazioni di Elena Spada, EdiGiò Edizioni. A cura di Patrizia Baglioni

Chi vigila sui bambini?

I genitori? Gli insegnanti? I vigili e la polizia?

Sì, da loro i bimbi si sentono protetti, ma i supereroi di solito ispirano più fiducia, ma non un eroe stereotipato come quelli dei fumetti o dei cartoni, quelli non sono credibili.

I bambini sono svegli, soprattutto quando sono ai margini, quando guardano il mondo con la propria spiccata sensibilità e colgono dettagli superflui per gli adulti.

In una città per mantenere l’ordine c’è uno strumento che spesso passa inosservato, scontato, ha grandi occhi colorati, che si accendono e spengono e indicano alle persone quando si devono fermare e quando devono attraversare la strada.

Il Semaforo effettivamente ha il potere di fermare il mondo e di farlo ripartire.

E non ce n’è solo uno solo, ne sono tantissimi tutti collegati tra loro.

Solo che uno rispetto agli altri è speciale: Sem ha dei poteri, riesce a ipnotizzare con le sue luci chi gli sta vicino, portandolo a fare ciò che vuole.

Attenzione! Sem è un semaforo onesto, è un eroe vero, e usa le sue capacità per difendere i deboli e punire i cattivelli.

In Sem strapazza i bullazzi,il protagonista è Angelo un bimbo talmente buono che non riesce mai a reagire ai dispetti che tre bulli puntualmente gli fanno.

Angelo sa solo piangere e subire, non c’è nessuno pronto ad aiutarlo, e i tre lo colpiscono con i loro dispetti per puro spirito di cattiveria, anche mentre indossa la sua maglietta di calcio preferita.

Nulla riesce a fermarli, fino a quando Sem si accorge di loro… e allora ognuno avrà ciò che merita.

In Sem e la grande nevicata si parla ancora una volta con parole semplici e immagini chiare dell’emarginazione.

Stavolta ad essere messo da parte è un bambino emigrato, che Sem conosce bene perché è spesso vicino a lui a vendere fazzoletti ai conducenti delle auto che si fermano al rosso.

Il bimbo dalla pelle scura risponde agli insulti e ai complimenti con lo stesso sorriso, ma a metterlo in difficoltà non sono le persone, ma una grande nevicata, il bimbo resta sommerso, fino a quando Sem decide di intervenire…

Due storie di grande profondità che raccontano il mondo dei piccoli riportando le loro difficoltà ma soprattutto la necessità di avere un amico pronto ad aiutarli.

E allora la prossima volta che la luce rossa vi fermerà fate attenzione, guardatela con attenzione, se notate qualcosa di strano, sappiate che spesso gli oggetti nascondono segreti e tutta la magia che vogliamo vederci.

“Avventure davvero fantastiche” di Stefano Meglioraldi, Ringworld sci-fi&fantasy. (con le illustrazioni di Alice Meglioraldi). A cura di Jessica Dichiara (43 anni) e con la partecipazione della piccola Lucia.

Jess: Luci la zia Ale ha mandato un libro che possiamo recensire insieme ci stai?

Luci: significa che posso lavorare con te?

Jess: siiiiiii, significa che leggeremo questo libro e tu mi dirai tutto quello che ti passa per la testa ok?

Luci: ma anche le parolacce?

Jess: …

La torta davvero gigantesca

Luci: mamma perché la mamma di Tommy si è spaventata quando Tommy ha mangiato la torta?

Jess: bella domanda! Devi sapere Luci che per gli adulti fidarsi non è così semplice e immediato. Noi abbiamo bisogno di conoscere chi ha fatto la torta, gli ingredienti che ha usato per farla e la loro provenienza. In effetti crescendo bambina mia sono più le cose che perdiamo che quelle che guadagniamo.

Luci: beh… ma alla fine però…

Jess: shhhhh… non dobbiamo svelare il finale piccoletta! Però una cosa te la posso dire. È un segreto segretissimo. Hai visto cosa hanno combinato poi gli adulti che all’inizio non si fidavano con la torta? Beh hanno ricevuto una bella lezione. Senza regole non si può vivere insieme felici. Le regole ci aiutano. Ci guidano. Sono fondamentali.

Luci: beh ma questa è una cosa che gli adulti già sanno, la dicono spesso a noi bambini! Dovete seguire le regole!

