Ma quanto è bella questa cover?
Lo so, lo so mi lascio incantare da alcune cover dei romanzi che leggo ma è perché sono una persona che ama vedere le storie e le parole anche attraverso le immagini…
Il mondo racchiuso in una clessidra con un’esplosione di energia mi risucchia in un vortice di follia.
Se i romanzi utilizzassero un richiamo per i lettori posso garantirvi che nel mio caso lo farebbero attraverso le loro cover.
Sì lo so lo so non si giudica un romanzo dalla copertina ma non negatelo, ciò che colpisce l’occhio è sempre quella.
Anche perché se il romanzo non lo leggo o non ne leggo la sinossi che altro modo avrei per potermi avvicinare a quel testo?
Gli occhi sono lo specchio dell’anima e i libri cercano a modo loro di penetrare dentro attraverso lo sguardo.
La luce riflessa filtra e proietta immagini che vengono poi elaborate dal nostro cervello.
Alcune cose ci piacciono, altre no, altre ci attraggono, altre ci incuriosiscono, altre ci spaventano magari in qualsiasi modo sia di fatto il loro impatto sulla nostra mente.
Ciò che ci colpisce lo fa nel bene o nel male e ci afferra, cattura il nostro interesse o lo allontana.
Quindi eccomi qui, catturatae intrappolata nella clessidra della nostra esistenza.
Emanuele Fusco e i suoi meno 12 all’Apocalisse.
Ma meno 12 cosa?
Meno 12 giorni?
Meno 12 ore?
Meno 12 mesi?
Meno 12 anni? Meno 12 secoli?
No.
Meno 12 racconti!
Con un approccio davvero leggero, Fusco ci mette davanti, sbattendoci in faccia senza troppi complimenti, la realtà che stiamo vivendo.
Non fa sconti a nessuno, non si trattiene, non si contiene, ce ne parla, ne descrive gli eventi scartandoli come se fossero un regalo di Natale anticipato.
12 racconti distopici, con la descrizione e la rappresentazione schietta di una realtà immaginaria del futuro, immaginaria, maprevedibilein base alle tendenze del presente, in base a quello che possiamo osservare tutti: un presente che sta tendendo verso un futuro negativo, disperato, catastrofico.
Attraverso la distopia si immagina un’esperienza di vita spaventosa.
Una società ipotetica in un mondo futuristico con condizioni socio politiche opprimenti, che avvengono in concomitanza a condizioni climatiche, ambientali, politiche, tecnologiche pericolose.
Inutile negarlo e inutile fingere di non vedere ciò che ci sta accadendo intorno.
Il tempo sta cambiando e i tempi stanno cambiando, la tecnologia sta avanzando a velocità supersonica, le risorse del pianeta stanno diminuendo, nonostante ci piaccia fingere che tutto vada bene, pensare che tanto non ci tocca perché in quel futuro noi non ci saremo – se la vedano i posteri – nonostante cerchiamo di minimizzare le informazioni tanto sono tutte fake news.
Con il fatto che ormai viviamo come se fossimo lobotomizzati: ciò che accade nel mondo non ci tocca.
Siamo assuefatti dalle notizie di cambiamenti climatici, il cibo che scarseggia, l’economia che va a rotoli, la tecnologia che sta prendendo il posto delle persone in vari ambienti lavorativi.
Ma sì, che cosa importa? Io ho ancora il lavoro, ho la casa, ho la macchina, vado in vacanza… Greta, la ragazza che urla ai governi di cambiare perché il cambiamento climatico sta già facendo i suoi danni all’ecosistema ci fa sorridere, è quasi buffa.
Ma buffi siamo noi che ci sta crollando il mondo addosso e abbiamo la presunzione di pensare di scansarci come se così ci eviteremo la caduta.
Leggiamo questi racconti sorridenti per quanto le situazioni rappresentate sembrano così estreme, così assurde ma lo sono poi realmente assurde?
Soffermiamoci a ogni racconto dove ciò che sta prendendo il controllo delle piante non sono poi di fatto i governi, l’élite dei complottisti, ma è il pianeta stesso che sta decidendo il corso del nostro futuro basandosi sulle nostre azioni.
Siamo in tempo per cambiare le cose?
Eh sì perché la vera rivoluzione non sta nelle urla, nelle bombe lanciate per protesta, la vera rivoluzione sta nel cambiamento e che vogliamo accettarlo o meno, comprenderlo o meno, ammetterlo o negarlo il futuro lo stiamo vivendo già adesso.
Siamo già entrati dentro la clessidra del tempo in cui il pianeta è rinchiuso.
I granelli di sabbia scendono velocemente, più veloci di quanto possiamo immaginare e tutto scorre, tutto si sta modificando, sembra quasi che il nostro pianeta sia entrato nella modalità autodistruzione.
Il conto alla rovescia è iniziato, mancano meno 12 alla detonazione del meccanismo che ci riporterà al livello del big bang. Il resettaggio totale.
La nostra esistenza è basata sull’economia, il lavoro, il consumismo, vogliamo vivere più a lungo mentre aleggiano su noi i problemi: le risorse scarseggiano, bisogna ridurre i consumi, minimizzare le nascite, ridurre la popolazione mondiale.
Vogliamo vivere a lungo, privandoci di vivere davvero la nostra vita.
Tra le biotecnologie, gli studi sulla longevità, tra la gerontocrazia: governo oligarchico di anziani, la detenzione del potere da parte di anziani (basta pensare all’età del presidente degli Stati Uniti d’America).
Gli equilibri ambientali climatici, politici e sociali si stanno rompendo, finché tutto si decide al solo scopo di accumulare denaro andrà a finire che alcuni avranno tantissimi soldi ma nessun pianeta su cui poter godere dei benefici.
La ricchezza che abbiamo e che ha più valore assoluto è il nostro tempo, il nostro pianeta e la nostra vita.
La resilienza dell’essere umano è straordinaria ma quella del pianeta che non ne può veramente più?
I 12 racconti che leggerete vi mostreranno le foto scattate da una polaroid..
Potranno sembrarvi originali, esagerate, catastrofiche ed estreme ma fermatevi un attimo e guardatevi bene intorno, riuscite a vedere ciò che sta accadendo a ognuno di noi?
Gelosia, egocentrismo, arrivismo, lotta al potere, menefreghismo, le catastrofi del pianeta ci danno l’opportunità di evidenziare la nostra vera natura.
Siamo capaci di fare cose straordinariamente belle ma anche cose eccezionalmente terribili.
Un giorno però si aprirà quel portale, quell’ologramma ci mostrerà qualcosa di straordinario, l’apertura di un buco nero che attraverseremo senza più possibilità di tornare indietro e come dice Fusco in uno dei suoi racconti: e saremo tutti bellissimi… per ora siamo tutti spacciati.
Ricordate la frase: meglio un giorno da leone che cento da pecora?
Ecco io mi accontenterei di 12 giorni da essere umano, libero dal male, dalla rabbia, dal rancore, libero dagli obblighi sociali ed economici, libero di vivere e di godermi il posto più bello dell’universo che è il pianeta terra.
Voi siete liberi di leggere questa raccolta di racconti che vi aprirà gli occhi su ciò che non accadrà nel prossimo futuro ma che sta già accadendo ora nel cuore del presente che stiano vivendo.