“Il giorno sulla foglia” di Gabriella Maleti, Il ramo e la foglia Edizioni. A cura di Patrizia Baglioni

Quando le arti si mescolano lo si comprende subito.

Ormai l’esperienza nel blog mi porta a riconoscere con una certa precisione, i musicisti/scrittori, lo individuo dal ritmo, dalla musicalità e dalla scorrevolezza dello scritto, e ora mentre assorbo le poesie di Gabriella Maleti, visualizzo.

Le immagini si susseguono mentre leggo ed è facile capire che la poetessa era anche una fotografa.

Inauguro la raccolta con “L’alba” che compare tra i lillà mentre la luna “s’aggruma dietro le vivide colline”.

Torna spesso il paesaggio campestre così come il legame con le immagini familiari.

La sento Pascoliana questa poesia mentre penso alla “madre che dorme non ode l’alba: / nei suoi letti posiziona i fissi capelli / ride fulva come la volpe accucciata / e gonfia.

Spazia con la fantasia la poetessa, dubita dei suoi confini e si affida al suo bisogno infantile di creare, con la mente, di andare oltre e sperimentare anche con la lingua, quasi a sfidare il canone.

Mi piacciono questi versi arditi che non hanno paura di affrontare i sentimenti, la gioia, come la sofferenza fino alla sua radice, fino alla “disperazione intraducibile e dotta”.

I versi vagano, indagano l’immensità, analizzano gli alberi e poi si rivolgono verso l’interiorità, studiano il vissuto e lo contemplano.

I versi servono per interrogarsi: si scrive per vivere o si vive per scrivere?

La risposta resta impigliata tra le pagine e conserva il momento di stupore che il componimento della poesia prevede, e poi lo sguardo si volge altrove, arriva fino alle nuvole.

Mie tenerelle

disgiunte nuvole

subitanee vaganti e

mio comparabile intelletto;

ancor prima ch’io vi rimiri e oda,

ecco la sbadata mente in collo

e il suo smarrirsi

in un finito che non mi prevede

(che l’infinito disperde)

e sembra porti d’altri gambe e braccia

che (pare) non senta e non coltivi

se non nel lasso ultimo di respiro

dove nemmeno più nidificherà lo scontento.

Mi parrà allora un tremendo west

a cui volgere

con tutto il mio nebuloso carro

e i buoi insostentati.

Dalla parola la poetessa passa al silenzio, ma è un silenzio narrato con delicatezza, in modo soave.

Si cerca di ascoltarlo per capire se nasconde soluzioni.

Quella della Maleti è una poesia che chiede, di continuo, che riflette su se stessa, che pone parentisi e incisi, è come un dialogo, un riflesso che dal mondo esterno rientra in sé.

Cosa resta da immaginare? L’infinito.

L’infinito copre il cielo

e non possiamo che immaginarlo,

addurlo ad una speranza piccola

e da lucidare sempre,

chiusi nel mistico odore del bosco

che spinge e modella il pensiero: “Vivo nell’opacità” dico,

nella fluorescenza ormai dismessa.

Ma l’universo perdona gli Instabili, i revocanti,

i dubbiosi, gli analfabeti, chi è qui per caso.

Io splendo, dice il sole,

splendo, dice la luna,

anch’io, mormora da lontano la stellina.

Il sollievo arriva dal bosco, dal raccoglimento che la natura permette, dal confronto con la perfezione spirituale che le voci delle piante e degli animali alimenta, e perdersi sembra quasi un sollievo.

Anche l’immagine della foglia torna spesso, essa viene fotografata in pose diverse: rotta, accartocciate, stropicciata, verde con venature e macchioline.

La foglia è simbolo di salvezza, “ha bisogno di vita la vita”, e aggrapparsi alla foglia permette all’individuo di tenersi in equilibrio, di osservare l’esistenza per analizzarla.

“Il giorno sulla foglia” di Gabriella Maleti è una raccolta arcana, mistica, che coglie essenze e le conserva gelosamente per regalarle al lettore, grazie a Il ramo e la foglia Edizioni per averla recuperata.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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