Jess: vero! In parte… in realtà piccoletta noi grandi siamo bravi a predicare bene, cioè a dire agli altri cosa devono o non devono fare. Il problema sorge quando quelle regole dobbiamo seguirle noi. Temporeggiamo, facciamo difficoltà, inventiamo scuse, rimandiamo e ci facciamo prendere la mano dalle passioni. Poi alla fine inevitabilmente ci vergogniamo.

La principessa Ribisbella

Luci: mamma la principessa ha quasi la mia età! Nove anni! Quasi dieci!

Jess: veramente tu ne hai quasi otto…

Luci: eh appunto quasi otto, poi quasi nove, poi quasi dieci e avrò come la principessa, tanto lei non può mica uscire dal libro, tra due anni avrà la mia età e io la sua. Basta aspettare! Poi anche io non piango quasi mai… quasi

Jess: facciamo finta che ci credo. Hai visto però? Anche le principesse a cui non manca nulla possono essere infelici.

Luci: sai mamma… anche io a volte sono infelice per lo stesso motivo della principessa. A volte mi manchi tantissimo anche quando sei a casa e hai tante cose da fare. A volte vorrei avere più tempo per stare con te e invece tu stai sempre a lavorare. E lo so che tu e papà dovete lavorare perché c’è il dentista da pagare, e poi si è rotto il frigorifero, e poi il mutuo è aumentato, però mamma… io non sarò mai più bambina.

Jess: …vieni qua piccoletta fatti abbracciare.

Mi fermo a due caro Stefano. Voglio lasciare al lettore l’opportunità di vivere la mia stessa esperienza senza spoilerare troppo, perché in effetti le fiabe sono corte e adattissime alla lettura serale e a svelarne la morale si fa veramente presto.

Voglio però ringraziarti per queste dieci fiabe che ho condiviso con la mia piccolina perché dentro ad ognuna di esse ho trovato un pezzetto di noi, di me adulta e della me rimasta bambina.

Mia figlia dal canto suo ha preso questo compito molto seriamente, più per l’emozione di finire sul blog della zia Ale che per la voglia di leggere. Eppure una volta iniziato una favola al giorno è diventato per dieci giorni il nostro appuntamento fisso. Un momento atteso.

Non ti nascondo che anche io e mio marito abbiamo inventato favole a braccio all’occorrenza. Il primo dei nostri figli ormai sedicenne era molto esigente da questo punto di vista. Tuttavia la struttura di queste piccole avventure preziose mi ha colpito e affascinato. Semplici e brevi eppure un tesoro di spunti e riflessioni importanti sulla vita.

Hai dato a me adulta la possibilità di riflettere e mettermi in discussione. Mi hai fatto rivalutare quel lavoro. Quello sforzo di inventiva che sembra dedicato ai piccoli ma in realtà è un enorme stimolo per noi adulti e coinvolge a tutti gli effetti i nostri pensieri e i nostri desideri più nascosti.

Attraverso le fiabe possiamo ricevere e dare vita ai sogni più assurdi perché non c’è limite alla fantasia. Dentro le fiabe inoltre possiamo superare ogni difficoltà e procurarci qualsiasi arma.

Quindi grazie per principesse, principi, streghe, uccellini, serpenti e rospi e grazie per il tempo. Mi hai regalato inconsapevolmente ciò che di più prezioso c’è al mondo. Il tempo con mia figlia, l’ultima di tre, quella che paga il prezzo salatissimo di una fase della vita in cui il lavoro risucchia tantissime energie e non sempre la poca libertà viene distribuita con il giusto valore.

È un invito cari lettori a trovare qualche ora la sera per coccolarvi con una lettura che può essere solitaria o in compagnia ed è veramente interessante a tutte le età.

Luci: mamma ma alla fine qual è lo scopo della recensione? Perché la scriviamo?

Jess: per far sapere a chi ci legge se il libro ci è piaciuto o no e se consigliamo di leggerlo oppure no.

Luci: a me è piaciuto…

Jess: vuoi dire anche perché ai nostri lettori?

Luci: perché c’era scritto quello che avrei voluto dire io ma con le parole giuste.

Jess: beh piccoletta è quello che fanno i libri sai… i libri a volte ci leggono nel pensiero e nel cuore. E spesso come in questo caso troviamo scritto ciò che vogliamo leggere o semplicemente ciò di cui abbiamo bisogno. È una magia che mi auguro ti accompagni per tutta la vita.

