“Bizarre hunt” di Bard. A cura di alessandra Micheli

Non sono una grande esperta di grapich novel.

Anzi.

Sono proprio digiuna.

Ogni tanto ho amato leggere qualche fumetto, perché adoro l’impatto visivo delle storie e anche perché a volte ho proprio bisogno di osservare la narrazione con gli occhi personali di chi la inventa.

E cosi mi dedico a questa strana lettura.

Un mondo diverso si pare davanti.

Linee, forme colori e la sceneggiatura che sembra piegarsi al volere di quei personaggi che sono davvero vivi.

Che sembrano muoversi e che sembrano davvero appartenere a un altro mondo. Bizzarre Hunt mi ha ricordato quelle sortite in una dimensione e diversa da quella fatta di parole, codici e foglio di carta banco allietato da quei segni strani che nella nostra percezione formano parole, dialoghi e storie.

Siamo noi a dare loro il significato e la forza.

E leggere diviene quasi un atto solitario, personale, in cui è la tua anima che si riversa sul codice del linguaggio e gli da vita.

Siamo noi i negromanti, gli apprendisti stregoni che svegliano quella forza, quel mana sepolto in un qualcosa di cosi inanimato come il foglio.

Essere che muore a se stesso per dare a noi la vita.

Non è strano?

Un sottile piacere quasi gotico nel leggere vero?

Ma con il fumetto, con la grapich novel questo processo si inverte.

Siamo noi a essere soggetti stavolta alla volontà del demiurgo.

Non serve neanche il codice forse.

Bastano le espressioni, le linee e i colori.

E questi esseri si muovono indipendente da noi.

Tracciano loro le regole e le linee entro cui il significato sosta.

Sono loro a comandarci e a farci sedere, stupiti e stupefatti davanti a loro.

E bizzarre racconta la sua di storia.

Non la nostra.

La sua e basta.

Noi siamo li rapiti dall’abilità di questo bardo che disegna, sceneggia, mostra e racconta.

E racconta senza lasciarci tregue.

Forse felici per una volta di lasciare la nostra sicumera arroganza e mostrarci anche noi, fogli bianchi su cui qualcuno può scriverci.

Una storia assurda, fatta di strani maghi.

O semplicemente guidarci in un attimo in cui la coscienza razionale si addormenta.

E lascia che i sensi selvaggi e istintivi dominino un po’ la scena.

E ora capisco dopo aver sfogliato con riverenza quelle pagine.

Perché sono cosi attratta da questo modo di novellare.

Perché in fondo ho bisogno, per un istante di essere cosi pura da permettere a un anima esterna di tracciare i confini, stabilirli e portarmi dove lui desidera.

Affidandomi e fidandomi.

Non ho sbagliato a farlo con Bard.

“Rurale” di Matteo Gubellini. A cura di Patrizia Baglioni

Attenzione! Entrare in questo libro significa perdersi in un incantesimo.

RURALE di MATTEO GUBELLINI è un libro illustrato realizzato con la tecnica pastelli ad olio, dove le immagini sembrano essere state investite della capacità di parlare.

I colori vividi colpiscono il lettore, così come i disegni inusuali che rappresentano Carnerosse come una donna gigantesca con la testa di toro prigioniera in una torre che non può nasconderla.

La protagonista è la ragazza bianca candida nel suo vestito, gioca con il cerchio anch’esso bianco ed esplora con ingenua curiosità il paesaggio rurale.

Ah, la ragazza non ha la testa, forse per questo non si rende conto dell’agonia di Carnerosse che incuriosita dalla ragazza sfida la sua timidezza e la ritrosia a uscire dalla torre per guardarla, seguirla e ammirare i suoi movimenti.

Le immagini commentate da rare parole hanno il pregio di lasciare libera l’interpretazione.

E allora per me la ragazza bianca rappresenta l’infanzia, il fatto che non abbia testa è simbolo della leggerezza che caratterizza quel periodo.

