Iubentium tibi lector!
Se siete “archeologi” nell’approccio alla lettura, come lo sono io, indubbiamente non riuscirete a frenare il desiderio non solo di leggere questo romanzo ma anche di scavare oltre le sue pagine. Analizzando, esplorando e ricercando tutto ciò che possa esservi di aiuto alla totale immersione e comprensione, non solo della storia che Antonio De Meo abilmente ci racconta, ma anche del periodo storico straordinario in cui si svolgono gli eventi e le abili indagini.
Non vi nego di aver subito un salto spazio temporale, di essermi sentita totalmente immersa tra il passato e il presente.
Il passato che mi teneva legata alla storia e l’ambientazione del romanzo e il presente in cui ricercavo materiale che mi mostrasse i resti di quei luoghi, i reperti storici che son rimasti come una firma su quelle terre consacrate a un tempo straordinariamente imponente. Quello del grande Impero Romano.
Sono nata e vissuta per molti anni a Roma e i luoghi dove si svolgono questi eventi li ho un tempo percorsi (Formia, Minturno) ma ad oggi riesco ad apprezzare molto di più i paesaggi, lo stile architettonico, lo sfarzo e la bellezza di un’epoca che resterà per me sempre una delle più affascinanti dall’esistenza dell’uomo sulla terra.
Ed eccomi qui addirittura ad avere tra le mani fogli stampati da un computer, come si fa per le ricerche di studio: carta che mi mostra la bellezza architettonica della Villa di Mamurra con i suoi interni, il suo stile architettonico.
Villa Mamurra locata nel bellissimo Parco di Ulisse prende il nome dal suo proprietario Lucio Mamurra (Marco Vitruvio Mamurra), cavaliere romano originario di Formia, prefetto degli ingegneri di Gaio Giulio Cesare, fu anche il primo romano a costruire una villa di marmo.
Villa Mamurra è una spettacolare abitazione che ci mostra la forza, l’abilità architettonica e il lusso del suo tempo; attraverso le pagine di questo romanzo, che unite a ciò che resta di quella abitazione completano ai nostri occhi un’immagine di qualcosa di straordinariamente bello, che si affaccia proprio sulla bellezza di un mare che ha visto la gloria di un impero straordinario.
Lucio Mamurra era un nemico del grande Catullo e in questa storia è anche il padre di Caio; colui che ci guida in questo giallo storico.
Caio è un uomo di valore, legato alle sue radici, alla sua famiglia, alla sua appartenenza sociale, percorre le strade della sua bellissima cittadina a testa alta, con incedere fiero, maestoso, importante, ma soprattutto con un cuore afflitto dal dolore.
L’atmosfera con cui De Meo ci avvolge è antica, poetica, austera a tratti, ma maestosa nella sua bellezza e autentica nelle vibranti situazioni e emozioni che il lettore si trova a vivere.
Caio soffre di quella solitudine, di quel senso di vuoto e di impotenza; afflitto dal suo dolore, solo, sotto un cielo che sembra stia riversando tutte le lacrime di un universo inconsolabile.
Dopo aver perso suo padre, ora anche il suo amato fratello Publio era morto a causa di una brutta malattia e il suo dolore, la sua sofferenza, si trascina come se fosse un lungo manto di agonia su quelle strade, le stesse che regolarmente aveva percorso in periodi più felici osservato da a un cielo terso.
Caio e Publio erano figli di un padre che li aveva allontanati per molto tempo ma ciò che la vita a volte separa il sangue, riunisce. Il fratello perduto e ritrovato, gli era stato restituito solo per un breve periodo fino al momento in cui io Dio Plutone lo aveva portato via con sé nel regno Averno.
Caio ora finalmente ha sepolto suo fratello proprio all’ingresso della sua dimora e mesto nel suo dolore e in quella voragine di sofferenza che lo avvolge si sente morire anche lui.
Caio vive il suo lutto, il suo dolore con dignità e con somma devozione, si lascia trascinare nel baratro della sofferenza in silenzio, avvolto dall’inedia del lutto e il dubbio perfino dell’esistenza dei suoi dei, gettandosi nel vicolo cieco di domande in cerca di risposte che non sa dare.
Si lascia consolare dalla sua abitazione, dal mare, dal paesaggio straordinario che ora appare oscuro, avvolto da nubi e temporali interiori. Si abbandona alle sue letture soprattutto trovando conforto nel testo il Consolatio scritto per la morte dell’amata figlia da Cicerone.