Grazie.

“Pelucco. Il viaggio della microplastica” di Paolo Oliani, Erika Cedillo Gonzalez. A cura di Patrizia Baglioni

I bambini acquisiscono saperi attraverso gli esempi, la concretezza è indispensabile per loro e di solito hanno una mente rapida nell’apprendere.

Non ci sono mai concetti troppo difficili per i piccoli, basta stimolare la loro curiosità e offrire gli strumenti giusti per comprendere il mondo che hanno davanti e i problemi degli adulti.

Il disastro ambientale che l’uomo ha creato, ha in sé un’urgenza che non possiamo più negare e educare i più giovani alla gestione del territorio è fondamentale alla sopravvivenza dell’uomo.

E allora come sensibilizzare alla questione della microplastica?

Ci aiuta PELUCCO, una piccola fibra di poliestere, che nasce in un maglione natalizio e ha la missione di tenere al caldo un bambino.

Pelucco non vede l’ora di compiere il suo compito e scoprire il mondo, così conosce Luca un bimbo vivace e diligente a scuola, la nonna Anna e la zia Sofia ambientalista convinta.

La sua missione procede al meglio, Pelucco si abitua anche alla lavatrice, ma un giorno in un lavaggio si stacca e inizia il suo viaggio fino al mare, qui incontra altre microplastiche e comincia a comprendere il rischio che tutti coloro rappresentano per l’ambiente.

Comprendere la verità sulla contaminazione del mare è veramente difficile per lui che ama gli umani e tutti gli esseri viventi.

Più forte dello scoramento è però la generosità e la determinazione.

Pelucco dimostra che non ci si deve mai arrendere, che anche i problemi che sembrano insolubili in realtà si possono risolvere grazie alla collaborazione tra adulti e bimbi.

Non c’è un’età per iniziare a riflettere su queste tematiche, e ognuno di noi può e deve fare la propria parte.

Il linguaggio semplice e scorrevole rende il racconto piacevole e le immagini aiutano i bambini ad immaginare i protagonisti e a comprendere le questioni sia da un punto di vista teorico che pratico.

Inoltre alla fine del libro ci sono validi consigli da seguire e azioni quotidiane utili a diminuire l’immissione di microplastiche negli oceani.

Quello di Pelucco è un viaggio alla scoperta della verità, dell’amicizia e della missione che ognuno di noi può compiere ogni giorno.

“Melbor dei draghi” di Christian Martinelli”Melbor dei draghi”. A cura di Patrizia Baglioni

Io agli eroi ci ho sempre creduto, è lo spirito del coraggio che mi ha mosso fin da piccola a superare le mie fragilità.

Sì, perché trovatemi voi una persona sempre sicura di sé che non teme nulla, non serve che vi affatichiate: non esiste, tutti hanno un punto debole.

Ma le persone che mi colpivano di più da piccola erano quelle dalla forza insospettabile, facile credere a Superman con i suoi super poteri sovrumani: era capace di tutto, eppure appariva ai miei occhi irreale, irraggiungibile.

Invece spesso nei film o nelle storie dei libri incontravo protagonisti apparentemente comuni dalle capacità straordinarie che venivano messe a disposizioni dei più deboli, ecco a questi eroi io mi affezionavo, perché mi davano speranza, mi facevano pensare che anche io potessi superare la mia inadeguatezza.

Melbor è così: un ragazzo apparentemente normale che nasconde una forza portentosa, al punto da essere, già alla sua giovane età, capo dei Cavalieri dello Spirito Sacro, il corpo di soldati specializzati alle strette dipendenze del re.

Il giovane è inviato a compiere una missione, deve ritrovare un ragazzo nella città di Windfall, un tempo città ricca e gioiosa.

Il cavaliere trova invece un ambiente abbandonato, i cittadini sembrano scomparsi, solo la locanda sembra attiva, ma anche qui vige un clima di sospetto.

Che cosa sta succedendo?

Melbor vuole saperlo perché più di ogni cosa, ciò per cui combatte è il senso di giustizia e la protezione del popolo.

I gestori della locanda gli raccontano che i giovani della città stanno misteriosamente scomparendo, tra questi anche loro figlio, e mentre Melbor prende coscienza della situazione, entra una giovane appena scappata dalle guardie in cerca di protezione.

