“Shimaguni. Atlante narrato delle isole del Giappone” di Francesca Scotti ,Kazuhisa Uragami, Bompiani. A cura di Alessandra Micheli

Si legge per tanti motivi.

Evadere dalla realtà.

Trovare acqua dissetante per l’anima.

Oppure comprendere il proprio reale attraversando le remote regioni dell’inconscio. Leggere è sempre un viaggio.

Alla scoperta non soltanto di luoghi a noi alieni.

Ma anche quella comfort zone che delimitiamo con l’uso del concetto e che nasconde alla nostra labile vista persino angoli intessuti di sogno.

Ecco perché io ogni volta che la mia vita traballa, ogni volta che un artiglio feroce lacera quel mio fragile io, mi rifugio nella parola.

Essa con un filo fatto di una sottilissima ragnatela, rammenda lacerazioni.

Ripara abissi che rischiano di allontanare pezzi importanti di me.

Trovo ristoro e significato, in una vita che corre troppo per averei l tempo di regalarcelo. E’ la parola che con la sua malia canta antiche nenie.

E mi porta a osare, andare laddove anche gli angeli esitano.

Ogni anfratto della terra, dunque, diviene semplicemente personificazione di un altro cantastorie.

Non è mai soltanto geografia.

E’ racconto, narrazione, mito e immagini che sinuose si muovono, come quei draghi del capodanno cinese, cosi leggerei e leggiadri, capace di assecondare le correnti dei venti. Sei lassù, cullata da quella forza motoria che di fisico non ha più nulla e il mondo, sottostante, ti appare soltanto una meravigliosa Wonderland.

Persino luoghi che razionalmente non consideravi tue patrie.

Ecco cosa accade leggendo Shimaguni.

Io che con il Giappone ho uno strano e contorto rapporto, che forse odio il loro ordine, io che mi sento sempre cosi sghembe, in questo atlante trovo davvero la mia dimensione.

E la magica terra di Samurai e di ordine, diviene soltanto un altra strana e straordinaria immagine di un Altrove fatto si di regolarità, ma anche di luoghi aspri e affatto lineari. Dove bambini possono danzare divenendo volpi.

Dove i gatti sornioni assumo posture zen.

Dove il mito ti prende per mano e ti introduce in quelle regioni ctone dove ritrovi la tua ombra perduta.

Magari trasformata in spirito o demone.

La abbracci come una sorella perduta.

E ti senti integro.

Ecco viaggiare per questo Giappone, mi ha fatto sentire di nuovo completa.

Tutti i pezzi disillusi di me sono andati finalmente apposto.

E le storie risuonano come un oscuro carillon dentro le mie orecchie.

Se questo è il Giappone, se questo è il vero Giappone, vi prego non svegliatemi dal sogno.

Lasciate che l‘incanto avvolga le sue draghesche spire attorno a me.

E mi lasci fluire attraverso le correnti gravitazionali, leggera e completa.

Un libro incantato e incantevole da leggere quando la realtà è troppo pesante.

Quando geme e preme su di voi come una cappa soffocante.

Quei colori luminosi saranno il filo con cui intesserete il vostro arazzo.

O con cui cucirete quelle piccole dolorose lacerazioni dell’io, che fanno grondare un po’ di anima sul terreno, rischiando sempre di lasciarci sempre più aridi.

Sempre più preda di una quotidianità che ha perduto la sua forza immaginativa.

Ecco viaggiate.

Con il pensiero sopratutto, prima che con il corpo.

Perché un luogo non è soltanto un punto sulla cartina geografica.

Ma è una porta sull’Altrove.

Buon viaggio verso le mille e più isole incantate di una terra che al banale resiste, resiste con tutta se stessa.

Autore: Alessandra Micheli

Saggista per passione, affronto nei miei saggi e articoli ogni argomento inerente a quella splendida e misteriosa creatura chiamata uomo, cosi amata dall'energia creatrice: "che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato" Salmo otto

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