La filosofia a volte aiuta ad affrontare argomenti che il cuore e la ragione rifiutano di comprendere.
Le sue passeggiate sono rigeneranti mentre elabora il suo lutto e sembra quasi tenere per mano il lettore, che silenziosamente lo accompagna in questo viaggio della vita che inevitabilmente tutti dovremo prima o poi affrontare.
Osservando le gesta e inseguendo i pensieri di Caio; comprenderemo che il dolore non lo si può cancellare, ma che bisogna attraversarlo andando oltre, senza mai dimenticarlo.
Le descrizioni dei luoghi e delle gesta dei protagonisti di questo bellissimo giallo sembrano dipinti su un’antica tela con minuziosi dettagli delicatamente stupendi.
Quando il suo amico giunge a fargli visita nel vederlo distrutto dal dolore cerca in qualche modo di fargli capire che lui è presente e che, seppur affranto dalla perdita dell’amato fratello egli doveva gioire del fatto che gli dei gli avevano concesso di ritrovarlo prima che egli morisse facendo perdere ogni futura possibilità di recuperare il loro rapporto.
Agli occhi del lettore si ricostruisce non solo l’architettura di quei luoghi ma anche quella di un uomo giusto, della sua vita, della forza, del suo intelletto e della sua vasta cultura. Mentre l’Impero Romano sembra aver riportato alla fioritura un terreno arido, rinnovato grazie ad Augusto colui che riportò l’Impero alla pace e al benessere, rinnovando lo stato romano, il tufo stava diventando marmo.
L’impero stava ritrovando il suo splendore, l’amico di Caio riesce a distoglierlo dalla sua chiusura verso il mondo convincendolo a recarsi con lui a teatro per assistere a uno spettacolo.
Controvoglia Caio si reca con lui in questo teatro e assiste a uno spettacolo inquietante non solo per la bravura del suo attore principale ma anche per l’infelice morte in cui questi stramazza a terra davanti a un pubblico sconvolto, infastidito, sconcertato.
Una morte naturale?Oppure un omicidio che sembra stato scenografato proprio per avvenire così pubblicamente; sotto gli occhi di tutti.
Caio in quel momento ritrova un nuovo rinnovato interesse, quello per la verità.
La morte di un attore non è importante in quel periodo storico quanto quella di un uomo di famiglia nobile e di posizione politica importante; un attore è un uomo qualunque e la sua morte può passare facilmente impunita poiché a nessuno interessa trovare il colpevole; ma a Caio interessa la verità e inizia a svolgere le sue indagini.
Così Caio si getta nella vita, nelle persone che sono state vicine all’attore deceduto, osserva i dettagli, riconoscendo nell’apparenza del cadavere il metodo di assassinio tipico dei romani, quello da avvelenamento, Caio seguirà piste, alcune delle quali anche pericolose per la sua stessa incolumità. Ascolterà pettegolezzi, storie di mariti gelosi, di lussuria e di vendette.
Caio attraverso la morte di un uomo qualunque riuscirà a ritrovare la sua stessa voglia di vivere e di andare oltre il suo dolore.
Un giallo dove troverete complotti, congiure, tradimenti, scritto da un autore di talento che grazie alla sua familiarità con i luoghi riesce a darne una descrizione sublime mostrandoci Minturnae per come essa era vista dai romani che vi si insediarono dopo aver visto l’importanza strategica e commerciale della sua vicinanza al mare e che divenne poi un importante porto commerciale del Mediterraneo, il suo tempio, il foro, il teatro… oggi alcuni reperti sono ancora lì a ridosso di un mare e di un cielo che sembrano riportare in vita le vicissitudini di Caio, di suo padre, del suo impero, della sua epoca, della sua storia.
De Meo ci mostra anche come ciò che ben conosce come l’archeologia lo aiuta a conquistare il lettore avvicinandolo allo studio delle attività umane, analizzando, recuperando materiali, manufatti, architettura dell’epoca; i suoi paesaggi culturali, facendoci vivere il tutto come un’esperienza sociale e umanistica di inestimabile valore.
Un giallo storico che ci mostra la completezza nelle sue descrizioni, nella cura ai dettagli storici e architettonici, l’accuratezza e la ricerca dei dettagli rendono questa lettura assolutamente piacevole e avvincente.