Il cavaliere, che se la ritrova tra le braccia, non ha mai incontrato una ragazza tanto affascinante, dagli occhi limpidi come i suoi.

L’attrazione è reciproca e se non fosse per la situazione che si trovano ad affrontare, Melbor penserebbe solo a lei, a conoscerla e conquistarla e invece l’insoddisfazione e la paura spingono i cittadini ad unirsi e combattere… soprattutto ora che hanno trovato il loro eroe.

Un eroe che nasconde un potere misterioso…

Un racconto per ragazzi che si muove tra più generi: fantasy, gotico, storico e che intrattiene con una storia fantasiosa e accattivante.

A conquistare il lettore non sono solo i personaggi e l’intreccio della storia, ma i valori sui quali si riflette: la libertà, il coraggio e la capacità di crescere e fare delle scelte.

I ragazzi di oggi hanno bisogno di queste storie, così come ne abbiamo avuto bisogno noi e allora accompagniamoli nella lettura e invitiamoli a scoprire MELBOR DEI DRAGHI.

“Guida turistica per sognatori” di Alessandro Ricci, Npsedizioni. A cura di Alessandra Micheli

A volte mi capita di sentirmi di troppo in questo mondo che corre veloce.

E nella sua corsa si occupa di cosa che non mi interessano minimamente.

Non perché io sia migliore o peggiore.

Sono soltanto diversa con lo sguardo sempre volto chissà dove.

Scruta l’orizzonte per trovare un arcobaleno o una nuvola strana.

Guarda la terra sperando che la zolla si apra n un sorriso sghembo.

Vivo in questo mondo ma la tempo stesso non ne faccio parte, in perenne attesa di un antico richiamo, qualcosa che mi riporti a casa.

Dovunque essa sia.

Questo mio essere sempre un pò a meta non mi lacera.

Anzi. Il mondo oltre in cui bazzico felice è parte di me, è il mio modo di ricaricare l’anima, come un carillon stonato che ha bisogno di una mano ferma per poter suonare ancora.

Ma è pur vero che il mio vagare tra i modi mi porta una conseguenza: non mi piace affatto come vivono quaggiù.

Come considerano improntante il nulla io che ho oramai lo sguardo fisso sull’altrove.

E allora quando devo dialogare con questo realismo illusorio mi sento sempre un pò frustrata.

Io non ragiono come voi e a quarantasei anni sono stufa anche di provarci.

E cosi mentre guardo sempre un po’ assente, sempre un pò indifferente se non aggressiva ( come se mi trovassi di fronte una crudele minaccia) mi chiedo come è possibile che il vivere quotidiano sia sempre un po’ triste, grigio e cosi interessato a accalappiare l’ovvio e il banale e indossarlo come una corazza.

Cosa ci manca?

Cosa non va in questo mondo sempre di fretta?

La risposta arriva con i libri.

Alcuni sono reliquie preziose perse nelle sabbie del tempo.

Alcuni sono giovani, cosi desiderosi di farsi ascoltare.

Con quel loro sussurrane cosi immediato e semplice, eppure con la saggezza millenaria di volti antichi scolpiti sulla pietra.

E allora comprendo che è la fantasia che ci manca.

Non sappiamo sognare.

E nella nostra mancanza non abbiamo più creatività e la capacità di lastricare il futuro di pietre dorate o di avere ai piedi scarpette rosse che, con un abile colpo di tacco possa portarci altrove.

E’ l’altrove che ci chiama.

Senza che possiamo sentirlo ma con quel peso sull’anima.

E siamo solo sperduti, fragili in un mondo che ci appare incomprensibile, senza Mappe capaci di farci orientare.

Siamo sognatori.

E abbiamo tutto un mondo favoloso da scoprire, in barba alle spiegazioni razionali, oltre alle logiche.

Ecco che forse ci serve una guida capace di aprire la strade per quel regno che manca davvero a ognuno di noi, e ci manca cosi tanto da renderci preda di una struggente nostalgia.

Una malinconia che non vogliamo osservare.

Per non trovarci feriti.

A noi adulti e ai ragazzi che tentiamo di rendere simili a noi, gelosi della loro capacità di colare alti nel cielo, il Ricci, quel perfido cantastorie si rivolge con un libro che emoziona.

Si emoziona miei lettori.

Ha emozionato a me con le sua strampalate ma logiche spiegazioni.