In realtà da piccoli si hanno occhi solo per il gioco da esercitare in assoluta libertà.

Ecco ancora una contraddizione, Carnerosse è prigioniera dell’ombra di una torre, dalle corna che le schiacciano la testa, della sua imbarazzante nudità e soprattutto di se stessa.

Il disagio contro la spontaneità. L’ilarità contro la solitudine.

Sembrano queste le contraddizioni che definiscono il testo e gli danno profondità, prospettiva.

E poi il paesaggio rurale il terzo protagonista che si esplicita con la forza dei colori e il TAM TAM dei suoni che la ragazza bianca insegue come se quel ritmo le appartenesse, tra la natura così come tra le braccia dei suoi genitori a casa.

Il ritmo dell’amore, della condivisione a cui Carnerosse non sembra destinata.

Un libro dal sapore amaro e dolce allo stesso tempo, che avvolge il lettore con le sue emozioni e la profonda umanità che solo tornando bambini si può assaporare.

Grazie a Matteo Gubellini per quest’opera di rara intensità utile a grandi e bambini che sprona a seguire la propria voce interiore con poetica intuizione.

“Nella campagna notturna i suoni si sprigionarono con calma, rimanendo indistinti. Le chiome si ricomposero mentre l’erba si abbassava coi pezzi di buio. La ragazza senza testa tornò ad aspettare un tam tam che cresce in tanti posti diversi e si allinea al suo respiro come una voce impossibile da ignorare.”

***

MATTEO GUBELLINI: nato nel 1972 nasce a Bergamo. Durante la prima adolescenza si approccia alla Musica e alla Parola. Frequenta il Liceo Artistico, poi la Scuola del Fumetto. È un illustratore di libri e fa spettacoli tratti dai suoi libri, con musica e teatro di figura, tiene corsi e laboratori in giro per l’Italia. Nel 2017 e nel 2018 è stato docente d’illustrazione e teatro dell’ombra presso l’Istituto di Design Palladio di Verona. Tra i riconoscimenti ottenuti ci sono stati: il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Illustrissimi” nel 2006; il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Sulle ali delle farfalle” nella sezione 3/5 anni nel 2008; il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Strisce di jazz” nel 2011; il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Sulle ali delle farfalle” nel 2013; il Primo Premio al concorso d’illustrazione “La vallata dei libri bambini” nel 2016; il Primo Premio al concorso d’illustrazione “Disegni al sole” nel 2016; selezione finale per l’esposizione di Ilustrarte 2018 di Lisbona; selezione finale per catalogo di Tapirulan 2018.

“I suoni rimasti” di Matteo Gubellini. A cura di Patrizia Baglioni

In alcuni libri le parole non sono protagoniste.

I SUONI RIMASTI di MATTEO GUBELLINI è una storia scomoda, commovente ed evocativa raccontata con il linguaggio delle immagini, con l’intensità del tratto e la personalità del disegno.

Il libro illustrato dal formato orizzontale, ha nelle pagine di destra il testo e in quelle di sinistra le illustrazioni realizzate interamente a matita.

Il testo seppur dedicato ai più giovani presuppone la maturità di comprendere le dure tematiche affrontate che partono dal mondo favolistico per stornare su quello morale.

Mara è una giovane donna e si innamora di uno gnomo in un’epoca in cui esisteva ancora confidenza tra creature umane e magiche.

Eppure questo strano rapporto, visto dagli altri gnomi inadeguato, desta sospetto e invidie.

Ribadiamo che la stranezza della relazione era negli occhi degli altri e non in quelli partecipi e assertivi di Mara e lo gnomo.

Accolti dagli animali a cui Mara dimostra sempre gentilezza, provano a ritrovare tranquillità, ma gli gnomi non sanno perdonare, né tollerare e scatenano la loro rabbia sulla ragazza.