Con quelle storie in cui c’è sempre un insegnamento.

Con quegli incontri assurdi che però noi conosciamo bene perché fanno parte di noi stessi, di quel nostro amare il mondo sghembo e bizzarro.

Guida turistica per sognatori è ciò che ci serve disperatamente per far tornare signora fantasia dentro di noi.

E’ li che attende il ritorno cosi come il prode Arnoldo attende, speranzoso il nostro eroe de Lollis.

E che nonostante l’attesa fa rivivere in quei racconti che ci suoneranno familiari. E saprete perché?

Sei sicuro che non sia nulla più che fantasia?” Ma la tua logica feroce alla magia taglia la voce. “Io ti vedo! Tu esisti, di unicorni non ne ho mai visti”. Io non cedo alla realtà, forse c’è un’altra verità. Non può essere piuttosto che l’unicorno stia nascosto? È possibile, mi chiedo, creder solo a quel che vedo?

Perchè solo quando la nostra anima sarà libera, senza catene, completamente vostra moriranno pregiudizi, bizzarrie, sfiducia e ogni orpello che ci impedisce di essere felici, qui e ora.

Sapevo che eri un grande uomo Alessandro.

Non solo una fastidiosa scolopendra.

Grazie per ricordarmi sempre l’importanza dei sogni .

“Or che i sogni e le speranze

si fan veri come fiori,

sulla luna e sulla terra

fate largo ai sognatori!”

Gianni Rodari

“Uno strano Natale” favola di Giovanna Fracassi tratta dal libro Nel magico mondo di nonna Amelia (Fonte oubliette Magazine)

Nel mondo magico di Nonna Amelia” è un libro di favole e filastrocche edito da Rupe Mutevole Edizioni nel 2021. L’autrice, Giovanna Fracassi, ha pensato di augurare Buon Natale a tutti i suoi lettori (adulti e piccini) con la pubblicazione della favola “Uno strano Natale”.

Uno strano Natale” di Giovanna Fracassi

Oggi bambini, visto che ormai non manca più molto a Natale, vi voglio raccontare la storia di un bambino triste che però riceve un regalo straordinario.

Marco sta spiando il cielo, con il mento appoggiato sulle mani intrecciate sul davanzale della finestra della sua cameretta. Spera di veder cadere qualche fiocco di neve, almeno oggi che è la Vigilia di Natale. Vorrebbe tanto sentirsi allegro e felice, invece è ancora più triste degli altri giorni.

Quest’anno non ha chiesto nulla a Babbo Natale, non gli ha scritto nessuna letterina. L’anno prima gli aveva chiesto con tutto il cuore, un solo grande regalo: che i suoi genitori la smettessero di chiudersi in cucina a discutere e che tornassero ad essere allegri e scherzosi con lui.

Invece, proprio il fatidico giorno di Natale, suo padre lo svegliò la mattina presto per dirgli semplicemente che per qualche tempo se ne doveva andare via. Marco gli aveva subito chiesto dove sarebbe andato a lavorare questa volta, dato che era abituato ai lunghi viaggi del padre, ma lui gli rispose che non doveva fare nessun viaggio di lavoro. Si trattava di altro: non voleva più litigare con la mamma e l’unico modo per non farlo era andare a vivere in un’altra casa.

Marco ricorda molto bene quel giorno. I regali rimasero intatti sotto l’albero spento: né lui né la mamma avevano avuto voglia di aprirli. Se ne rimasero abbracciati, avvolti in un grande plaid sul divano, quasi fino a sera. Mamma piangeva e lui non sapeva più cosa dirle per farla smettere.

Adesso è a casa di suo padre, ma vorrebbe essere con sua madre. Quando è con lei però, vorrebbe essere con lui. In realtà sa molto bene cosa vuole: che loro tre tornino ad essere una famiglia. Senza quella Marta che fa sempre la carina con il papà “amore qui, amore là” e senza Enzo che arriva sempre per cena, dal venerdì alla domenica, con un mazzo di fiori freschi, tanto che il lunedì la casa sembra una fioreria.

Eh sì! Marco guarda il cielo e pensa: «Oh se almeno nevicasse! Potrebbe essere un bel Natale, nonostante tutto».

Ad un tratto vede qualcosa muoversi, proprio in fondo al giardino, sotto la panchina dove d’estate si mette a disegnare. Osservando con più attenzione scopre che si tratta di un grosso gatto arancione che, quatto quatto, perlustra tutto intorno il laghetto ghiacciato.

La tentazione ora è troppo forte.

Marco corre in corridoio, acchiappa veloce berretto e giaccone ed esce in giardino. S’impone di procedere piano per non spaventarlo, lo cerca dappertutto ma non riesce a trovarlo: sparito nel nulla!

Sta già tornando sui suoi passi, quando si sente chiamare: «Marco, ehi, sono qui!».

Si gira, si guarda attorno, chi mai può averlo chiamato? Non c’è nessuno! Ed eccolo lì, il gatto rosso! È seduto, tutto impettito, al centro della panchina, le orecchie aguzze sull’attenti e due enormi occhi verdi che splendono come fossero di giada e che lo stanno fissando impertinenti.

È una pazzia, eppure Marco ha la sensazione che a chiamarlo sia stato proprio il gatto. Gli si avvicina cauto, temendo di farlo scappare, ma quello invece sembra aspettarlo e appena gli è abbastanza vicino, strofina il suo grosso muso sulla sua mano, invitandolo quasi ad accarezzarlo e facendo immediatamente le fusa a mo’ di saluto, così alte e sonore che un uccellino, che sta beccando qualche briciola sul davanzale, se ne vola via spaventato.

«Non è possibile che tu sia un gatto parlante, vero? Ho le traveggole oppure la febbre alta!»

«No, affatto, io parlo e capisco tutto quello che dici, anzi, so anche cosa pensi. Ho saputo che quest’anno non hai scritto la letterina a Babbo Natale perché non vuoi nulla».

«Sì, è proprio così! L’anno scorso quello che gli avevo chiesto non è arrivato, ed era l’unica cosa che desideravo!»

«Quello che tu hai chiesto Marco, non te lo può regalare né Babbo Natale né nessun altro. So tutto e sono venuto a dirti che devi accettare di avere ormai due mamme e due papà. E poi, in fondo, se ci pensi bene, non è poi troppo male».

«Sarà, ma io ora mi sento molto solo e nulla, nella mia vita, è come prima!»

«Ecco perché sono venuto a cercarti! Mi chiamo Mischa e, se vuoi, posso diventare il tuo compagno di giochi. Starò sempre con te, finché lo vorrai. Poi quando avrai altri amici, sarai cresciuto e non avrai più bisogno di me, me ne andrò. Che ne dici?»

Marco emozionatissimo, prende in braccio Mischa e per la commozione lo stringe così forte al petto che il micione sospira un debole ma compiaciuto Miaooo!

Inutile dire che da quel giorno, quei due diventarono inseparabili.

Posso confidarvi che Marco è cresciuto, si è sposato e ha un bellissimo bambino: Eddy, ma non si è mai voluto separare dal suo amico micio e nulla lascia supporre che mai lo vorrà fare.

Chi trova un micio trova un tesoro!

Questa è la letterina che Eddy ha scritto, insieme al suo papà Marco, a Babbo Natale.

Caro Babbo Natale,

so che hai tanto da fare

perciò di tempo non te ne voglio rubare.

Nulla voglio farmi regalare

perché non credo

d’esser stato buono come dovevo.

Ti chiedo però un dono speciale

per il mondo intero:

vola con la tua slitta tutto intorno

e spargi un po’ d’affetto

della bontà senza difetto

tanta allegria senza dispetto

così che ogni cuore

sia sazio d’amore.

Con affetto

Eddy


Info

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Fonte

“Il maestro Mauro legge” di Mauro Gelo. A cura di Patrizia Baglioni

I maestri sono i mattoncini su cui poggiano le basi dell’educazione.

I bambini che provengono dalla scuola d’infanzia trovano nella figura della maestra o del maestro un riferimento essenziale.

Dopo i genitori, i maestri hanno il compito di trasmettere concetti e regole ma soprattutto di comprendere i piccoli alunni aiutandoli a crescere.

IL MAESTRO MAURO scritto dal maestro Mauro Gelo, rappresenta tutto questo: una ricerca originale per parlare di argomenti complessi ai bambini dai sette anni in sù e che può agevolare anche le mamme e i papà o altri educatori ad affrontarli.

Le tematiche trattate sono molte e vanno dai precetti didattici relativi alla geografia, alla storia e alla matematica, per arrivare ad una riflessione sulla musica.