Gli animali non possono rimanere inerti di fronte all’aggressione della loro amica e reagiscono con forza.

Come sempre alla violenza risponde altra violenza.

Una storia sul pregiudizio, sull’incapacità di gestire le differenze e sull’intolleranza.

Le immagini splendide e curate nel dettaglio guidano il lettore in un’atmosfera surreale, che introduce all’ambiguità dei ruoli e della natura di ogni essere vivente: animali per metà umani e per l’altra bestie, un bosco in apparenza incantato e pacifico eppure brutale nel suo modo di esprimersi.

Un’opera unica sotto tanti aspetti, che celebra la creatività nella sua interezza.

Chiuso il libro ascolto I SUONI RIMASTI e trovo solo silenzio, quello della sconfitta, dell’amarezza e di un bosco abbandonato.

MATTEO GUBELLINI: nato nel 1972 nasce a Bergamo. Durante la prima adolescenza si approccia alla Musica e alla Parola. Frequenta il Liceo Artistico, poi la Scuola del Fumetto. È un illustratore di libri e fa spettacoli tratti dai suoi libri, con musica e teatro di figura, tiene corsi e laboratori in giro per l’Italia. Nel 2017 e nel 2018 è stato docente d’illustrazione e teatro dell’ombra presso l’Istituto di Design Palladio di Verona.
Tra i riconoscimenti ottenuti ci sono stati: il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Illustrissimi” nel 2006; il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Sulle ali delle farfalle” nella sezione 3/5 anni nel 2008; il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Strisce di jazz” nel 2011; il Primo Premio del concorso d’illustrazione “Sulle ali delle farfalle” nel 2013; il Primo Premio al concorso d’illustrazione “La vallata dei libri bambini” nel 2016; il Primo Premio al concorso d’illustrazione “Disegni al sole” nel 2016; selezione finale per l’esposizione di Ilustrarte 2018 di Lisbona; selezione finale per catalogo di Tapirulan 2018.

“Bacteria” di Emilio Pilliu, Paola Barbato, Matteo Bussola, Astra Star comics. A cura di Patrizia Baglioni

Il fumetto ha una portata comunicativa straordinaria, ma non è di semplice realizzazione.

Spesso si pensa che la scrittura sia di compagnia al disegno, designato invece a veicolo di emozioni immediate.

In realtà un buon prodotto si riconosce dall’accordo tra immagini e scritto, più semplice da realizzare quando scrittore e illustratore sono la stessa persona, ma quando sono in tre… servono un’affinità e una linea d’intenti comune.

BACTERIA è un fumetto di qualità con disegni incisivi che fanno subito presa sul lettore, colori vividi ed espressioni che si armonizzano a perfezione.

BACTERIA è un fumetto pensato.

Nelle opere corali la cura è fondamentale e qui ce n’è tanta non solo per la storia in sé, ma alla storia nella NOSTRA storia, perché ad un certo punto non si parla più di un mondo distopico in un futuro remoto ma di noi.

La storia è ambientata in un mondo dilaniato dalla guerra e da un’evoluzione selvaggia della natura che ha fatto i suoi conti e l’uomo è la specie che ha scontato le sue colpe più delle altre.

Si pensa quindi che l’umanità abbia imparato la lezione.

E invece no.

Gli esseri umani rimasti, vivono isolati in cinque territori, ognuno nel proprio habitat con un duplice scopo: sopravvivere e odiare per sempre le altre comunità.

Non hanno più la forza e le armi per combattere, resta l’accortezza, il controllo rigido e il sospetto che gli altri possano sterminarli.

In questo stato d’allarme continuo non è semplice infiltrarsi in una comunità e sconfiggerla, le popolazioni del nord sono protette dai ghiacci, quelle del sud dalla giungla, nei territori dell’ovest hanno imparato a sopravvivere e in quelli dell’est gli uomini rimasti sono talmente fragili da temere la luce del sole e le polveri nell’aria.