Essendo un libro rivolto ai bambini è indispensabile discutere di questioni sociali come l’inclusione e l’immagine dell’agrifoglio che respinge e unisce è semplicemente incantevole.

In ogni storia infatti con parole semplici il Maestro Mauro narra una storia dove a volte i protagonisti sono i mesi dell’anno, altre volte i numeri o i misteri da svelare.

Ciò che conta è imparare divertendosi, senza sentire il peso della didattica che troppo spesso irrompe nelle aule scolastiche.

Certo il sacrificio e l’impegno sono importanti, questi brevi racconti parlano anche di questo, ma a prevalere è il volo della fantasia che i bambini sanno seguire con estrema bravura.

A rafforzare il patto tra immaginazione e concetto è la narrazione, che se ben utilizzata come in questo caso, è lo strumento più adeguato per catturare le nozioni e assimilarle senza fatica.

Per questo è necessario utilizzare parole comprensibili e protagonisti che i bambini sentono vicini come Maria Teresa, Giulia, Aurora, Sofia, Ginevra, Martina e Giorgia e tutti gli altri che fanno di questo libro una serie di incontri importanti e decisivi.

Non essere banali, scontati e non sottovalutare i bambini, rispettarli e tenere in considerazione la gioia del loro spirito, la loro spontaneità, questo bisognerebbe fare quando si scrive un libro per bambini, e questo ha fatto il Maestro Mauro, dimostrando non solo grande professionalità ma anche profonda umanità.

Non possiamo che ringraziare lui così come tutti quei maestri e maestre che ci hanno insegnato l’amore per le scienze, la lettura o la storia, che ci hanno aiutato a capire e ad affrontare le nostre difficoltà e ci hanno formato.

Non è scontato essere un buon maestro, bisogna impegnarsi, rinnovarsi e trovare sempre nuove strategie, il maestro Mauro Gelo dona a noi e a tutti i bambini che leggeranno il suo libro, il suo esempio.

Grazie a lui andare a scuola diventa ogni giorno più bello!

Mauro Gelo ha anni, è di origini siciliane e risiede a Desenzano del Garda. Insegna nella scuola primaria in provincia di Brescia da più di dieci anni. Nel mese di marzo 2020 ha pubblicato il suo primo libro per bambini dal titolo: “Le storie del maestro Mauro” (Tomolo Edizioni), libro che ha appassionato insegnanti, genitori e bambini della fascia d’età della scuola primaria.

“il mistero della lapide” di Liliana Sghettini, Il ciliegio. A cura di Alessandra Micheli

Ho sempre pensato che i libri per ragazzi servissero non tanto alle nuove generazioni, quanto alle vecchie.

Perché siamo noi a dover insegnare con il nostro esempio come ci si comporta da umani.

E siamo noi, troppo spesso a influenzare la loro crescita e il loro sviluppo con idee contorte, pregiudizi e pensieri malsani.

E sapere quali sono?

Quelli che incitano alla divisione e alla creazione del nemico.

Che scardinano un omogeneità che è parte del nostro universo, che è e resta interconnesso e interdipendente.

Oggi sula nostra pelle abbiamo sperimentato la frase considerata scontata del “gli altri siamo noi”.

E ci è costato molto dolore, rabbia e la rinuncia a una porzione della nostra libertà.

Quindi oggi sappiamo o meglio intuiamo il valore della responsabilità individuale non solo delle scelte, ma anche delle parole, delle azioni, e dei pensieri sopratutto.

E sapete cosa disciplina la mente?

La letteratura.

E sopratutto quella meno evidente, quella snobbata dai colti e dai probi. Quella ritenuta, erroneamente solo un piacevole svago per bambini.

Nel mistero della lapide c’è più contenuto di quanto ne abbia mai visto in mille saggi, in mille altisonanti tomi.

E’ il potere della conoscenza che spazza via il pregiudizio.

Dell’amicizia che fa condividere il bello e il brutto.

Della fantasia, che ci permette di andare oltre ogni schema.

E cosi è il mistero, quella volontà dei ragazzi di rendere la vita un incanto, una scoperta continua che porta due giovani amiche a incontrare una storia piena di tristezza, di dolore, di abbandono. Laddove il diverso, l’altro viene ancora etichettato, temuto, rifiutato.

Ed è questo rifiuto condito da pettegolezzi e da stereotipi che può condannare alla solitudine, alla rabbia e a intenti meno nobili.

Le storie hanno bisogno di essere raccontate.

E per esserlo hanno bisogno di qualcuno che le ascolti.

E cosi in questo mistero, scritto con uno stile delicato ma non per questo meno complesso della narrativa per adulti, abbandoniamo ogni nostra resistenza e lasciamo che la parola compia magie.

Ci entri dentro.

Ci trasformi.

E ci renda senz’altro migliori.

Perché solo chi ha voglia di andare oltre il limite, oltre il dogma, oltre la frase fatta può restituire persino pace al passato, ricucire il presente e garantire al futuro di mostrarsi al sole splendente e rigoglioso.
E grazie agli indizi, alle rivelazioni, forse il ragazzo, cosi come l’adulto scoprono uno dei misteri più grandi che esista: il potere della fantasia.

“Cielo di fragole e caramelle alle stelle” di Maria letizia Cerati, Pink Fattory pubblishing. A cura di Patrizia Baglioni

Gregorio è un alunno di quinta elementare, è un bravo bambino: studia, è amato dalla famiglia, ha dei buoni amici e Alessandro è il migliore.

Ha tutto quello che potrebbe desiderare se non fosse per un sentimento che lo tormenta nonostante sia ancora giovane.

L’amore per Angelica non lo fa più riposare, pensa sempre a lei, ormai è un’ossessione e dietro consiglio dell’amato zio, decide di dichiararsi.

La bambina dopo un attimo di riflessione gli dice che si metterà con lui solo quando dal cielo pioverà una cascata di fragole e di caramelle alle stelle.

Qualsiasi bambino o adulto si sarebbe sentito umiliato, non Gregorio che scolpisce ogni parola detta nella mente, perchè quello che agli altri sembra un rifiuto, per lui è una sfida.

Bene, ha circa due mesi di tempo per realizzare il suo piano, Gregorio si muove all’interno del piccolo paese in cui vive e grazie all’aiuto di Alessandro e dello zio aviatore, riuscirà in quello che tutti considerano impossibile.

Il bambino oltre che dall’amore è mosso dalla determinazione, noi adulti forse potremmo definirlo avventato, ma leggendo questa storia è lecito chiedersi: cosa siamo disposti a fare per realizzare i nostri sogni?

Crescendo facciamo sempre più fatica ad investire su qualcosa o qualcuno, spesso ci arrendiamo prima di provare, stanchi e disillusi.

Gregorio in CIELO DI FRAGOLE E CARAMELLE ALLE STELLE dà una grande lezione a noi grandi e dona ai piccoli un esempio importante, quello di credere in se stessi e nei propri sentimenti.

Altre avventure aspettano Gregorio, Angelica e e Alessandro alle scuole Medie dove gli eventi metteranno alla prova i rapporti tra loro, ma i ragazzi scopriranno di non essere soli e che una comunità unita veglia su di loro ed è pronta a intervenire quando è necessario.

Ho sempre amato le storie per bambini e ancora oggi le leggo senza vergogna, ne ho bisogno per preservare la luce di speranza che muove l’infanzia.

Negli scritti e nell’esistenza di noi adulti vige la complicazione e allora dissintossicarsi serve.

MARIA LETIZIA CERATI con la sua storia riesce a restituire a lettori di ogni età la purezza delle emozioni ma soprattutto insegna a credere nell’amore in ogni sua forma: quello che lega due anime che si attraggono, quello che crea l’affinità dell’amicizia, quello alla base del rispetto reciproco e quello che spinge all’aiuto spontaneo.

CIELO DI FRAGOLE E CARAMELLE ALLE STELLE è stata una lettura rigenerante e auguro a tutti voi e ai vostri bambini di incontrarla.

MARIA LETIZIA CERATI nasce a Marsciano, in provincia di Perugia, quasi 35 anni fa. Dopo un’infanzia da sogno approda nel mondo degli adulti con una laurea in Comunicazioni di Massa e un lavoro da impiegata. È sposata e ha due bambini di otto e quattro anni. Nel tempo libero che le rimane le piace viaggiare, guidare, ascoltare musica, leggere, scrivere, recensire libri, nuotare, passeggiare, mangiare, creare insieme ai suoi bambini. Da piccola sognava di fare quello che ancora oggi sogna di fare: la scrittrice.