Bisogna pensare ad una strategia per riconquistare il mondo, le armi hanno fallito, gli uomini non bastano, servirebbe qualcosa che possa contagiare tutti nello stesso momento e sterminarli, forse un virus, anzi quattro, la loro potenza può essere travolgente e il piano prende forma nel quinto territorio in mezzo agli altri.

Quattro ragazzi vengono cresciuti con uno scopo ben preciso: disseminare il potente virus che hanno in corpo e liberare il pianeta dalle altre comunità, essi sono colera, peste, salmonella e meningite.

I ragazzi vengono formati alla loro missione, nulla viene lasciato al caso, conoscono le caratteristiche del popolo in cui dovranno insinuarsi e vengono allenati fisicamente all’ambiente che li accoglierà.

Gli sperimentatori però non hanno fatto ancora i conti con gli sperimentati.

Nonostante la loro umanità sia stata soppressa con ogni strumento, i giovani sono vivi e provano sentimenti.

Gran parte di essi sono stati soggiogati per raggiungere l’obiettivo, ma resta nei ragazzi un istinto di sopravvivenza, loro che sono strumenti di morte restano attaccati alla vita con tutte le loro forze.

Sanno che la propria durata è breve e allora decidono di darsi totalmente, chi alla causa, chi alla giustizia, chi all’amore.

Una storia struggente creata in un mondo immaginario, di fantascienza eppure tanto vicino al nostro, dove il virus ha creato non solo una distanza fisica ma ha scavato abissi di sfiducia nelle relazioni e innescato diffidenze nella comunità.

Con una storia cruenta gli autori hanno piantato i semi di una nuova speranza, e li ringrazio per questo, abbiamo un disperato bisogno di guardare al futuro come ad germoglio che sappiamo prima o poi sboccerà e noi potremo godere della sua bellezza.

PAOLA BARBATO scrittrice e sceneggiatrice di fumetti classe 1971, vive a Verona con il compagno, tre figlie e tre cani. È una delle penne principali di Dylan Dog. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui Bilico, Mani nude, Il filo rosso, Non ti faccio niente e L’ultimo ospite. Di recente è stato pubblicato il suo romanzo Il diario del giorno dopo nella collana per giovani lettori “Il battello a vapore” (Edizioni Piemme).

MATTEO BUSSOLA ex architetto, a trentacinque anni decide di cambiare tutto. Oggi è scrittore, fumettista, illustratore, speaker radiofonico. Ha un seguitissimo profilo Facebook sul quale pubblica racconti e brevi cronache di vita familiare. I suoi libri, editi da Einaudi, sono dei best – seller ristampati più volte e pubblicati in molti paesi del mondo. Il suo primo romanzo, Notti in bianco, baci a colazione, già campione di vendite dalle prime settimane, è diventato un film di prossima uscita nelle sale. Stesso destino per L’invenzione di noi due, sempre targato Einaudi. Il suo ultimo lavoro, di cui ha realizzato testi e illustrazioni, è Viola e il Blu, romanzo per ragazzi sulle discriminazioni di genere, Salani Editore.

EMILIO PILLIU classe 1981, disegnatore e illustratore sardo, inizia a lavorare con Paola Barbato sulla serie Davvero, prima online e poi su carta, e prosegui nel 2015 con AlterEgo, pubblicato da Shockdom. Collabora inoltre con la startup Oniride, per la quale disegna Magnetique, il primo fumetto al mondo in realtà virtuale. Nel 2017 pubblica un libro di illustrazioni, Monkeys. Nel 2018 collabora con Manuelle Mureddu alla realizzazione di sigla e animazioni di Illuminate, serie di quattro docufilm prodotta da Anele per Rai 3. Nel 2019 collabora con Immanuel Casto e Freak&Chic alla realizzazione del gioco di carte Squillo. Da diversi anni lavora per alcuni editori americani di fumetti per adulti.